Pedalare fa bene, i benefici per la salute quando si va in bici

Il ciclismo è un’attività aerobica, che comporta un impegno costante e fa lavorare cuore e polmoni. A volte, però, ci si dimentica di ascoltare il proprio corpo: ecco cosa tenere in mente per la salute quando si va in bici.

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Federico Mereta

Giornalista scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica. Raccontare la scienza e la salute è la sua passione, perché crede che la conoscenza sia alla base di ogni nostra scelta. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Viene alla mente questo antico proverbio quando si vede il rapporto degli italiani con la salute, stando a quanto descritto in un sondaggio internazionale di Ipsos del 2022. Perché se quasi nove persone su dieci pensano che pedalare può contribuire a risolvere i problemi legati al traffico, ed al conseguente inquinamento, alla fine solo il 13% degli intervistati usa questo mezzo per trasporti brevi, ovvero sotto i due chilometri. Ma soprattutto più di sei persone su dieci pensano che muoversi sulle due ruote nella propria area possa essere pericoloso.

Insomma. Siamo molto attenti. E spesso preferiamo la passeggiata alle due ruote, anche se una ricerca mostra come alla fine, la presenza delle piste ciclabili in prossimità delle rotatorie potrebbe essere un elemento che favorisce la sicurezza, anche in auto. La ricerca è stata condotta in Pennsylvania, a Jersey Shore, dagli dell’Università Rutgers-New Brunswick. Ed è stata pubblicata su The Journal of Urban Mobility. Secondo l’indagine installare un tratto di pista ciclabile quando si avvicina un incrocio diventa una sorta di “deterrente” per chi tende ad esagerare con la velocità in auto, con conseguente impatto sul rischio di incidenti e sulla loro gravità. La maggior sicurezza legata all’incremento dell’attenzione alla strada per controllare quanto avviene sulla pista destinata alle bici sarebbe anche alla base di una maggior tranquillità per i pedoni. In tutti i casi, il monito che viene è di fare attenzione. Non solo al traffico, ma anche al proprio corpo.

Perché fa bene la bicicletta

Non pensate solo ai muscoli e alle articolazioni. Anche cuore e arterie debbono essere in grado di sostenere lo sforzo. A volte, però, ci si dimentica di “ascoltare” i segnali che l’apparato circolatorio invia. E cominciano i rischi. Il primo consiglio è quindi quello di fare riferimento al proprio medico per dosare bene l’attività e di conseguenza saperne trarre i vantaggi che ci sono.
Per capire se si sta esagerando può essere d’ausilio una formula matematica, che consente di capire a che valori di frequenza cardiaca dobbiamo lavorare per eseguire un allenamento “moderato”: basta detrarre da 220 la propria età. Il risultato che si ottiene può stabilire il valore massimo di frequenza raggiungibile da un soggetto allenato durante un lavoro aerobico. Basta allenarsi al 50-60 per cento del valore, controllando i battiti, per pedalare con tranquillità.

Detto questo, ricordiamo che (a meno che non ci si avventuri in salite da Gran Premio della Montagna senza adeguato allenamento) il ciclismo è un’attività aerobica, che comporta un impegno costante e fa lavorare cuore e polmoni. Col tempo, questo sport fa diminuire il colesterolo cattivo nel sangue, quello legato alle proteine LDL, facendo aumentare al contempo quello buono (HDL). Inoltre pedalare è un’attività isotonica, perché contrazioni e decontrazioni muscolari si ripetono ritmicamente. Per questo pedalare in pianura può essere consigliato, se il medico lo ritiene, anche per chi ha la pressione arteriosa leggermente alta. Ricordiamolo però: se non si è allenati occorre evitare di affrontare pendii particolarmente scoscesi, anche per non sottoporre a sforzi troppo intensi il cuore e l’apparato respiratorio. Per chi chiede troppo ai muscoli c’è poi il rischio di contratture: per evitare problemi bisogna fermarsi non appena il muscolo inizia a “tirare”, anche se si ha la sensazione di sopportare il dolore.

Gli effetti sugli organi genitali maschili

Gli effetti dell’attività fisica si ripercuotono positivamente sul benessere maschile e sugli organi dell’apparato riproduttivo. Da un lato infatti il mantenimento di questa sana abitudine consente una miglior risposta da parte dei vasi sanguigni che irrorano gli organi come il pene, favorendo quindi un’erezione ottimale, dall’altro lo sforzo fisico permette la liberazione di particolari sostanze chiamate endorfine, influenzando positivamente il mantenimento di un valido rapporto di coppia. Non solo: la regolare attività fisica si è dimostrata in grado di aiutare la sintesi di ossido nitrico, un particolare composto che agevola il naturale processo di erezione del pene. Come se non bastasse l’attività fisica regolare può aiutare a mantenere soddisfacenti livelli ormonali, in particolare di testosterone, estremamente importanti per mantenere un valido benessere sessuale anche negli over-50.

Tuttavia, dopo che si è superata la soglia degli “anta”, occorre fare attenzione nella scelta dello sport considerando i potenziali rischi che possono essere legati alla disciplina. Per questo è fondamentale il colloquio con il medico e con l’urologo-andrologo, per far sì che prendersi cura di sé stessi sia davvero utile e che gli sforzi non abbiano ripercussioni negative sul benessere maschile. Il ciclismo, e in particolare le pedalate in mountain bike su percorsi accidentati, può infatti avere ripercussioni negative sul benessere maschile. La posizione che si assume sul sellino e i piccoli traumi possono influire negativamente sull’erezione, fino a diventare un potenziale fattore di rischio per la disfunzione erettile. Per questo è importante indossare indumenti protettivi che evitino anche il rischio di comparsa di infiammazioni cutanee, controllare bene le sospensioni della bicicletta e monitorare insieme allo specialista andrologo-urologo il benessere dell’apparato riproduttivo. E ricordate: a volte il ciclismo può essere sconsigliato non solo per chi soffre di disfunzione erettile ma anche a chi ha problemi a carico della prostata, come un’ipertrofia prostatica benigna o è sovente soggetto ad infiammazione della ghiandola.

Per il ginocchio attenzione alla sella

Il troppo stroppia. Teniamo sempre presente questa regola visto che se da un lato chi pedala tiene in movimento i muscoli di gambe e braccia (questi ultimi sono fondamentali per mantenere con forza il manubrio e non solo) le articolazioni del ginocchio possono essere messe a dura prova dagli sforzi. Quindi, se l’allenamento non è sufficiente, si rischiano dolori da sovraccarico. Per questo, soprattutto negli adulti, conviene sempre non solo curare bene i piegamenti e gli sforzi delle ginocchia ma anche controllare che il movimento sia eseguito correttamente. Per questo bisogna imparare bene i movimenti da fare, soprattutto se si è in sovrappeso, e occorre anche tarare bene l’altezza del sellino. Se si ha una sella eccessivamente bassa c’è il rischio che faccia male la parte anteriore del ginocchio, mentre al contrario, se si arriva a malapena ai pedali, esiste il rischio che i muscoli posteriori della bamba debbano stare a lungo estesi eccessivamente, con conseguente dolore dietro il ginocchio.