La riforma delle pensioni in Francia è legge: il testo è stato pubblicato nella mattinata di sabato 15 aprile sul Journal officiel, l’equivalente francese della Gazzetta ufficiale italiana.
Riforma delle pensioni: in Francia sale l’età pensionabile
Il Consiglio Costituzionale francese si è espresso nella giornata di venerdì 14 aprile dichiarando che non risultano impedimenti legislativi alla maggior parte delle norme che compongono la riforma che aumenta l’età pensionabile dai 62 ai 64 anni. La decisione, arrivata nel tardo pomeriggio, ha gettato benzina sul fuoco delle polemiche che hanno infiammato la Francia nelle ultime settimane.
Gli alti magistrati hanno invece censurato sei disposizioni secondarie, ma l’impianto generale della riforma è rimasto in piedi. Respinta inoltre la richiesta di referendum presentata dalla sinistra francese. Il referendum, che era stato invocato da più di 185 deputati, avrebbe riportato l’età pensionabile a 62 anni.
Si “prende atto della decisione del Consiglio costituzionale”. E ancora: “con questa riforma, il nostro sistema pensionistico sarà in equilibrio nel 2030”. Queste lo scarno comunicato con il quale il governo francese ha commentato la decisione dei supremi giudici.
Emmanuel Macron ha scelto di promulgare immediatamente la legge, ignorando gli appelli dei sindacati che hanno continuano a mettersi di traverso: da una parte gli appelli al governo, dall’altra l’invito a scendere in piazza rivolto alla gente. I sindacati hanno dichiarato di non voler incontrare il governo almeno fino all’1 maggio, giorno simbolico in cui si festeggiano il lavoro e i lavoratori. Macron ha approvato immediatamente la legge con l’obiettivo di blindare la normativa chiudendo polemiche, contestazioni di piazza e crisi politica.
Reazioni alla riforma delle pensioni di Macron
Jean-Luc Mélenchon, leader della formazione di sinistra La France Insoumise, ha detto che i giudici del Consiglio Costituzionale sono “più attenti ai bisogni della monarchia presidenziale che a quelli del popolo sovrano”.
Ma non è solo la sinistra ad essere delusa: amareggiata anche Marine Le Pen, presidente del partito di estrema destra RN (Rassemblement National), la quale ha dichiarato che “se la decisione del Consiglio costituzionale chiude la sequenza istituzionale, la sorte politica della riforma delle pensioni non è decisa”. E ancora: “Il popolo ha sempre l’ultima parola. Spetterà al popolo preparare l’alternativa che tornerà su questa riforma inutile e ingiusta”.
Concilianti invece i Républicains, la destra post-gollista, i quali invitano a “rispettare” la decisione del Consiglio.
La riforma delle pensioni in Francia scatena nuove proteste
Dopo la decisione del Consiglio a Parigi è riesplosa la protesta con scontri fra manifestanti e forze dell’ordine, fumogeni e veicoli bruciati.
A Rennes sono stati dati alle fiamme la porta di un commissariato e il portone di un centro congressi. A Parigi cassonetti bruciati, scontri con la polizia, lanci di bottiglie e atti di vandalismo. I bilanci provvisori parlano di centinaia di persone fermate. Per tutto il pomeriggio e la sera di venerdì 14 aprile in diversi quartieri di Parigi la gente è scesa in strada dando vita a cortei. Cortei e manifestazioni, anche con momenti di tensione, anche a Lille, Marsiglia, Digione, Nizza, Bordeaux, Lione e Grenoble, Strasburgo, Tolosa, Caen e in altre città. Le manifestazioni, che nei giorni passati hanno paralizzato la Francia, sono andate avanti anche nella giornata di sabato 15 aprile.