Donald Trump ha scelto tutti i membri della sua squadra di governo, il gabinetto, che guideranno i dipartimenti dell’esecutivo degli Stati Uniti. Il loro ruolo è, nella maggior parte dei casi, simile a quello dei ministri in Italia, e le nomine andranno confermate dal Senato con una maggioranza qualificata.
Da Elon Musk a Robert F. Kennedy, quasi ogni nome scelto dal prossimo presidente risponde soprattutto a una logica di fedeltà, dopo i rapporti turbolenti che Trump ebbe con membri di spicco del suo primo gabinetto. Sarà esclusa da questo elenco Susie Wiles, che ricoprirà la posizione di Capo di gabinetto. Seppur importantissimo, questo ruolo non è tecnicamente un segretario. Mancherà anche il vicepresidente J.D. Vance, che pur essendo parte del gabinetto non ha un ruolo specifico.
Indice
Le scelte di Trump sull’economia
Questi dipartimenti si occupano soprattutto di politica economica e spesa pubblica. Si tratta della parte più importante del gabinetto Trump, che vuole cambiare completamente la traiettoria della politica economica americana. Si passerà da un’ampia spesa pubblica e una politica di apertura commerciale a tagli alla spesa e altissimi dazi doganali.
Segretario al Tesoro: Scott Bessent
Nel cruciale ruolo di segretario al Tesoro, il più importante dipartimento economico, Trump ha scelto Scott Bessent. 62 anni, fondatore del fondo di investimento Key Square, Bessent è stato uno dei collaboratori più stretti di George Soros durante la crisi della sterlina, da cui i fondi del finanziere ungherese guadagnarono miliardi.
Convinto sostenitore dei dazi, sostiene che Trump debba seguire una linea economica basata su tre punti: mantenere la crescita economica degli Usa al 3%, controllare l’inflazione e aumentare la produzione di petrolio.
Segretario alla revisione della spesa: Elon Musk
Il ruolo di Elon Musk nel gabinetto di Trump non ha ancora un titolo ufficiale. Il suo dipartimento per l’Efficienza del governo sarebbe un’entità nuova creata ad hoc.
L’obiettivo sarebbe quello di tagliare miliardi di dollari in spesa pubblica, soprattutto smantellando diverse agenzie federali, vale a dire i bracci operativi dei dipartimenti. Un’operazione simile al grande taglio di personale fatto a Twitter dallo stesso Musk dopo l’acquisto del social diventato poi X.
Segretario al Commercio: Howard Lutnick
Manager finanziario, erede designato alla guida di Cantor Fitzgerald dal fondatore della società Bernard Cantor, Lutnick è tra i più importanti finanziatori della carriera politica di Donald Trump. Perse il fratello e buona parte dei dipendenti della sua società nell’attacco dell’11 settembre 2001 e divenne famoso per come salvò Cantor Fitzgerald dalla bancarotta.
Anche Lutnick, come Bessent, sostiene l’imposizione di dazi a tutte le merci di importazione. Durante un discorso a un comizio elettorale di Trump ha indicato negli Stati Uniti di inizio ‘900 il modello economico da seguire: nessuna tassa sul reddito e barriere doganali.
Segretaria al Lavoro: Lori Chavez-DeRemer
Sconfitta per la rielezione alla Camera, Chavez-DeRemer è tra i membri più moderati del gabinetto Trump. Il suo distretto in Oregon è molto in bilico e la sua retorica non è stata allineata a quella del presidente in campagna elettorale.
Questa sua moderazione le ha permesso però di ottenere l’endorsement di molti sindacati importanti, tra cui quello dei camionisti il cui leader, Sean O’Brien, ha esplicitamente chiesto a Trump di scegliere Chavez-DeRemer come segretaria al Lavoro dopo la sua sconfitta elettorale.
Segretario all’Energia: Chris Wright
Wright è Ceo di Liberty Energy, azienda che si concentra sull’estrazione di gas e petrolio di scisto tramite la tecnica del fracking. Nel 2024 ha donato più di 200mila dollari alla campagna elettorale di Donad Trump.
In passato, Wright ha affermato che la crisi climatica non esiste e che gli Usa non stanno attraversando nessuna transizione energetica. Ha inoltre definito il termine “inquinamento da anidride carbonica (carbon pollution)” come ingannevole e ha dichiarato che il movimento globale per il clima sta collassando sotto il suo stesso peso.
Gli uomini di Trump all’estero
I dipartimenti esteri sono quelli che solitamente richiedono i profili di maggior spicco nell’amministrazione americana. In particolare il segretario di Stato, che ricopre il ruolo di ministro degli esteri, ha una funzione fondamentale nei rapporti tra gli Usa e gli Stati esteri, sia alleati sia ostili.
Segretario di Stato: Marco Rubio
Pur avendo sostenuto Trump durante tutta la campagna elettorale, Marco Rubio è tra i pochi membri del gabinetto di Trump a non provenire dalla cerchia più ristretta del nuovo presidente. Fa parte del Tea Party, un movimento di estrema destra che aveva preso il controllo del Partito Repubblicano durante la presidenza Obama.
