Aspartame e dolcificanti, nuovo studio rivela i rischi di ictus e infarto

Un recente studio dimostra che il consumo di dolcificanti facilita la formazione di placche nelle arterie con conseguente maggior rischio di sviluppare infarti o ictus

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Federico Mereta

Giornalista scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica. Raccontare la scienza e la salute è la sua passione, perché crede che la conoscenza sia alla base di ogni nostra scelta. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 24 Febbraio 2025 11:30

A volte, quanto accade è esattamente il contrario di quello che si fa perché non si verifichi. Prendete il caso degli edulcoranti. Si sceglie di assumere cibi che li contengono evitando invece lo zucchero per limitare l’effetto di fattori di rischio cardiovascolari, come il sovrappeso o un eventuale diabete. E ci si ritrova ad analizzare studi scientifici che in qualche modo ipotizzano un maggior rischio di andare incontro ad infarto ed ictus in chi consuma regolarmente prodotti di questo tipo. Insomma, si rischia che la toppa sia peggiore del buco.

In realtà, chi si occupa di alimentazione segnala come alla base di tutto ci sia la necessità di limitare gli zuccheri semplici e di abituarsi ad alimenti meno dolci, piuttosto che controllare esclusivamente le calorie e quindi basarsi solo su di esse nella scelta degli alimenti. Ma più in generale, ciò che conta è modificare le abitudini e le percezioni che ci fanno ricercare troppo spesso il dolce.
L’Organizzazione mondiale della sanità, va ricordato, consiglia di non superare il 10 per cento delle calorie totali attraverso il consumo di zuccheri. Un consumo eccessivo di saccarosio, il costituente dello zucchero, aumenta infatti il rischio di obesità e sovrappeso. Per questo si ricorre spesso ai dolcificanti artificiali, che assicurano un elevato anche perché aumentano le prove scientifiche di una potenziale associazione nel tempo tra elevato consumo di alcuni edulcoranti e maggior rischio di infarto ed ictus.

Aspartame e rischio infarto ed ictus nell’animale

L’ultima ricerca sperimentale che associa il consumo di dolcificanti, ed in particolare aspartame, con un più elevato rischio di infarto ed ictus è stata pubblicata su Cell Metabolism ed è stata condotta in laboratorio dagli esperti dell’Istituto Karolinska coordinati da Yihai Cao. Lo studio ha preso in esame una popolazione di topi particolarmente predisposti geneticamente a sviluppare patologie cardiovascolari. Per tre mesi gli animali sono stati nutriti con cibo contenenti quantità diverse di aspartame: la dose massima era simile sostanzialmente a quanto può assumerne un uomo bevendo tre lattine al giorno di bevande con il dolcificante. Dopo le 12 settimane di osservazione si è confrontato lo stato di salute di questi animali (ricordiamo, geneticamente predisposti ad un maggior rischio di eventi cardiovascolari) con quello di animali di controllo. Risultato: nei topi esposti ad aspartame si è avuto un aumento significativo dei parametri dell’infiammazione, associato ad una maggior produzione di insulina indotta propria dall’eccesso di edulcorante nell’alimentazione e conseguenti picchi insulinici, oltre che delle lesioni tipiche dell’aterosclerosi all’interno delle arterie. Non solo. Si è visto che in caso di esposizione al dolcificante crescono i valori della proteina CX3CL1 che avrebbe un’azione favorente sulla formazione delle placche aterosclerotiche, con conseguente maggior rischio (in caso di rottura di placca) di sviluppare infarti o ictus.

L’attenzione sull’eritritolo

In questo caso stiamo parlando di un altro edulcorante che funziona come sostituto dello zucchero. Fa parte dei cosiddetti polialcoli. È classificato come additivo alimentare e si può trovare anche con la sigla E968. Si tratta di un prodotto naturale che viene infatti ottenuto dalla fermentazione batterica di frutta e ortaggi. Uno studio osservazionale coordinato da Stanley Hazen della New Cleveland Clinic e pubblicato su Nature Medicine ha prospettato l’ipotesi che il consumo di questa sostanza nel tempo possa risultare associato (non ci parla quindi di rapporto causa-effetto) ad un maggior rischio di infarto o ictus.
Dalla ricerca emerge anche una possibile azione sui meccanismi che controllano la coagulazione in volontari sani. Sia chiaro. Non si tratta di osservazioni definitive e si è in attesa di ulteriori studi per chiarire meglio la situazione. In ogni caso lo studio è estremamente interessante. Considerando oltre 1000 persone con patologie cardiovascolari, quindi per definizione più esposti ad eventi, nei tra anni di osservazione chi aveva livelli nel sangue più alti di edulcoranti, ed in particolare di eritritolo, presentava un rischio più elevato di sviluppare eventi avversi cardiovascolari maggiori come infarto o ictus. Non solo. Come detto, su volontari sani si è vista una possibile azione della coagulazione da parte della sostanza, che fa parte della famiglia in cui sono compresi anche composti molto usati come lo xilitolo.

Non si deve esagerare

L’attenzione della scienza sui tanti edulcoranti – ne esistono davvero molti e di tipo diverso – è elevata. In attesa di una definizione della problematica e di ulteriori prove dalla ricerca, rimane comunque il consiglio di controllare non solo le calorie ma anche le fonti da cui esse giungono nell’organismo. A tavola, proprio per soddisfare il bisogno di dolce, tendiamo a puntare su alimenti e bevande che riducono le calorie ingerite perché non si ricorre al tradizionale saccarosio, lo zucchero cui siamo abitati. Ma l’attenzione all’alimentazione deve essere globale, così come occorre considerare l’intero modello dietetico, sulla scorta delle abitudini dell’alimentazione mediterranea. Teniamolo presente.