Nel rimpallo di accuse tra Mosca e Kiev sui bombardamenti troppo vicini alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, a rischiare grosso è anche tutto il resto d’Europa. L’allarme disastro nucleare sul più grande sito di produzione di energia atomica del continente era alto già all’inizio dei combattimenti che hanno portato all’occupazione russa dell’impianto.
Nelle ultime settimane il campo di battaglia nella zona è tornato ad accendersi con diversi missili caduti in prossimità dei depositi di sostanze radioattive che fanno temere il peggio agli organismi internazionali. Se Usa e Onu chiedono di demilitarizzare tutta l’area attorno all’impianto, la Russia accusa l’Ucraina di spingere “il mondo sull’orlo di un disastro nucleare paragonabile a Chernobyl” ed è pronta ad attribuire a Washington e Kiev la responsabilità di un’eventuale catastrofe.
Zaporizhzhia, sale l’allerta sulla centrale nucleare: le accuse
I due schieramenti in Ucraina si accusano da giorni reciprocamente di usare gli impianti nucleari dietro le quali condurre le proprie operazioni militari. I preparativi delle forze armate di Kiev per cercare di riconquistare la regione di Kherson, porta d’accesso alla Crimea a sud di Zaporizhzhia, spingono i russi a reagire allargando i combattimenti verso nord.
Se nella giornata di giovedì l’ente nazionale per l’energia ucraino, Energoatom, ha denunciato cinque raid russi nei pressi di un deposito di sostanze radioattive che avrebbero danneggiato “diversi sensori di rilevamento delle radiazioni”, l’ultima accusa è arrivata dalla Russia di Vladimir Putin che imputato ai nemici un colpo d’artiglieria sparato a soli 10 metri da un deposito di combustibile nucleare esaurito.
Durante la riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite convocata sul tema, l’ambasciatore russo all’Onu, Vasily Nebenzya, ha dichiarato che “gli atti criminali dell’Ucraina contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia spingono il mondo sull’orlo di un disastro nucleare paragonabile a Chernobyl”.
Per Nebenzya l’incidente potrebbe accadere “in ogni momento” e riporta l’invito del Cremlino per una missione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) sul sito “il prima possibile”.
Per il diplomatico russo però la condizione della visita rimane l’occupazione militare dell’area e per questo, così come le autorità filorusse di Zaporizhzhia, ha respinto l’appello del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, di un perimetro di sicurezza attorno alla centrale.
Di contro, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato la comunità internazionale a “reagire immediatamente” per cacciare gli “occupanti” russi dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia. “Solo il ritiro completo dei russi garantirebbe la sicurezza nucleare di tutta l’Europa”, ha detto.
Zaporizhzhia, sale l’allerta sulla centrale nucleare: cosa potrebbe accadere
Secondo le informazioni diffuse in un comunicato dall’Aiea, che da giorni avverte sulle conseguenze di un incidente nucleare, nella centrale di Zaporizhzhia non vi sarebbero immediati rischi alla sicurezza, ma due azioni belliche, del 5 e del 6 agosto, hanno danneggiato la linea di alimentazione elettrica esterna e parti di edifici nella zona presso la quale è stoccato a secco il combustibile nucleare esaurito.
Anche nel caso in cui un atto bellico colpisca parti vitali della centrale, i sistemi di protezione dell’impianto potrebbero scongiurare delle fuoriuscite di radioattività, ma i danni potrebbero portare a scenari di compromissione del nocciolo del reattore e della struttura di contenimento, con rilasci significativi di radioattività nell’ambiente.
Il Wenra e l’Herca, le associazioni degli enti europei in materia di radioprotezione e sicurezza nucleare, hanno valutato che le loro conseguenze richiederebbero un’evacuazione nel raggio di 20 km e di riparo al chiuso nel raggio di 100 km, pertanto con un impatto significativo per la popolazione Ucraina.
Un reattore moderno, come quelli che compongono la centrale di Zaporizhzhia, è protetto da uno scudo di cemento progettato per proteggerlo dall’impatto, per esempio, di un aereo delle dimensioni di un caccia, ma non di un missile. Per questo sarebbero difficili da prevedere gli effetti in caso di attacco bellico: i rilasci di radioattività potrebbero essere superiori ed il raggio d’azione nel quale adottare misure protettive esteso (qui avevamo parlato del rischio di un’escalation nucleare)
Riguardo all’Italia, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare, Isin, fa sapere che, considerata la distanza, in caso di incidente nella centrale ucraina non ci sarebbe l’esigenza di misure protettive dirette, ma sarebbe necessaria una modellazione della dispersione atmosferica ed un attento monitoraggio radiometrico.