Pensioni quota 100: dal riscatto laurea al divieto di cumulo, cosa prevede il decreto

Il testo finale decreto pensioni approvato in Consiglio dei Ministri: tutte le cose da sapere per lasciare il lavoro nel 2019

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

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Dopo mesi d’attesa vede la luce la riforma delle pensioni, che rende attuativa quota 100, misura-chiave della manovra 2019.
Requisiti e vincoli sono contenuti nel decreto attuativo approvato dal Consiglio dei ministri insieme al reddito di cittadinanza: la misura, per cui sono stati investiti 22 miliardi di euro, riguarda il periodo di tre anni, dal 2019 al 2021 e una platea stimata in un 1 milione di lavoratori.

Ecco le novità sostanziali che riguardano le uscite pensionistiche: dalla prima data utile per i pensionamenti con quota 100, al Tfr dei lavoratori pubblici, fino alle soglie di Ape Social e Opzione donna e alle agevolazioni per il riscatto della laurea.

Al via dal primo aprile

Per accedere al pensionamento anticipato si parte il primo aprile per i lavoratori privati che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018 e poi ogni 3 mesi dal raggiungimento dei requisiti. Per chi li matura dal primo gennaio 2019, invece, la pensione decorre dopo tre mesi.

Cosa succede per gli statali

Per gli statali gli assegni partiranno dall’1 agosto (per chi ha maturato i requisiti all’entrata in vigore del decreto e poi ogni 6 mesi dal raggiungimento dei requisiti). Chi li matura dal 1 febbraio 2019 riceverà l’assegno dopo sei mesi. I lavoratori di scuola e Afam riceveranno i primi assegni dal 1 settembre in linea con l’inizio dell’anno scolastico.

Proroghe e anticipi

E’ possibile andare in pensione in anticipo. Gli uomini potranno farlo con 42 anni e 10 mesi di contributi, le donne invece con 41 anni e 10 mesi di contributi. Una volta maturati i requisiti, i lavoratori e le lavoratrici riceveranno l’assegno dopo tre mesi. Resta l’opzione donna per le donne lavoratrici a 58 anni -se dipendenti- e 59 se autonome con almeno 35 anni di contributi al 31 dicembre 2018. Ai lavoratori precoci non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita e potranno quindi andare in pensione con 41 anni di contributi.

Ape sociale

Resta anche per il 2019 l’Ape Social, l’accesso all’indennità sostitutiva della pensione viene prorogata dal 1° gennaio al 31 dicembre 2019 e dura fino al conseguimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia. Per usufruirne occorre avere almeno 63 anni di età e 30 o 36 anni, a seconda dei casi, con bonus di un anno per figlio (max 2) per le lavoratrici.

Riscatto laurea

La pace contributiva prevede la possibilità di riscattare, su richiesta, periodi di buco contributivo non obbligatori per massimo 5 anni. La possibilità è prevista per un triennio dal 2019 al 2021. Il riscatto del periodo di laurea sarà a condizioni agevolate entro i 45 anni: sarà detraibile l’onere del 50% in cinque quote annuali e la rateizzazione fino a 60 rate mensili.

Anticipo Tfr

Per tutti i pensionati pubblici (non solo quota 100) è prevista la possibilità di avere subito l’anticipo di fine rapporto fino a 30.000 euro. Sarà inoltre possibile cumulare periodi assicurativi presenti su più gestioni.

Divieto di cumulo

La pensione non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo ma sì con redditi da lavoro occasionale (5mila euro max).

Ricambio generazionale

Fondo bilaterale per il ricambio generazionale: si può accedere per andare in pensione tre anni prima di quota 100 a patto che ci sia un’assunzione. Sono esclusi i lavoratori in Isopensione (prestazioni in essere o erogate).