Pensioni, dall’Inps quasi 400mila assegni all’estero

Aumentano i pensionati che decidono di lasciare il Paese e di incassare le proprie pensioni all'estero. In cima alle preferenze: Canada, Australia e Germania

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Pubblicato: 12 Aprile 2018 12:21

Sono quasi 400mila le pensioni che l’Inps eroga all’estero. Secondo l’indagine del Centro Studi di Itinerari Previdenziali, con dati riferiti al 2016, in tutto sono 373.265 gli assegni che l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha pagato all’estero. Di questi assegni, l’82,6 per cento va a cittadini italiani, il 17,4 per cento a stranieri. Oltre 59mila assegni, inoltre, sono frutto di contributi versati interamente in Italia. Il 16% dei pensionati, uno su sei, ha perciò scelto di migrare volontariamente dal nostro Paese a causa del costo della vita e dei vantaggi fiscali. Tra le mete preferite per il buen ritiro: l’Europa, con in testa il Portogallo e le Canarie, l’America settentrionale, l’Oceania e l’America meridionale.

Chi sono i pensionati in fuga

Questa platea di beneficiari, spiega Il Messaggero, è costituita da tre mondi abbastanza diversi: ci sono gli italiani emigrati all’estero nei decenni scorsi che si sono portati dietro un pezzetto più o meno esteso di contribuzione. Ci sono i cittadini stranieri che con varie modalità hanno lavorato nel nostro Paese per poi lasciarlo. Infine ci sono quelli che decidono di trasferirsi all’estero al termine dell’attività lavorativa, per godersi il pensionamento in Paesi che offrono un costo della vita più contenuto o un trattamento fiscale più favorevole (o entrambe le cose).

Che tipo di pensioni

Di queste oltre 373.265 prestazioni, in prevalenza, pensioni di vecchiaia (227.367), seguite da pensioni ai superstiti (132.479) e da pensioni di invalidità (13.419), sono calcolate “in regime di convenzione internazionale”, vale a dire frutto di contributi versati in parte in Italia e in parte all’estero (le convenzioni tra l’Italia e gli altri Paesi rendono di norma possibile la totalizzazione), mentre il restante 16%, pari a 59.537 prestazioni, riguarda le pensioni calcolate in “regime nazionale”, la cui contribuzione è stata cioè interamente versata in Italia.

I motivi della fuga all’estero

La fuga dei pensionati italiani verso l’estero è riconducibile a due ragioni principali: il costo della vita e i possibili vantaggi fiscali. Il pensionato che risiede all’estero per di più di 6 mesi infatti può chiedere all’Inps il pagamento della pensione al lordo delle tasse, optando per la tassazione esclusiva nel Paese di residenza oppure per l’applicazione del trattamento fiscale più favorevole. In questi casi, l’Inps mette in pagamento la pensione al lordo della tassazione, che viene successivamente applicata secondo il regime fiscale vigente nel Paese estero di residenza.

I paesi preferiti dai pensionati

Secondo l’indagine del Centro Studi di Itinerari Previdenziali, in cima alla classifica degli stati dove gli italiani ricevono la pensione Inps ci sono tre paesi, Canada, Australia e Germania, con circa 151 mila assegni corrisposti a nostri connazionali. Ma si tratta perlopiù di italiani che erano emigrati dopo aver lavorato per un breve periodo nel nostro paese.

Al quarto posto la Francia, seguita dagli stati uniti, e poi Svizzera, Argentina, Belgio e Gran Bretagna. In totale l’Inps versa all’estero oltre 700 milioni di euro. Ma si tratta di una cifra destinata a crescere, almeno stando alla tendenza che negli ultimi anni vede sempre più pensionati italiani trasferirsi in paesi dove le tasse non si mangiano un bel pezzo della pensione.

È il caso del Portogallo, che offre una detassazione al 100 per cento per i primi 10 anni. E poi Bulgaria, Thailandia, quasi tutta l’america latina e anche Marocco e Tunisia.