Come segretario di Stato, quindi ministro degli Esteri, dovrà affrontare alcune delle crisi geopolitiche più importanti degli anni recenti, dall’Ucraina al Medio Oriente. Rubio ha espresso in passato posizioni molto dure contro la Cina e contro le dittature socialiste del Sudamerica come il Venezuela di Maduro.
Segretario alla Difesa: Pete Hegseth
Maggiore dell’esercito, terzo grado dal basso su dieci totali degli ufficiali americani, Hegseth ha servito in Afganistan e in Iraq prima di diventar un opinionista di Fox News, dopo il fallimento della sua breve carriera politica.
Hegseth sarà a capo del Pentagono e dell’esercito più potente al mondo. Gli oppositori gli criticano una mancanza di esperienza negli alti gradi del comando militare e una quasi totale assenza di relazioni con i leader esteri.
Giustizia, Salute, Interni e Scuola
I dipartimenti interni si occupano del funzionamento dello Stato in numerosi aspetti. Tra i ruoli più importanti per questa amministrazione ci saranno la procuratrice generale, che potrebbe guidare un’indagine sulle elezioni del 2020, che Trump sostiene siano state truccate, e la segretaria per la Sicurezza Nazionale, che dovrà attuare il piano di deportazione di 20 milioni di persone promesso in campagna elettorale dal futuro presidente.
Procuratrice generale: Pam Bondi
Dopo la rinuncia di Matt Gaetz, ad essere scelta per il ruolo di ministro della giustizia è stata Pam Bondi. Ex procuratrice generale della Florida, ha fatto parte della squadra di avvocati che ha difeso Trump durante il suo primo impeachment, nel 2020.
Il ruolo di procuratore generale è particolarmente delicato per i poteri di iniziativa legale che questo ruolo concede. Il dipartimento di Giustizia (Doj) può infatti avviare in alcuni casi indagini e partecipare ai processi in veste di pubblica accusa. Trump, secondo il Washington Post, potrebbe utilizzare il Doj per provare a dimostrare le proprie tesi di un complotto per falsare il risultato delle elezioni del 2020.
Segretario alla Salute: Robert F. Kennedy
Ex candidato presidenziale indipendente, Kennedy ha rinunciato alla propria candidatura per sostenere Donald Trump a pochi mesi dal voto.
Kennedy è una delle figure di maggiore spicco del movimento mondiale no-vax. Ha più volte accusato i vaccini di causare varie malattie, dall’autismo al cancro fino alle allergie alimentari. Si è espresso in passato contro la fluorizzazione dell’acqua, il paracetamolo, le comunicazioni wireless e le “scie chimiche”.
Segretaria alla Sicurezza nazionale: Kristi Noem
Ex governatrice del South Dakota, Noem era stata tra le candidate a diventare la vicepresidente di Trump prima dell’uscita del suo libro autobiografico, in cui dichiara di aver soppresso il proprio cane con un colpo di pistola dopo una battuta di caccia.
Ricoprirà un ruolo molto simile a quello di ministro dell’Interno. Sull’immigrazione è allineata con Trump e ha già espresso supporto per il piano di deportazione di 20 milioni di persone promesso dal futuro presidente.
Segretaria all’educazione: Linda McMahon
Per il dipartimento dell’educazione Trump ha scelto la fondatrice di Titan Sport, società che sarebbe poi diventata la famosa Wwe, una delle più importanti associazioni di wrestling a livello mondiale.
Ha già ricoperto un ruolo in un dipartimento dell’Educazione a livello statale, nel 2009 in Connecticut. Si dimise l’anno successivo. È stata accusata dall’Associazione nazionale per l’educazione di voler smantellare il suo stesso dipartimento.
I dipartimenti minori
Esistono alcuni altri dipartimenti di dimensioni e importanza minore rispetto a quelli già citati, per i quali Trump ha già scelto i segretari.
- Segretario agli interni: Doug Burgum. Nonostante il nome, il dipartimento degli Interni non ha nulla a che fare con un ministero degli Interni. Si occupa delle terre federali, come i parchi nazionali.
- Segretario all’Agricoltura: Brooke Rollins. Simile al ministero dell’Agricoltura, questo dipartimento sarà guidato da una fedelissima di Trump, già parte del suo primo gabinetto.
- Segretario allo Sviluppo urbano e alla Casa: Scott Turner. Ex giocatore di football, Turner ha una lunga carriera politica alle spalle soprattutto a livello locale in Texas.
- Segretario ai trasporti: Sean Duffy. A fare da ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di Trump sarà un altro dei suoi fedelissimi e il secondo giornalista di Fox News del gabinetto.
- Segretario agli Affari dei veterani: Doug Collins. Questo ministero si occupa dei benefici che gli ex membri dell’esercito americano possono ottenere.
Trump ha già anche scelto la sua ambasciatrice presso le Nazioni Unite, la deputata repubblicana Elise Stefanik, e la direttrice dell’Intelligence nazionale, che sarà Tulsi Gabbard. Quest’ultima nomina è stata tra le più contestate in assoluto. Ex democratica, è stata accusata di essere molto vicina alle posizioni russe, si è opposta al riarmo del Giappone, e ha sostenuto con forza il diritto di Israele a difendersi dopo l’attacco del 7 ottobre 2023.