Operazione “Spade di Ferro”: la terribile azione militare annunciata da Israele

In risposta all'attacco a sorpresa di Hamas, le Forze di Difesa Israeliane hanno lanciato l'operazione "Spade di Ferro", una terribile azione militare

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

In risposta all’attacco a sorpresa di Hamas, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno avviato l’operazione “Spade di Ferro”, una terribile azione militare controffensiva che, di fatto, ha ufficializzato lo stato di guerra tra Israele e Gaza.

Lo ha confermato l’IDF, che ha promesso ritorsioni contro Hamas e affiliati. “Cittadini di Israele, siamo in guerra. Il nemico pagherà un prezzo senza precedenti. Vinceremo”, sono state le prime dichiarazioni ufficiali.

Operazione “Spade di Ferro”, la controffensiva di Israele non si ferma

L’Operazione Spade di Ferro è la risposta militare israeliana a Gaza, all’indomani dei mortali attacchi terroristici guidati da Hamas. Si tratta di una controffensiva dell’esercito di Israele, una delle più violente di sempre e, molto probabilmente, ancora agli inizi. Infatti, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il tenente generale Herzi Halevi, capo delle forze di difesa israeliane (IDF), hanno tutti dichiarato separatamente che questa sarà una “lunga guerra”.

L’esercito israeliano sta combattendo i terroristi di Hamas in diverse località del sud di Israele vicino al confine con la Striscia di Gaza, comprese le città di Kfar Aza, Sderot, Sufa, Nahal Oz, Magen, Be’eri e la base militare di Re’im. Le operazioni militari sono state particolarmente violente ma, cosa più grave, hanno coinvolto molti – tantissimi – civili.

Fin dal giorno dopo l’attacco del 7 ottobre 2023 i bombardamenti sulla Striscia di Gaza non si sono fermati, anche a danno dei bambini. Inoltre, sono migliaia le persone rimaste senza una casa, sfollati e feriti. Altrettanto numerosi, troppo, i morti.

La controffensiva di Israele quindi non si ferma, al contrario, l’esercito ha annunciato che prevede di arruolare decine di migliaia di soldati. Em proprio in queste ore, il Premier Netanyahu ha fatto sapere che presto Israele procederà anche agli attacchi via terra.

Cosa prevede l’operazione “Spade di Ferro”: come e dove stanno colpendo (anche i civili)

Secondo quanto emerso dai primi report, dopo il via ufficiale all’operazione “Spade di Ferro”, l’aeronautica israeliana ha continuato a effettuare massicci attacchi aerei su obiettivi definiti terroristici nella Striscia di Gaza. I palestinesi li hanno definiti bombardamenti “senza precedenti”, i più pesanti e violenti mai visti dall’inizio del conflitto.

Inoltre, coordinate da Israele, le forze di terra hanno operato lungo il confine di Gaza per conquistare l’area in preparazione a un attacco e tentare di raccogliere ulteriori informazioni sui dispersi e sui rapiti da Hamas, cui militanti hanno continuato a lanciare razzi contro l’IDF, anche se a un ritmo relativamente più lento.

Nella Striscia di Gaza, secondo quanto riferito da chi è sul posto, la situazione umanitaria si sta deteriorando. L’Egitto ha proposto che gli sfollati palestinesi venissero insediati nell’area di Rafah, vicino al confine. Altri camion di aiuti sono arrivati al valico di Rafah, ma sono pochi e non bastano. Qualche tir e pure controllato in un’area così ampia e da diversi giorni sotto assedio non fanno la differenza per chi a Gaza è rimasto (tra cui diversi feriti, impossibilitati a muoversi per via delle proprie condizioni di salute).

Nel settore settentrionale, le squadre Hezbollah (libanesi che appoggiano Hamas) continuano ad attaccare le postazioni dell’IDF e le città, i paesi e i villaggi israeliani lungo e vicino al confine della Libia con missili anticarro, razzi e colpi di mortaio. Secondo i media palestinesi l’intensità degli attacchi di Israele è degenerata, diventando particolarmente violenta (“come mai prima”) durante la notte del 22 ottobre 2023.

Gli obiettivi (civili) colpiti

Alle operazioni militari ufficiali rivendicate di Israele e quelle attribuite ad Hamas, purtroppo, si aggiungono anche diversi obiettivi (civili) colpiti in questi giorni. Tra questi l’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahia e l’edificio Riyan nel campo profughi di Jabaliya.

Durante l’attività dell’IDF nella Striscia di Gaza i terroristi di Hamas hanno attaccato principalmente le città, i paesi e i villaggi israeliani vicino alla Striscia di Gaza. Una raffica è stata lanciata nell’area di Beit Shemesh e un’altra a Beersheba. Secondo la sorveglianza dell’IDF, i razzi sarebbero stati lanciati da asili, scuole e moschee, utilizzando persone della popolazione di Gaza come scudi umani.

Il portavoce del ministero della Sanità a Gaza, controllato da Hamas, ha riferito inoltre che 12 ospedali e 32 centri medici non funzionano a causa di (presunti) attacchi diretti dell’esercito di Israele. Inoltre, lo stesso ha aggiunto che c’è una grave carenza di risorse e rifornimenti sul territorio.

Philippe Lazzarini, commissario generale dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East), ha criticato Israele per non aver consentito la consegna di carburante a Gaza, impedendo così a ospedali e servizi essenziali di funzionare. Secondo i rapporti, si teme l’insorgenza di malattie a causa delle difficili condizioni di vita e della mancanza di acqua potabile e di prodotti igienici di base.

Queste, purtroppo, sono le terribili conseguenze dell’operazione militare.

Il bilancio delle vittime e l’appello di Unicef

A due settimane dall’inizio dell’operazione “Spade di Ferro”, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) ha denunciato il numero “sconcertante” di vittime tra i bambini a Gaza. Dai dati registrati e resi noti, i bombardamenti israeliani hanno ucciso più di 2.360 minori, la maggior parte dei quali bambini.

Altri 5.364 bambini sono rimasti feriti negli “incessanti attacchi” sulla Striscia di Gaza. Il bilancio delle vittime è terrificante, le stime dicono che più di 400 bambini vengono uccisi o feriti ogni giorno nell’enclave palestinese assediata.

Inoltre, quasi tutti i bambini nella Striscia di Gaza sono stati esposti a eventi e traumi profondamente dolorosi, segnati dagli scenari di distruzione, gli attacchi incessanti, gli sfollamenti e la grave carenza di beni di prima necessità come cibo, acqua e medicine.

Per questo motivo l’UNICEF ha chiesto un cessate il fuoco immediato e un accesso prolungato e senza ostacoli all’assistenza umanitaria.

“La situazione nella Striscia di Gaza è una macchia crescente nella nostra coscienza collettiva. Il tasso di morte e di ferimento dei bambini è semplicemente sconcertante”, ha affermato Adele Khodr, direttrice regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa. “Ancora più spaventoso è il fatto che, a meno che le tensioni non vengano allentate e a meno che non siano consentiti gli aiuti umanitari, inclusi cibo, acqua, forniture mediche e carburante, il bilancio delle vittime quotidiane continuerà ad aumentare”.