Pensioni, via agli accertamenti sull’esistenza in vita

Dal 17 settembre l’Inps avvia nuove verifiche sui pensionati residenti all’estero. Obiettivo: garantire regolarità nei pagamenti ed evitare erogazioni indebite

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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Da oggi 17 settembre prendono ufficialmente il via le verifiche sui connazionali residenti in Europa, Africa e Oceania, con l’esclusione dei Paesi scandinavi e dell’Europa orientale, già interessati da una precedente fase di accertamenti. Negli ultimi anni è aumentato il numero di italiani che hanno scelto di trascorrere la vita dopo la pensione all’estero. Per ridurre il rischio di versamenti indebiti a seguito del decesso dei beneficiari, l’Inps ha deciso di intensificare i controlli sulle pensioni erogate fuori dall’Italia.

Come funzionano le verifiche

Attraverso il messaggio n. 2624 del 9 settembre, l’Inps ha comunicato che sarà Citibank a gestire la spedizione delle richieste di accertamento dell’esistenza in vita dei pensionati all’estero. I destinatari dovranno restituire il modulo firmato entro il 15 gennaio 2026.

Se la documentazione non viene inviata, la rata di febbraio 2026 potrà essere riscossa solo di persona in un’agenzia Western Union del Paese di residenza. Qualora il pensionato non ritiri la somma o il modulo non arrivi all’istituto entro il 19 febbraio 2026, l’erogazione della pensione verrà sospesa a partire dalla rata di marzo.

Gli accertamenti dell’Inps sui pensionati residenti all’estero saranno effettuati tramite l’invio di una comunicazione ufficiale, contenente un modulo standard tradotto nella lingua del paese di residenza: inglese, francese, tedesco, spagnolo o portoghese.

Per la Svizzera, le comunicazioni saranno disponibili in italiano, francese e tedesco, le lingue ufficiali del Paese. La lettera includerà le istruzioni operative, la scadenza per la restituzione della documentazione e l’elenco dei documenti richiesti, tra cui una fotocopia valida di un documento d’identità con foto.

Cosa fare per produrre l’accertamento dell’esistenza in vita

I pensionati potranno dimostrare la propria esistenza in vita con tre metodi:

  • inviare il modulo di attestazione, compilato, datato, firmato e corredato della documentazione richiesta, alla casella postale PO Box 4873, Worthing BN99 3BG, Regno Unito, entro il termine indicato nella comunicazione;
  • con il portale web di Citibank N.A (solo per i residenti in Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti);
  • con una riscossione personale presso gli sportelli Western Union entro il 15 gennaio.

Questi accertamenti fanno parte della verifica avviata dall’Inps per garantire regolarità nei pagamenti delle pensioni all’estero, prevenendo eventuali erogazioni indebite.

Quanti sono i pensionati italiani all’estero

Secondo l’ultimo Rapporto annuale Inps, nel 2024 erano 228.600 i pensionati italiani residenti all’estero, con un rapporto di 33 pensionati residenti all’estero ogni 100mila titolari, un dato triplicato rispetto a 15 anni fa.

In quell’anno, 37.825 pensionati hanno scelto di trasferirsi all’estero, attratti soprattutto da condizioni fiscali più vantaggiose, clima mite e migliore qualità della vita.

L’Inps eroga trattamenti pensionistici in circa 165 Paesi. Le mete preferite dagli italiani sono principalmente Spagna, Portogallo e Svizzera:

  • la Spagna attrae per il clima, la presenza di comunità italiane consolidate e la vicinanza culturale;
  • il Portogallo per le politiche fiscali favorevoli fino al 2024;
  • la Svizzera è una destinazione storica.

Altre destinazioni significative includono Francia e Germania, scelte spesso per motivi di ricongiungimento familiare e comunità italiane radicate, e mete emergenti come Tunisia e Albania, che offrono un costo della vita più basso e condizioni fiscali vantaggiose.