Mark Rutte è il nuovo segretario generale della Nato: come cambiano gli scenari

Mark Rutte potrebbe diventare presto il nuovo leader della Nato. Noto per le sue capacità diplomatiche, potrebbe fronteggiare i diversi scenari critici internazionali

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Il presidente della Romania, Klaus Iohannis, ha annunciato la sua decisione di ritirare la candidatura alla guida della Nato, esprimendo il pieno sostegno al primo ministro uscente olandese, Mark Rutte. Questa mossa strategica da parte di Bucarest mette Rutte in una posizione favorevole per succedere a Jens Stoltenberg, in attesa della ratifica ufficiale.

Chi è Mark Rutte

Mark Rutte sarà quindi delineato come nuovo segretario generale della Nato. Noto in patria come ‘teflon’ per la sua capacità di superare indenne le crisi politiche, ha iniziato la sua carriera nel 2002 dopo un’esperienza manageriale alla Unilever. Il punto di svolta è stato nel 2010, quando è diventato primo ministro, il primo del Partito Liberale a ottenere questo incarico dopo 92 anni. Da allora, ha mantenuto saldamente il timone, nonostante le mutevoli coalizioni e le sfide elettorali.

Il 7 luglio 2023, Rutte ha presentato le sue dimissioni a causa della gestione della crisi migratoria nei Paesi Bassi. Ma, anche da premier dimissionario, ha saputo rimanere un protagonista della scena politica, emergendo come il candidato principale per la successione a Stoltenberg dopo il fallimento del 2023 nel trovare un sostituto adeguato.

Abilità di compromesso e leadership

Il rifiuto di Jens Stoltenberg a ulteriori proroghe ha accelerato il processo decisionale tra gli alleati della Nato, portando alla scelta di Rutte. La sua abilità nel negoziare compromessi e gestire situazioni politicamente delicate, nonostante la sua fama di sostenitore dell’austerity, ha giocato a suo favore. Durante la presidenza di Donald Trump, Rutte ha ricevuto elogi dall’ex presidente, che lo definì “un tipo che mi piace”, sottolineando il suo potenziale valore strategico in caso di un ritorno di Trump alla Casa Bianca.

Nonostante il sostegno, Rutte ha dovuto affrontare critiche per la bassa spesa militare dell’Olanda e tensioni con Viktor Orban riguardo allo Stato di diritto in Ungheria. Ha però saputo gestire bene queste difficoltà, dimostrando pragmatismo e chiedendo scusa per le vecchie affermazioni che avevano causato attriti con Budapest.

Qual è il futuro della Nato sotto la guida di Rutte

L’eventuale nomina di Mark Rutte come prossimo segretario generale della Nato rappresenta un punto di svolta per l’Alleanza Atlantica. La reputazione del premier olandese come abile negoziatore e mediatore potrebbe rivelarsi essenziale per mantenere la coesione tra i 31 membri del patto atlantico in un periodo di tensioni geopolitiche crescenti. Politico riferisce che secondo fonti interne alla Nato, Rutte avrebbe già ottenuto il sostegno di oltre 20 paesi membri.

Uno degli scenari più rilevanti con Rutte alla guida riguarda le relazioni con gli Stati Uniti. Il suo rapporto positivo con l’ex presidente Donald Trump potrebbe facilitare una cooperazione più fluida, specialmente se Trump dovesse tornare alla Casa Bianca. Rutte dovrà però bilanciare questo legame con le esigenze e le aspettative dei membri europei della Nato, che potrebbero avere visioni diverse su questioni economiche e di sicurezza.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy aveva espresso fiducia già lo scorso febbraio nel possibile sostegno di Rutte per l’integrazione dell’Ucraina nella Nato. Questo scenario potrebbe intensificare le tensioni con la Russia, richiedendo una gestione diplomatica accurata per evitare un’escalation del conflitto. Rutte sarà chiamato a navigare tra il sostegno all’Ucraina e la necessità di mantenere una stabilità geopolitica.

Un altro scenario riguarda la modernizzazione delle forze armate della Nato sotto la guida di Rutte. La necessità di affrontare nuove minacce, come la guerra cibernetica e le tecnologie emergenti, richiederà una leadership che promuova l’innovazione e l’adattamento delle strategie difensive.

Attesa per il vertice di Washington

Nonostante il Consiglio Atlantico potrebbe procedere in autonomia, si prevede che la decisione finale sarà presa durante il vertice di Washington, in programma dal 9 all’11 luglio. Questo momento solenne servirà non solo a confermare la nomina di Rutte, ma anche a rendere omaggio alla leadership esemplare di Jens Stoltenberg, il cui mandato scadrà il 2 ottobre.