Primi sondaggi politici dopo le elezioni europee: cos’è cambiato

Chi vincerebbe le elezioni se si votasse oggi? Vediamo quali sono gli umori degli italiani a un mese dalle europee e le percentuali delle intenzioni di voto

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

A quasi un mese dalle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno 2024 e a un mese e mezzo dagli ultimi sondaggi politici, sono tornare le rilevazioni sulle preferenze di voto degli italiani. Il panorama profilato dai statisti non è cambiato nel tempo, anche se si notano alcune tendenze che potrebbero crescere nelle prossime settimane e portare anche a importanti novità per le formazioni nostrane.

La lunga pausa dei sondaggi politici è stata resa necessaria dalla concomitanza tra le consultazioni europee e quelle amministrative. Nei periodi a ridosso della chiamata alle urne non è possibile infatti procedere con l’esplorazione degli umori dei votanti.

Chi vincerebbe oggi le elezioni

Vediamo cosa si è mosso rispetto alle elezioni per il rinnovo dell’Europarlamento con la Supermedia di YouTrend e Agi del 4 luglio, basata sui dati forniti da Demopolis (25 giugno), Euromedia (30 giugno), Ipsos (29 giugno), Swg (17 e 24 giugno), Tecné (22 e 29 giugno e Youtrend (1° luglio).

  • Fratelli d’Italia: 28,9% (+0,1);
  • Partito Democratico: 24,0% (-0,1);
  • Movimento 5 Stelle: 10,4% (+0,4);
  • Forza Italia: 9,0% (-0,6);
  • Lega: 8,7% (-0,3);
  • Alleanza Verdi e Sinistra: 6,6% (-0,2);
  • Azione: 3,3% (-0,1);
  • Italia Viva: 2,2% (–);
  • Pace Terra Dignità: 1,9% (-0,3);
  • +Europa: 1,8% (–);
  • Sud chiama Nord: 1,1% (-0,1);
  • Noi Moderati: 0,7% (–).

L’avventura degli Stati Uniti d’Europa, composti da Italia Viva e +Europa, non è durata: Matteo Renzi ed Emma Bonino hanno diviso le loro strade e il progetto non è confluito in un partito strutturato.

In generale le percentuali delle intenzioni di voto al 4 luglio rispecchiano i risultati delle urne. È interessante notare come partiti che a lungo hanno avuto un segno negativo, come Fratelli d’Italia della premier Giorgia Meloni e il Movimento 5 Stelle, siano in positivo. Piccoli cedimenti si rilevano invece in tutte le altre formazioni principali.

Niente effetto gregge post europee

Manca tuttavia un vero e proprio effetto bandwagon, come segnalato dagli analisti della Supermedia. Si tratta del fenomeno per cui le persone tendono a supportare un candidato o un partito politico che esce vincitore dalle votazioni o che nei sondaggi risulta in netto vantaggio rispetto agli altri.

Gli elettori indecisi e quelli che non si rispecchiano in nessuna formazione tendono a seguire la massa – da cui anche il sinonimo di effetto gregge – e dare le loro preferenze a chi è o è percepito come un cavallo sicuro, in un ciclo di autorafforzamento in cui il supporto attira ancora nuovo supporto.

Le dinamiche nella maggioranza

Niente exploit dunque: la presidente del Consiglio, dopo aver portato a casa un risultato in linea con le aspettative, continua ad attrarre la propria fetta di elettori. Il segno positivo è però indice che qualcosa si smuove all’interno della maggioranza e delle sue dinamiche: FdI cresce mentre Forza Italia e Lega registrano piccoli cali.

Non è certo una novità il fatto che il partito di Giorgia Meloni traini la compagine di centro-destra. La vittoria alle urne e l’eco mediatica del G7, che si è svolto nella particolare e criticata cornice del resort Borgo Egnazia a Fasano, in provincia di Brindisi, sembrano aver giovato all’immagine del capo dell’Esecutivo.

Antonio Tajani, nonostante il segno negativo e i numeri ancora bassi e decisamente non in linea con i fasti del passato, ha ormai definitivamente portato Forza Italia al secondo posto nella maggioranza. I numeri di Matteo Salvini e della Lega, continuano la corsa verso il basso.