Guerra Ucraina, Putin minaccia l’atomica dopo l’ok degli Usa ai missili Atacms

Missili Usa colpiscono la Russia per la prima volta. Putin rilancia con la nuova dottrina nucleare. Meloni conferma il sostegno a Kiev

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 20 Novembre 2024 08:18

L’Ucraina ha sparigliato le carte del conflitto: per la prima volta, missili statunitensi a lungo raggio hanno colpito il territorio russo, puntando dritti sulla regione di Bryansk. L’operazione, confermata da Kiev, ha mandato su tutte le furie il Cremlino, che ha immediatamente rilanciato minacce nucleari e accuse contro l’Occidente. Un passo che alza la posta su un tavolo già carico di tensioni, è proprio il caso di dirlo, esplosive.

Nel frattempo, al G20 di Rio, Giorgia Meloni conferma il sostegno italiano all’Ucraina: “Resteremo al fianco di Kiev”. Critica verso Mosca, la premier parla dell’importanza di un’Europa compatta e si dice pronta a rinnovare il decreto per l’invio di armi.

Putin rilancia con la “nuova dottrina”

La reazione di Mosca non si è fatta attendere. Vladimir Putin ha firmato un decreto che cambia le regole del gioco sull’uso delle armi nucleari. Ora, le testate potrebbero essere impiegate anche contro Paesi privi di capacità nucleari, purché sostenuti da potenze dotate di arsenali atomici, come nel caso dell’Ucraina con gli Stati Uniti. Dal Cremlino definiscono la mossa necessaria per rispondere al nuovo scenario, mentre dall’Occidente arriva un coro di condanne per quella che viene giudicata una scelta pericolosa e irresponsabile.

La nuova dottrina nucleare firmata da Vladimir Putin apre scenari che agitano gli equilibri internazionali. Il presidente russo ha abbassato drasticamente la soglia per l’uso dell’atomica: basterà un attacco convenzionale da parte di un Paese non nucleare, ma sostenuto da potenze atomiche, per giustificare una risposta devastante.

Gli Atacms e l’accusa di Mosca

L’autorizzazione di Biden per l’uso dei missili Atacms da parte ucraina ha fatto infuriare Mosca. L’America, per Mosca, non è più solo un sostenitore esterno, ma un partecipante attivo. E la reazione russa potrebbe riflettersi ben oltre il teatro di guerra ucraino.

Insomma, Biden ha voluto lanciare una chiara stoccata politica a Trump, dimenticando che di mezzo c’è tutto l’Occidente e ci sono delle vite. La scelta di Biden di autorizzare l’uso degli Atacms, infatti, arriva in una fase delicata della politica statunitense, con Trump pronto a subentrare alla guida del Paese.

Per il generale Tricarico, così come riporta il Messaggero, Biden potrebbe aver voluto lasciare una trappola politica: “Gettare sabbia negli ingranaggi della macchina di Trump prima ancora che parta”. La linea di Trump verso la Russia, meno rigida rispetto all’amministrazione uscente, potrebbe infatti portare a scenari diplomatici che Biden non ha mai realmente perseguito e che è chiaro che vuole sabotare in tutti i modi possibili.

Volodymyr Zelensky ha molto da perdere e ha lanciato, oltre che i razzi, anche un avvertimento diretto agli Stati Uniti: senza il loro supporto, l’Ucraina rischia di perdere la guerra. In un’intervista a Fox News, il presidente ucraino ha evidenziato come i finanziamenti americani siano fondamentali per resistere all’aggressione russa.

Pyongyang arma Mosca: soldati e lanciarazzi al fronte

Dall’intelligence sudcoreana arriva la conferma: la Corea del Nord ha inviato obici e lanciarazzi multipli alla Russia per sostenere le operazioni in Ucraina. Secondo Seul, circa 11mila soldati nordcoreani sono schierati nella regione di Kursk al fianco delle truppe russe. Le autorità sudcoreane stanno monitorando perdite e attività specifiche delle forze nordcoreane.

Lavrov, parole al vetriolo: “Non si muovono senza gli Usa”

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, non ha risparmiato accuse frontali: “Questi missili non possono essere lanciati senza il supporto diretto degli Stati Uniti, dai dati satellitari fino alla programmazione e al puntamento”. Lavrov parla apertamente di una “nuova fase della guerra dell’Occidente contro la Russia”, lasciando intendere che Mosca non resterà a guardare.

