Jamil Sadegholvaad, il sindaco di Rimini ha origini che gli valgono un record

L'elezione di Jamil Sadegholvaad a sindaco di Rimini ha avuto grande eco mediatica e un enorme valore sociale: il simbolo di un domani diverso in Italia

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Nel 2021 Rimini ha accolto un sindaco da record, Jamil Sadegholvaad. È di fatto un primo cittadino unico nel suo genere, essendo di origine straniera. Ciò non era mai accaduto prima in un Comune capoluogo.

Un segno del cambiamento dei tempi anche in Italia, anche se c’è da credere che abbia dovuto fare i conti con molti pregiudizi. Ha spiegato di non volersi nascondere dietro a un dito e di sapere perfettamente d’essere per molti il sindaco dal nome strano. Consapevole del valore simbolico della sua elezione, ha spiegato al tempo, ma speranzoso nel fatto di poter essere giudicato per il suo operato.

Sindaco di seconda generazione

I tempi cambiano, per fortuna, e così dopo essere stato assessore nella giunta di Andrea Gnassi, Jamil Sadegholvaad si è candidato al ruolo di sindaco di Rimini e ha avuto la meglio. Nome a parte, il primo cittadino non deve comprendere la cultura italiana, non deve abituarsi alle abitudini locali e studiare per rendersi conto delle problematiche del territorio. Rimini è casa sua.

Nato in Riviera Romagnola nel 1972, vanta padre iraniano e madre di Coriano. Tutto ha avuto inizio sul finire degli anni ’60, con il genitore in vacanza in Italia durante una pausa dagli studi in Germania. Il colpo di fulmine che lo ha travolto gli ha poi impedito di abbandonare la Romagna. Membro della comunità, è il titolare di un negozio di tappeti ormai storico.

Parlando della sua formazione, ha spiegato come suo padre abbia sempre pensato alla sua integrazione. Seppur di religione musulmana, l’uomo non ha avuto problemi nel mandare il figlio in un asilo gestito dalle suore. Tutto ciò ha aiutato Jamil Sadegholvaad a comprendere al meglio alcune battaglie sociali, come quella dello Ius Soli.

Critico nei confronti del Partito Democratico, spesso impegnato in lotte sociali nel momento storico sbagliato, dice. Inutile parlare se poi non ci sono reali sbocchi concreti. Per quanto giuste, certe battaglie devono essere condotte quando si hanno chance di vittoria: “Altrimenti sono soltanto bandiere sventolate, sapendo bene che non si arriverà da nessuna parte”.

Sindaci dai nomi strani

Guardando all’Europa, Jamil Sadegholvaad si rallegra del fatto che i “sindaci dai nomi strani” si stiano moltiplicando. Parlando di integrazione, ha spiegato in passato come concedere la cittadinanza in maniera indiscriminata a chiunque nasca su un territorio non rientra nella sua visione politica.

Al tempo stesso, però, c’è la grande necessità di integrare anche attraverso la cittadinanza i giovani di seconda generazione. Un processo che prevede una condivisione di valori, principi e ideali. L’Europa va cambiando e percorsi come il suo aiutano di certo a cancellare pregiudizi e chiusure mentali. Si guarda con speranza alle future generazioni ma è oggi che occorre gettare le basi per un domani diverso.

“Il fatto che i sindaci di seconda generazione si moltiplichino in Europa è un segnale positivo. Spesso si parla di integrazione mancata. A casa mia c’è diversità di religioni e si parlano correntemente tre lingue, con la madre di mia figlia che è di San Paolo ed è spiritista. Con lei il mio tasso di internazionalità si è ulteriormente allargato. Ho radici profonde a Rimini ma la testa è aperta al mondo”.