Inps, assegno virtuale da luglio 2024: come cambiano le pensioni

Da luglio 2024 cambia il tipo di erogazione garantito dall'Inps per quanto riguarda le pensioni all'estero: ecco i nuovi metodi e le ragioni

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

L’Inps prevede una trasformazione del sistema pensionistico per numerosi soggetti intestatari di un assegno previdenziale. A partire dal 1° luglio 2024 l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale attiverà le procedure annunciate per contrastare le erogazioni indebite, tutelando al tempo stesso gli utenti da disservizi postali.

Pensioni all’estero, cosa cambia

L’Inps non pagherà più le pensioni all’estero attraverso gli assegni. Una novità strutturale che sarà attiva da luglio 2024, coinvolgendo più di 300mila italiani. Si tratta di soggetti che vivono in Paesi europei, soprattutto Spagna, Portogallo, Grecia, Malta e Slovacchia, alla ricerca di condizioni socioeconomiche più vantaggiose, o extra Ue.

Il loro peso sulle casse dell’Inps è di 1,6 miliardi di euro ogni anno. Cifra che sarà erogata unicamente attraverso due metodi:

  • accredito su conto corrente;
  • erogazione in contanti.

L’Istituto mira principalmente a evitare quelle che sono erogazioni indebite. Al tempo stesso, però, si hanno nel mirino differenti tipologie di disservizi postali, che possono causare perdite lungo il tragitto (smarrimento materiale degli assegni).

L’aspetto che genera maggiori dubbi in questa procedura è di certo il prelievo in contanti. Come funziona? L’unico modo per i pensionati all’estero di ottenere la somma dovuta in questo modo è recarsi presso uno degli sportelli di Western Union. Di seguito spieghiamo nel dettaglio le procedure.

Inps, assegno virtuale

Non un cambiamento improvviso, che avviene senza alcuna anticipazione da parte dell’Inps. L’Istituto ha infatti provveduto a garantire indicazioni di carattere operativo a tutti i pensionati italiani residenti all’estero.

Chi ha scelto di trasferirsi in un altro Paese europeo ha ricevuto un modulo di Citibank. Ciò al fine di garantire l’acquisizione di dati bancari, così da poter procedere regolarmente agli accrediti futuri. Era però previsto un tempo massimo per la restituzione di tale modulo, ovvero il 15 giugno 2024. Si richiedeva di allegare la copia di un documento di identità valido e un documento prodotto dal proprio istituto bancario estero, riportante le coordinate bancarie del pensionato (Bic e Iban, o Sort Code e numero di conto per i residenti nel Regno Unito).

I pensionati che non hanno rispettato questa data di scadenza non corrono rischi, ovviamente. È però richiesta un’azione repentina, al fine di evitare problematiche a partire dal 1° luglio 2024:

  • contattare il Servizio Citibank di assistenza;
  • garantito supporto attraverso l’indirizzo di posta elettronica pensionati@citi.com;
  • garantito supporto attraverso il numero +39 02 6943 0693;
  • è possibile rivolgersi presso i locali uffici di patronato;
  • è possibile rivolgersi all’indirizzo di posta elettronica della Direzione centrale Pensioni pensioniestero@inps.it.

I numeri delle pensioni all’estero

Numerosi gli assegni pensionistici pagati dall’Inps all’estero ogni anno. Nello specifico il denaro inviato raggiunge circa 160 Paesi. Nel 2023 i soggetti riceventi sono stati più di 310mila, per un totale di 1,6 miliardi di euro, circa.

Nel novero generale, si tratta del 2,3% del totale delle pensioni erogate dall’Istituto. In questo novero si dividono due tronconi. Da una parte le pensioni in solo regime nazionale. Dall’altra, invece, le pensioni in regime internazionale, che totalizzano dunque i periodi assicurativi maturati nel nostro Paese con quelli maturati in Paesi dell’Ue o extracomunitari. Ciò a patto che abbiano stipulato un accordo con l’Italia.

Le pensioni in regime internazionale ammontano a circa 680mila, delle quali il 36% pagate all’estero. Il carico sulle casse dell’Inps è in questo caso specifico di 562 milioni di euro circa.