Bryansk sotto attacco: cosa è successo

L’attacco a Bryansk ha colpito duro e di notte. Sei missili balistici hanno puntato dritti sul confine russo-ucraino; secondo l’esercito russo, cinque sono stati intercettati dalle difese aeree, mentre uno ha centrato il bersaglio. Le immagini diffuse mostrano incendi e devastazione, alimentando il già teso dibattito internazionale.

Meloni al g20: “Sempre a fianco dell’Ucraina”

Nonostante il focus iniziale del G20 a Rio fosse rivolto alla lotta contro fame e povertà, il conflitto tra Mosca e Kiev ha monopolizzato l’attenzione del summit concluso ieri a Rio de Janeiro. Gli attacchi intensificati dalla Russia proprio mentre i suoi rappresentanti negoziavano il documento finale del vertice sono stati interpretati come un chiaro segnale della mancanza di volontà di dialogo da parte di Vladimir Putin.

Questa situazione, paradossalmente, ha ricompattato il fronte occidentale, come sottolineato anche dalla premier italiana Giorgia Meloni durante il suo bilancio del summit.

Davanti ai giornalisti italiani, Meloni ha ribadito la determinazione del governo italiano a sostenere Kiev: “Finché c’è una guerra in Ucraina, noi saremo a fianco dell’Ucraina”, ha dichiarato rispondendo alla domanda sul rinnovo del decreto per l’invio di armi a Kiev.

La premier ha espresso scetticismo riguardo alla disponibilità di Putin a trattare: “Non mi scandalizza la telefonata di Scholz a Putin, ma il tema non è parlare o non parlare, è cosa si dice. Oggi non vedo segnali di apertura da parte russa”. Una posizione condivisa con Ursula von der Leyen, che al vertice ha invitato a mantenere alta l’attenzione sul conflitto, evitando qualsiasi segnale di disimpegno occidentale.

Meloni non si è mostrata sorpresa dalla decisione degli Stati Uniti di permettere l’uso di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina, considerandola una risposta proporzionata all’“aggressività senza precedenti” della Russia. Tuttavia, ha evidenziato come l’Italia abbia scelto di concentrare il proprio impegno sul supporto alla difesa antiaerea e alla protezione dei civili, senza escludere ulteriori forniture militari in futuro.

Mentre Meloni si sposta verso Buenos Aires per un incontro con il presidente argentino Javier Milei, a Varsavia si è conclusa una riunione del formato Weimar plus, che ha coinvolto Francia, Germania, Polonia, Regno Unito, Italia e Ucraina. Nel millesimo giorno del conflitto, i ministri degli Esteri hanno ribadito il sostegno europeo a Kiev, siglando un accordo politico sugli eurobond per finanziare la difesa comune.

Escalation militare ed effetti economici

Mentre il Cremlino stringe i denti e rafforza la retorica bellica, l’Occidente resta incastrato tra l’urgenza di sostenere Kiev e il timore di innescare reazioni ancora più aggressive. Le conseguenze non si fermano al campo di battaglia: questo attacco e le risposte politiche che ne derivano rischiano di scuotere anche i mercati globali, già sotto pressione per le incertezze legate al conflitto. Tra minacce nucleari e nuove forniture militari, l’impatto economico di questa guerra sembra destinato a farsi sentire ancora più a lungo.

La linea rossa della guerra fredda è ormai solo un ricordo. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha confermato che la storica linea rossa tra Washington e Mosca, nata durante la Guerra Fredda, non è più utilizzata. Al suo posto, esiste un canale protetto tra i due presidenti, ma senza contatti recenti. L’ultimo colloquio telefonico tra Biden e Putin risale al febbraio 2022.

Intanto, sullo sfondo, emergono le prime ipotesi di negoziato: concessioni territoriali e rinuncia all’ingresso dell’Ucraina nella Nato in cambio di un cessate il fuoco. Ma l’atteggiamento morbido del Cremlino verso Trump potrebbe essere un indizio di come Mosca voglia giocare le sue carte con la futura amministrazione statunitense. Se Putin sceglierà di esasperare la tensione o di puntare su un dialogo, lo scopriremo nei prossimi mesi.