C’è un’arma in più nel monitoraggio dell’influenza aviaria: a due anni dalla diffusione del ceppo H5N1 nel bestiame e dai casi sporadici registrati nell’uomo, arriva dall’Italia un’innovazione destinata a rafforzare la capacità di individuare tempestivamente le evoluzioni virali a rischio spillover.
Si chiama FluWarning ed è un sistema di allerta precoce sviluppato da un team del Politecnico di Milano e dell’Università di Milano, recentemente presentato sulle pagine di Science Advances.
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Nuovo sistema di allerta contro l’aviaria
L’obiettivo è semplice: riconoscere in anticipo quei cambiamenti genetici che potrebbero preludere al salto di specie, ovvero il passaggio del virus da un animale a un altro, fino all’essere umano.
Il virus H5N1 circola da tempo fra gli uccelli, ma negli ultimi due anni ha iniziato a diffondersi anche tra i bovini da latte, soprattutto negli Stati Uniti, dove nel dicembre 2024 in California è stato dichiarato lo stato di emergenza. Il timore degli esperti relativamente all’influenza aviaria è l’ormai noto spillover, un’evoluzione che consentirebbe al virus di adattarsi a nuovi ospiti e, nel peggiore degli scenari, acquisire la capacità di trasmettersi da uomo a uomo.
Il contesto si intreccia con un altro fenomeno: oltre all’aviaria, si monitora l’aumento dei casi di influenza stagionale, che in Italia sta registrando un picco anticipato aggravando la pressione epidemiologica.
Come nasce FluWarning
Il sistema FluWarning è stato creato nell’ambito del programma Prin–Pnrr 2022, all’interno del progetto Sensible, coordinato da Anna Bernasconi (Politecnico di Milano, Dipartimento Deib). FluWarning sfrutta i dati della piattaforma Gisaid, il grande archivio internazionale delle sequenze virali, e utilizza un approccio statistico avanzato per imparare a riconoscere i profili genetici considerati “normali” per i virus influenzali.
Quando una nuova sequenza presenta deviazioni significative, il software emette automaticamente un’allerta che mette in guardia anche contro l’influenza aviaria. A quel punto subentra l’analisi dei virologi, che verificano se gli scostamenti osservati possano essere compatibili con un salto di specie o con l’emergere di un nuovo ceppo più adattabile all’uomo.
Bernasconi sottolinea la flessibilità dello strumento: si installa facilmente, permette analisi geografiche e temporali personalizzate e consente monitoraggi aggiornati su base giornaliera.
Le prove sul campo: dal virus suino del 2009 all’H5N1 negli Usa
FluWarning è stato inizialmente testato alla luce dei dati relativi alla pandemia di influenza suina H1N1 del 2009, un caso emblematico di virus che ha effettuato con successo il salto di specie. Superato il collaudo, il sistema è stato applicato all’attuale scenario dell’H5N1.
Secondo Matteo Chiara, docente del Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano, il software ha individuato in anticipo diversi cluster di attività virale in vari Stati americani, con particolare evidenza in California. Alcune allerte sono state registrate prima dei rapporti ufficiali, segnalando mutazioni specifiche nel gene dell’emoagglutinina, la proteina che consente al virus di agganciarsi alle cellule e di infettarle. Chiara evidenzia che FluWarning è riuscito a identificare marcatori caratteristici dei ceppi californiani, contribuendo a delineare l’evoluzione del virus in tempo reale.
Rendendo FluWarning accessibile a laboratori e istituzioni si punta a creare un’infrastruttura di sorveglianza in grado di intercettare i segnali premonitori di nuove minacce virali su larga scala, in primis per quanto riguarda l’influenza aviaria.
Nel frattempo, i virologi italiani come Fabrizio Pregliasco e Matteo Bassetti richiamano l’attenzione sull’aumento dell’influenza stagionale e sulla necessità di rafforzare la vaccinazione fra le fasce più fragili.