Pensioni, pagamenti sospesi per chi non ha comunicato il modello RED

L'Inps ha sospeso i pagamenti ai pensionati che non hanno inviato il modello Red, i quali hanno ancora 60 giorni di tempo prima che il blocco dell'accredito sia definitivo

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Mentre a marzo scattano gli aumenti sulle pensioni, i pagamenti per chi non ha comunicato il modello della situazione reddituale saranno bloccati. I termini per l’invio della dichiarazione RED, obbligatoria per alcune categorie di pensionati, sono scaduti il 29 febbraio e la mancata trasmissione all’Inps può portare a una sospensione anche definitiva.

Che cos’è il modello RED

La presentazione del modello RED all’Istituto di previdenza riguarda i pensionati che percepiscono prestazioni economiche legate al reddito (qui abbiamo spiegato come cambierà Quota 103 nel 2024 e i nuovi requisiti per andare in pensione).

La dichiarazione è necessaria per la comunicazione dei dati reddituali e patrimoniali del nucleo familiare del beneficiario, così da poter calcolare l’importo della prestazione (qui abbiamo spiegato cos’è il modello RED precompilato).

Come spiega l’Inps sul proprio sito, l’obbligo dell’invio del modello RED è rivolto a:

  • i pensionati che negli anni precedenti a quello oggetto di verifica non hanno avuto altri redditi oltre a quello da pensione (propri e, se previsto, dei familiari) se la situazione reddituale è variata rispetto a quella dichiarata l’anno precedente;
  • i titolari di prestazioni collegate al reddito che  non comunicano integralmente all’amministrazione finanziaria tutti i redditi influenti sulle prestazioni, perché non devono essere comunicati all’Agenzia delle Entrate con la dichiarazione dei redditi (modello 730 o REDDITI PF). Per esempio il lavoro dipendente prestato all’estero, gli interessi bancari, postali, dei BOT, dei CCT e di altri titoli di Stato o i proventi di quote di investimento, soggetti a ritenuta d’acconto alla fonte a titolo d’imposta o sostitutiva dell’IRPEF;
  • coloro che sono esonerati dall’obbligo di presentazione all’Agenzia delle Entrate della dichiarazione dei redditi e in possesso di redditi ulteriori a quelli da pensione. Per esempio coloro che hanno un reddito da pensione e un reddito da abitazione principale;
  • i titolari di alcune tipologie di redditi rilevanti ai fini previdenziali e che si dichiarano in maniera diversa ai fini fiscali all’Agenzia delle Entrate (modelli 730 o REDDITI PF), come per esempio, i redditi derivanti da collaborazione coordinata e continuativa o assimilati e lavoro autonomo, anche occasionale.

Coloro che non hanno inviato il modello Red entro il 29 febbraio 2024, avranno 60 giorni di tempo per inoltrare la dichiarazione, oltre i quali le prestazioni saranno definitivamente bloccate.

Nel frattempo l’Inps sospende l’erogazione dell’assegno, che in caso di invio del documento entro i due mesi dalla scadenza verrebbe ripristinata, ma soltanto a partire dal mese successivo e senza gli importi non erogati nel periodo di interruzione dei pagamenti.

In ogni caso non devono inviare il modello RED, i pensionati che sono residenti in Italia che hanno già dichiarato all’Agenzia delle Entrate, attraverso modello 730 o Redditi PF, tutti gli altri redditi che possono incidere sulle prestazioni percepite.

Gli aumenti sulle pensioni di marzo

Come abbiamo spiegato qui riportando il calendario degli accrediti sulle pensioni di marzo 2024, a partire da questo mese si inizieranno a vedere gli effetti del taglio delle aliquote Irpef sui trattamenti previdenziali.

Negli assegni saranno aggiunti i conguagli dei aumenti non incassati a gennaio a febbraio, con incrementi degli importi per i pensionati con redditi sopra i 15mila euro, che arriveranno fino a un massimo di circa 20 euro in più al mese per la fascia tra i 28 e i 50 mila euro.