Ponte sullo Stretto, il comitato attacca il Governo Meloni: “Prende in giro l’Ue”

Il comitato Invece del Ponte attacca il governo Meloni sul Ponte sullo Stretto di Messina: discrepanze tra realtà e quanto detto all'Ue

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 12 Luglio 2024 12:23

Attacco del comitato di cittadini “Invece del ponte” al Governo Meloni sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Dopo il rinvio dell’inizio dei lavori, che avrebbero dovuto cominciare in estate stando a quanto detto dal ministro Salvini, ora l’accusa è quella di raccontare in Unione Europea una storia diversa dalla narrativa che l’esecutivo ha portato avanti per il progetto in Italia.

Secondo il comitato, il Governo avrebbe sminuito lo stato di avanzamento della procedura davanti alla Commissione europea, non comunicando all’esecutivo continentale le proprie reali intenzioni e chiedendo fondi per studi preparatori, quando avrebbe già intenzione di cominciare il prima possibile i lavori.

Le accuse del comitato contro il Governo: “Ha preso in giro l’Ue”

Il comitato Invece del ponte ha rilasciato alcune dichiarazioni che accusano il Governo Meloni e i suoi rappresentanti di non aver detto la verità alla Commissione europea sull’avanzamento del progetto del ponte sullo Stretto di Messina.

“La Commissaria Valean ha dichiarato di non essere a conoscenza ‘di una decisione definitiva per il ponte’ e che, in base alle informazioni rese dal Governo, ‘le mappe del regolamento Ten-T riveduto mostrano attualmente il progetto allo stadio di studio/idea’” esordisce il comunicato.

“Ma la revisione del regolamento Ten-T è avvenuta il 24 aprile scorso, quando il governo aveva già ricevuto da 2 mesi e 10 giorni un progetto qualificato come ‘definitivo’. Il governo non ha informato la Commissione di aver messo in atto la procedura per la decisione ‘definitiva’ in base a un progetto che ritiene tale. È gravissimo” continua poi il comitato, accusando il Governo di non aver rivelato il vero stato di avanzamento dei lavori all’Ue.

“Ancora, Valean afferma che ‘il promotore del progetto deve studiare alternative ragionevoli pertinenti per il progetto stesso’. Mentre il governo sostiene che non si deve studiare nessuna alternativa, gettando alle ortiche anche la relazione tecnica del ‘gruppo di lavoro’ del Mit che indicava almeno tre alternative al ponte” prosegue il comunicato.

“Insomma, il governo ha fatto credere all’Europa che per il ponte siamo ancora in una fase di ‘studio/idea’, nella quale devono essere considerate accanto al progetto ipotizzato anche ragionevoli ipotesi alternative, e ha chiesto fondi per ‘studi preparatori’, quando fa leggi per ottenere immediatamente un ‘progetto definitivo’ che vuole cantierare senza attendere nemmeno un’approvazione integrale dell’esecutivo” accusa il comitato.

A che punto è il Ponte sullo Stretto di Messina

Secondo quanto dichiarato dal ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Matteo Salvini, i cantieri del Ponte sullo Stretto di Messina avrebbero dovuto cominciare in estate. Lo scorso 10 maggio però la società Ponte sullo Stretto, che si sta occupando del progetto, ha chiesto una proroga di 4 mesi sull’inizio previsto dei lavori, spostando la data al più presto agli inizi del 2025.

Il problema che il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina deve affrontare prima di poter effettivamente partire è rappresentato dalle richieste del ministero dell’Ambiente, che ha presentato proprio a maggio oltre 200 domandi provenienti dalla commissione per la Valutazione dell’Impatto Ambientale (Via). Oltre a questi adempimenti sta emergendo anche il problema degli espropri, con diverse associazioni di cittadini che si stanno opponendo.