Accordo Russia – Corea del Nord: cosa prevede l’intesa (e cosa ci guadagnano)

La visita di Putin a Pyongyang ha decretato un patto bilaterale tra le due potenze. Entrambe guadagnano un bel po' da questa alleanza, con la Russia così meno isolata

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Durante la recente visita del presidente russo Vladimir Putin a Pyongyang, è stato firmato un importante accordo che rafforza i legami tra Corea del Nord e Russia. Questa intesa segna un passo significativo nella collaborazione tra i due Paesi, elevando le relazioni bilaterali a un livello superiore. Il documento prevede assistenza reciproca in caso di attacco a uno dei due stati, segno di un’alleanza sempre più stretta.

Secondo gli analisti, la stretta collaborazione tra Russia e Corea del Nord rappresenta una sfida diretta all’influenza occidentale in Europa e nel Nord Est asiatico.

Un legame rafforzato da settembre 2023

Il rafforzamento dei rapporti tra Mosca e Pyongyang è iniziato nel settembre 2023, quando Kim Jong Un ha visitato la Russia. Da allora, la Corea del Nord ha fornito armamenti a Mosca, e ha contribuito in modo significativo alla strategia militare russa nella guerra in corso contro l’Ucraina. L’accordo odierno consolida questa cooperazione, con promesse di ulteriore supporto tecnico-militare.

Nel corso della conferenza stampa congiunta, Kim Jong Un ha descritto la Russia come “l’amico e alleato più onesto” della Corea del Nord, esprimendo gratitudine per il sostegno ricevuto. Putin, da parte sua, ha sottolineato l’importanza di una collaborazione basata su fiducia e reciprocità, ribadendo che entrambi i Paesi si sosterranno come veri amici e buoni vicini.

Cosa ci guadagna la Corea del Nord: cibo, petrolio e supporto politico

La Corea del Nord trae notevoli vantaggi da questa alleanza. In cambio delle forniture di armi, Pyongyang riceve cibo, beni di prima necessità, petrolio raffinato e supporto tecnico per migliorare le sue capacità spaziali e militari. Inoltre, il sostegno politico della Russia, membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha reso più difficile l’imposizione di nuove sanzioni internazionali contro la Corea del Nord.

La Russia ha giocato infatti un ruolo chiave nel bloccare l’inasprimento delle sanzioni contro la Corea del Nord. Insieme alla Cina, ha votato contro nuove misure punitive e ha posto il veto al rinnovo di un gruppo di esperti dell’Onu incaricato di monitorare le sanzioni. Mosca ha anche cercato di aggirare le restrizioni inviando petrolio raffinato entro i limiti imposti dal Consiglio di sicurezza.

Vladimir Putin ha espresso la volontà di aiutare la Corea del Nord a sviluppare il suo programma spaziale e satellitare. Sebbene le Nazioni Unite vietino il supporto diretto o indiretto ai programmi missilistici di Pyongyang, la collaborazione tra i due Paesi potrebbe includere il trasferimento di conoscenze tecnologiche avanzate. Gli esperti ritengono che Kim Jong Un sia interessato ad accedere a tecnologie russe per l’arricchimento dell’uranio e la propulsione nucleare.

Isolamento internazionale e vantaggi reciproci

Entrambi i Paesi, isolati a livello internazionale (con la Russia condannata a pagare multe onerosissime), trovano vantaggi significativi nella loro collaborazione. La Corea del Nord, uno dei Paesi più poveri al mondo, guadagna risorse vitali e supporto politico, mentre la Russia dimostra di non essere sola nella sua battaglia geopolitica. La visita di Putin a Pyongyang ha evidenziato la determinazione di Mosca a non rimanere senza alleati, rafforzando l’idea che la guerra contro l’Ucraina non può essere vinta facilmente.

Evoluzione dei rapporti geopolitici

Dal 2000, anno dell’ultima visita di Putin a Pyongyang prima di quella di questi giorni, il contesto geopolitico è drasticamente cambiato. All’epoca la Russia era ancora membro del G8 e la Corea del Nord non aveva condotto test nucleari. Oggi, con la crescente intransigenza di Putin e la determinazione di Kim a trasformare il proprio Paese in una potenza nucleare, i due leader si trovano a navigare un panorama internazionale sempre più complesso e ostile.