Pensioni in aumento dopo il nuovo Psb di Giorgetti: tutte le novità dal 2025

Gli interventi previsti nel Psb riguardano anche le pensioni, come indicato anche dal ministro Giorgetti

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha presentato il Piano strutturale di bilancio con una lunga prefazione. Questo documento attesterà davanti all’Unione europea le intenzioni dell’Italia per quanto riguarda la riduzione del proprio debito e del deficit, attraverso ridimensionamenti della spesa e razionalizzazioni delle uscite.

Uno degli argomenti toccati da Giorgetti è quello delle pensioni, molto importanti nel programma elettorale del partito a cui appartiene il ministro dell’Economia, la Lega. Se da una parte il Governo potrebbe essere costretto da alcune cause legali a rivalutare interamente gli assegni all’inflazione, dall’altra si preparano incentivi per chi rimane nel mondo del lavoro anche raggiunta l’età pensionabile.

Le novità per le pensioni nel nuovo Psb

Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Piano strutturale di bilancio alla luce delle revisioni contabili dell’Istat. Il Psb è un documento fondamentale per la manovra finanziaria, in quanto traccia la strada per la riduzione del debito e del deficit italiani come richiesto dalle nuove regole europee approvate dai 27 stati membri dell’Ue.

Tra gli argomenti trattati c’è quello delle pensioni, molto caro a Matteo Salvini e a tutta la Lega, partito di cui fa parte anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Nelle attuali condizioni è difficile pensare a una riforma strutturale, come Quota 41, che sostituisca la Legge Fornero. Ci saranno però piccole modifiche al sistema.

Da una parte il governo potrebbe adeguare all’inflazione tutte le pensioni, anche quelle più alte che erano state penalizzate negli anni scorsi. In questo modo si metterebbe al riparo da ulteriori problemi giudiziari, dato che giù due ricorsi sono stati presentati contro i vecchi provvedimenti di riduzione delle perequazioni.

Una aumento della pensione che potrebbe essere accompagnato, per chi non ha ancora smesso di lavorare, da incentivi per rimanere tra la popolazione attiva. Un sistema simile a quello del Bonus Maroni, che si andrebbe ad aggiungere alla fine dell’obbligo di pensionamento a 67 anni per i dipendenti pubblici. Il tutto aiuterebbe a ritardare una delle fasi più critiche per il sistema previdenziale italiano: l’addio al lavoro di milioni di persone in pochi anni, gli appartenenti alla generazione più numerosa mai esistita nel nostro Paese.

Le dichiarazioni di Giorgetti

Il ministro dell’Economia Giorgetti ha descritto il Psb in una lunga prefazione: “La soluzione di compromesso raggiunta a ventisette ha prodotto un insieme di regole assai complesso non solo a livello comunicativo, ma anche tecnico. Inoltre, non è stata risolta la questione della postura di politica di bilancio (fiscal stance) a livello Ue e area euro” dichiara il ministro, sottolineando le difficoltà create dalle nuove regole europee.

“Data l’esigenza per gli Stati membri con elevato debito pubblico di seguire politiche di riduzione dei rispettivi deficit, la stance della politica di bilancio dell’insieme dei Paesi europei potrebbe risultare restrittiva a fronte di sfide tecnologiche e ambientali a cui le altre potenze economiche continuano a rispondere con un ampio utilizzo di risorse pubbliche” continua Giorgetti, mettendo il luce la questione degli investimenti Green, difficilmente compatibile con le restrizioni di bilancio.

“Questo riepiloga la lunga trattativa che ha portato alla definizione della nuova governance economica europea. Cionondimeno, le nuove regole europee segnano un miglioramento rispetto al vecchio Psc in termini di gradualità dell’aggiustamento di bilancio, di anti-ciclicità, di orizzonte di programmazione e di integrazione tra le varie componenti della politica economica” ha concluso il ministro.