Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge riguardante “misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del ministero della Giustizia”. Durante la conferenza stampa tenutasi al termine della riunione, hanno partecipato Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione, Carlo Nordio, ministro della Giustizia, e Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle finanze.
Il nuovo decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri mira a risolvere alcune problematiche del sistema penitenziario italiano, senza però essere definito uno “svuota carceri”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiarito che non intende usare questo termine, considerandolo improprio e diseducativo. Nonostante il sovraffollamento delle prigioni, il decreto si concentra su una più rapida concessione di misure alternative alla detenzione e della liberazione anticipata, basandosi su leggi già esistenti.
Che cosa prevede la riforma del sistema penitenziario
Il nuovo decreto si concentra sull’ottimizzazione del reinserimento dei detenuti nella società. Secondo la nota diffusa dal Governo, il provvedimento prevede la creazione di un elenco di strutture residenziali adeguate ad accogliere e reintegrare socialmente i detenuti idonei, ma privi di un domicilio appropriato e di mezzi economici sufficienti.
Il pubblico ministero dovrà indicare chiaramente nell’ordine di esecuzione della pena tutte le riduzioni previste dalle normative sulla liberazione anticipata, rendendo così immediatamente comprensibile ai detenuti la durata residua della pena in caso di ottenimento di tutte le riduzioni. Inoltre, il magistrato di sorveglianza avrà l’obbligo di verificare d’ufficio i requisiti necessari per la concessione dei benefici alternativi alla detenzione, come semilibertà, affidamento in prova e detenzione domiciliare. Il testo mantiene lo sconto di pena per buona condotta a 45 giorni ogni sei mesi.
Il numero di telefonate mensili concesse ai detenuti sarà aumentato da 4 a 6. Inoltre, il decreto prevede l’assunzione di mille nuovi agenti penitenziari e un incremento del numero di dirigenti. Tuttavia, queste cifre sono considerate insufficienti rispetto alle reali esigenze del sistema carcerario.
Introduzione del reato di peculato per distrazione
All’interno del testo del decreto, denominato “Carcere sicuro”, è stata inserita una norma che riguarda l’abuso d’ufficio. Alla vigilia della discussione in Aula del disegno di legge che ne prevede l’abolizione, viene introdotto un nuovo articolo del codice penale. Questo disciplina “l’indebita destinazione di denaro o cose mobili”, una forma di peculato per distrazione, punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni. Questo reato riguarda i funzionari pubblici che utilizzano risorse per scopi diversi da quelli legali.
Il guardasigilli ha definito questa modifica come una “piccola norma, anticipata un anno fa”, spiegando che l’abolizione del reato di abuso d’ufficio avrebbe potuto lasciare un vuoto normativo. Senza questa modifica, l’Italia avrebbe rischiato una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea.
Dichiarazioni dei ministri
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dichiarato che il decreto rappresenta un intervento strutturale e organico che tocca un altro settore del sistema dell’esecuzione penale. Questo approccio, ha sottolineato Nordio, rientra nella visione del governo Meloni e mira a una “umanizzazione delle carceri”, favorendo il trasferimento dei detenuti dalle strutture penitenziarie alle comunità di accoglienza, specialmente per minori e tossicodipendenti. Questo decreto legge è visto come fondamentale per migliorare il reinserimento sociale e affrontare il problema del sovraffollamento carcerario.
Altri provvedimenti discussi durante il cdm
Durante la seduta del Consiglio dei ministri, è stato approvato anche il decimo decreto legislativo sulla riscossione. Inoltre, sono stati esaminati disegni di legge riguardanti il rendiconto e l’assestamento di bilancio, un decreto legislativo per la semplificazione dei controlli sulle imprese, un adeguamento delle regole italiane alla governance europea dei dati e un provvedimento sull’armonizzazione della legislazione per la messa a disposizione sul mercato di apparecchiature radio.