Se c’è un tema che sa attirare l’attenzione di tutta l’Italia, quello è il calcio. Se alcune notizie hanno un’attrattiva limitata a una certa tifoseria, altre sono decisamente universali. La storia di Edoardo Bove rientra perfettamente in questa categoria.
Ha poi ampliato ulteriormente il proprio pubblico, considerando la presenza del calciatore sul palco del Festival di Sanremo 2025. Carlo Conti lo ha voluto all’Ariston per raccontare la sua storia, il che ha dato il via a una finestra aperta sul suo futuro in campo, nonostante tutto.
Come sta Edoardo Bove
Edoardo Bove è stato operato presso l’ospedale Careggi, dov’è stato ricoverato subito dopo il malore accusato durante Fiorentina-Inter. Stabilizzate le sue condizioni, il calciatore 22enne è stato sottoposto a un intervento per l’inserimento di un defibrillatore sottocutaneo.
Si tratta di una soluzione identica a quella adottata per il calciatore Christian Eriksen. Proprio come lui, dunque, non potrà giocare in serie A. Il regolamento attualmente in vigore lo vieta, infatti. Potrà proseguire all’estero, proprio come fatto dall’ex Inter. Non è però detta l’ultima parola in merito e il suo caso potrebbe generare una trasformazione normativa.
La diagnosi dopo il malore
Un malore per Edoardo Bove nella serata del 1° dicembre 2024, con i controlli che hanno evidenziato un arresto cardiaco. Soccorso e trasportato d’urgenza in ospedale, si è rapidamente ritrovato in terapia intensiva.
La diagnosi per il 22enne della Fiorentina riportava un’aritmia ventricolare complessa (torsione di punta). In pratica una “tachicardia ventricolare associata a un prolungamento dell’intervallo QT nell’elettrocardiogramma”, per essere precisi e tecnici.
Ulteriori test hanno però chiarito la condizione, evidenziando una cicatrice di piccola entità sulla membrana del cuore. Ciò ha suggerito una possibile aritmia.
Edoardo Bove in serie A
Ci sono chance per un ritorno di Edoardo Bove in serie A? Per Eriksen non è stato così e si è infatti trasferito in Inghilterra, proseguendo in Premier League (fortunatamente senza problematiche ulteriori).
Ad aprire una porta per lui è stato Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani. Il caso ha destato grande interesse nazionale e, calcolando anche l’onda d’approvazione che ciò decreterebbe, l’esecutivo starebbe vagliando una soluzione.
“Voglio capire se c’è modo di rivedere i protocolli medico-sanitari italiani e se possono esserci delle soluzioni che consentano di tornare in campo a chi ha avuto il suo problema”. Parole pronunciate sul palco di Sanremo, che sanno di promessa.
Con lo sguardo rivolto proprio alla Premier League e al suo regolamento, Abodi potrebbe presto incontrare Maurizio Casasco, presidente della FMSI (Federazione Medico Sportiva Italiana), come riporta Il Messaggero.
Una legge ad hoc potrebbe superare l’imposizione attuale dei protocolli scientifici, di fatto delegando ai singoli calciatori la responsabilità di tornare in campo, nonostante le difficoltà acclarate. Responsabilità totale sotto l’aspetto del rischio per la propria salute ma parziale per quanto riguarda i costi sanitari, considerando il sistema vigente in Italia rispetto a quello inglese.
È però importante ottenere una diagnosi certa. Allo stato attuale, infatti, il defibrillatore non è il suo principale ostacolo. Quello potrebbe spingere una squadra a non puntare su di lui, così come indirizzare Bove stesso verso un’altra carriera. Il nostro codice guarda, è importante sottolinearlo, alla patologia. L’impedimento a tornare in campo giunge nel momento in cui permane un rischio grave.
Bove si sottopone ormai da mesi a ulteriori test, dopo le dimissioni di metà dicembre scorso. Una malformazione genetica eventuale sbarrerebbe le porte di qualsiasi serie in Italia, con il regolamento attuale. Con dei dati chiari, Abodi chiederà un confronto per comprendere i margini d’azione in fase di revisione, così da garantire un futuro italiano a Bove ma, al tempo stesso, non consentire un pericoloso “liberi tutti”.