A partire dal 1° gennaio 2025 spazio a una rivalutazione delle pensioni. Un piccolo rialzo che tiene conto dell’inflazione. Una modifica tutt’altro che sostanziale, che ha come obiettivo, almeno in teoria, la tutela del potere d’acquisto dei soggetti in pensione.
Confermate anche per quest’anno le seguenti misure: Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 103. Il tutto al fine di anticipare la pensione, in presenza di alcuni requisiti. Si ricorda, inoltre, che i soggetti impiegati dopo il 1996, con almeno 25 anni di contributi, hanno la possibilità di cumulare previdenza complementare e obbligatoria. Ciò al fine di ottenere un assegno pari a 3 volte il minimo, con pensione accessibile a 64 anni.
Rivalutazione pensioni, le percentuali del 2025
È stato fissato un tasso di rivalutazione pari allo 0,8%, per un adeguamento che coinvolge tutte le categorie. Tale percentuale, in realtà, riguarda gli assegni fino a quattro volte il minimo garantito:
- 0,8% è la percentuale inerente gli assegni pensionistici fino a un massimo percepito di 2.394 euro;
- 0,72% è la percentuale inerente gli assegni pensionistici fino a un massimo percepito compreso tra 2.394 e 2.993 euro;
- 0,6% è la percentuale inerente gli assegni pensionistici con cifre superiori a quota 2.993 euro.
Le simulazioni 2025
È importante parlare di percentuali, così da consentire a tutti di farsi una chiara idea di quanto sarà la propria pensione a partire dal 2025. Al tempo stesso, però, una simulazione offre un esempio pratico che mette in evidenzia cosa di fatto è cambiato nel sistema dopo la Manovra firmata dal Mef:
- pensione da 1.000 euro prevede un aumento da 8 euro;
- pensione da 1.500 euro prevede un aumento da 12 euro;
- pensione da 2.000 euro prevede un aumento da 16 euro;
- pensione da 2.500 euro prevede un aumento da 19,91 euro;
- pensione da 3.000 euro prevede un aumento da 23,51 euro;
- pensione da 3.500 euro prevede un aumento da 26,51 euro.
Pensioni minime
I ricchi assegni pensionistici non rappresentano la normalità in Italia. È giusto e utile, dunque, concentrarsi anche sulle pensioni minime. L’incremento è anche in questo caso dello 0,8%. In precedenza venivano garantiti 614,77 euro, che diventano grazie al governo di Giorgia Meloni 617,9 euro mensili. Un intervento che riguarderà circa 1,8 milioni di cittadini.
Pensioni di reversibilità
Il 2025 prevede la rivalutazione delle pensioni di reversibilità allo 0,8%. La Manovra non ha però modificato in alcun modo le percentuali, che restano invariate:
- il coniuge superstite ottiene il 60% dell’assegno;
- l’unico figlio superstite (minore, inabile o studente) ottiene il 70% dell’assegno;
- i due figli (o nipoti) superstiti e senza coniugi ottengono l’80% dell’assegno;
- tre o più figli superstiti (o nipoti) e senza coniugi ottengono il 100% dell’assegno.