Caffè, quando la “tazzulella” fa bene e quando fa male

In tutti i casi la chiave del consumo si chiama moderazione, anche per evitare effetti sull’apparato cardiovascolare come la tachicardia e la classica “insonnia”

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Federico Mereta

Giornalista scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica. Raccontare la scienza e la salute è la sua passione, perché crede che la conoscenza sia alla base di ogni nostra scelta. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

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Il caffè è amico o nemico della salute? Viene da chiederselo anche alla luce dei numerosi studi che si moltiplicano mostrando associazioni tra la bevanda e la prevenzione (o un maggior rischio) di condizioni patologiche varie. Gli studi epidemiologici mostrano comunque che la chiave del consumo si chiama moderazione, anche per evitare effetti sull’apparato cardiovascolare come la tachicardia e la classica “insonnia”.

Consumo su misura

Il caffè può aiutare il benessere. Ci sono studi che mostrano come il consumo moderato possa risultare associato ad un minor rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e alcune patologie neurodegenerative. È anche una fonte di antiossidanti e può migliorare la concentrazione, l’umore e le prestazioni fisiche.

Il principale elemento da controllare nel caffè è la presenza di caffeina, che ha una serie di azioni sull’organismo e in particolare sul sistema cardiovascolare. In genere in ogni tazzina ci sono circa 80 milligrammi di caffeina e per il corpo sarebbe ottimale non superare la soglia di 4-5 milligrammi per chilo di peso al giorno di questa sostanza.
Cosa fare per chi ama il caffè? In genere, conviene tenersi intorno ai 300 milligrammi al giorno senza dimenticare che la moka di casa in genere è più ricca di caffeina rispetto all’espresso del bar o delle sempre più diffuse macchinette domestiche. Pensate: normalmente quanto più l’acqua passa velocemente attraverso il filtro con il caffè, tanto minore è il contenuto in caffeina. Per questo l’espresso è di regola più leggero, ma la moka è comunque meno ricca di caffeina rispetto al classico caffè turco.

Ancora: non dimenticate che, in termini di salute, parliamo di medie. Ognuno è fatto a suo modo. Ci sono persone particolarmente sensibili alla caffeina, e per queste sentir battere il cuore a grande velocità o avere le palpitazioni magari anche dopo un solo caffè non è impossibile. L’importante è conoscersi e saper valutare le proprie reazioni, ricordando che magari, se si soffre di pressione alta o di altri problemi cardiovascolari, è meglio limitarsi alla tazzina della mattina e a non andare oltre (ma proprio se ci tenete) a quella dopo il pranzo anche in assenza di fastidi. Per chi soffre di insonnia, poi, meglio evitare i caffè nel pomeriggio. Esiste infine una possibile restrizione, che va sempre tenuta presente. Chi soffre di gastrite in fase acuta o ha un’ulcera potrebbe avere dei fastidi bevendo il caffè, perché questo aumenta la secrezione acida dello stomaco. In pratica questa è l’unica reale controindicazione.

Insomma, chi non riesce a partire la mattina senza una tazza di caffè e non può farne a meno nella pausa pranzo, pena un terribile “abbiocco” postprandiale, sembra poter stare davvero tranquillo. A patto che ovviamente non si ecceda con zucchero, panna o altri ingredienti. In questo caso, anche l’espresso può divenire meno valido per il benessere.

Un’iniziativa al femminile

Parlando di caffè tra le novità occorre citare l’iniziativa “Robusta Linea Rosa” l’iniziativa che mette in prima fila le imprenditrici italiane del caffè. Ha debuttato in occasione dell’International Coffee Forum di Napoli, tenutosi al Centro Congressi dell’Università Federico II: oltre il 70% della forza lavoro nelle piantagioni mondiali è femminile, mentre in Italia il 32% delle torrefazioni vede oggi donne in ruoli decisionali o imprenditoriali. A questo si aggiunge un dato crescente: il 58% delle decisioni d’acquisto legate al caffè a casa è guidato da donne. A dirlo è una ricerca Nielsen 2024.

“La ‘Robusta’ Linea Rosa – giocando anche su una delle due varianti più diffuse del caffè – nasce per dare voce a chi costruisce ogni giorno valore, aroma e futuro”

fanno sapere gli organizzatori dell’evento. La scelta arriva in un momento di svolta per il settore. Il mercato dello specialty coffee cresce a ritmo sostenuto, +14% annuo, e il valore non si misura più solo nella qualità della tostatura ma anche nel racconto: chi c’è dietro il caffè, come viene prodotto, quale impatto genera e quale futuro proietta in una tazzina.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.