Quante sono le pensioni d’oro in Italia e quanto pesano sul bilancio dell’Inps

Il governo affronta il tema delle pensioni d'oro, ma quante sono in Italia e come sono distribuite?

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Redazione

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Quante sono le pensioni d’oro in Italia e come sono distribuite? Un’analisi di uno dei temi più caldi oggi sul tavolo del governo.

Negli ultimi mesi quello delle pensioni d’oro è stato uno dei temi caldi sul fronte politico. Il governo ha posto al vaglio svariate possibilità per operare il taglio, con Lega e Movimento 5 Stelle che sembrano attualmente indirizzati verso due soluzioni alternative: contributo di solidarietà e stop alla rivalutazione all’inflazione.

Analizzando la situazione in Italia, dati alla mano, è facile rendersi conto di come le pensioni d’oro siano molto più diffuse al nord rispetto al sud Italia. Per rientrare nel novero dei pensionati d’oro, un cittadino dovrà ricevere un assegno superiore ai 5mila euro lordi mensili. Passando in rassegna le regioni italiane, i numeri evidenziano in maniera chiara come al settentrione le pensioni d’oro siano undici volte in più rispetto al meridione:

  • Nord-ovest: 28.927 pensioni d’oro
  • Nord-est: 10.590 pensioni d’oro
  • Centro: 16.892 pensioni d’oro
  • Sud: 3.454 pensioni d’oro

Guardando al totale della popolazione italiana, che di poco supera quota 60 milioni, queste ricche pensioni rappresentano lo 0.34% del totale. A fronte di una percentuale così bassa però, la spesa sostenuta dall’Inps è decisamente ingente. Ogni anno è infatti previsto un esborso pari a 5.1 miliardi di euro.

Una somma ingente dunque, ridistribuita tra un numero irrisorio di contribuenti. Si tratta però di un tema delicato e la proposta dei tagli non fa che generare divisioni su più fronti. L’opinione pubblica fatica inoltre a farsi un’idea chiara in materia, considerando i dati dissimili giunti da svariate fonti.

Basti pensare all’ultimo report annuale di Itinerari Previdenziali, nota società di ricerca, che indica come i pensionati con assegni superiori ai 5mila euro lordi al mese siano in realtà circa 199mila, su un totale di 16 milioni. Un numero che comporterebbe una spesa a dir poco ingente, pari a più di 17 miliardi di euro.

A scatenare le critiche dei pensionati è però la gestione mediatica della questione. Indicare la cifra al lordo, porta molti cittadini a ritenere tali utenti dei privilegiati. La maggior parte invece, al netto delle tasse, percepisce circa 3mila euro netti. Di certo un assegno di tutto rispetto, soprattutto per chi è al di sotto della soglia di povertà, ma non paragonabile ai grandi ricchi del paese.

Questa fascia rappresenta la maggior parte di quei 199mila e operare un netto taglio a pensioni da 3mila euro netti pare alquanto complicato, anche in termini di consensi. Se invece si considerano unicamente le pensioni da 5mila euro netti (a salire), ci si ritrova a fronteggiare qualche decina di migliaia di pensionati, con un costo di circa 1.8 miliardi di euro annui.

Se è questo il tipo di risparmio che il governo potrebbe garantire alle casse dello Stato, in tanti si chiedono quanti vantaggi possa effettivamente apportare tale situazione.