Fondo pensione nuovi nati in Manovra, bonus da 300 euro per tutti i bambini

Due proposte di emendamento alla Manovra proveranno a favorire la previdenza integrativa per i neonati, in modo da aiutarli per il futuro attraverso i fondi pensione

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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Un emendamento presentato dalla maggioranza alla Manovra finanziaria introduce la possibilità di creare un fondo pensione parzialmente sovvenzionato dall’Inps alla nascita di un bambino, in modo da creare una base per lo sviluppo di una pensione complementare. La proposta si accoda a quella presentata da Azione, che invece punta a sovvenzionare l’iscrizione a fondi pensione già esistenti.

L’idea sarebbe quella di spingere i genitori e i nonni dei nuovi nati a contribuire volontariamente alla creazione del fondo, in modo da garantire al nuovo nato o la possibilità di investimenti di lungo periodo, che garantiscano ritorni tali da costituire una pensione integrativa, oppure quella di pagarsi gli studi una volta uscito dalla scuola dell’obbligo e raggiunta la maggiore età.

Fondo pensione Inps, la proposta della maggioranza

L’emendamento per la pensione integrativa è stato presentato da Fratelli d’Italia. Il fondo verrebbe aperto su base volontaria da parte dei genitori del nuovo nato o da altri parenti fino al terzo grado entro il terzo mese di vita. Per farlo basteranno 100 euro. A questi si aggiungerebbe un contributo Inps da 50 euro all’anno.

A riportare la notizia è Il Messaggero, che sottolinea che il fondo non sarà solamente un mezzo per iniziare un progetto di pensione integrativa. Al contrario, il denaro accumulato dal bambino durante i primi 18 anni di vita dovrebbe entrare nella sua disponibilità al compimento della maggiore età. In quel momento il ragazzo deciderà se:

  • tenere investito il denaro puntando a una rendita di lungo periodo;
  • utilizzare il denaro per pagare un corso di specializzazione o gli studi universitari;
  • investire il denaro in una propria attività autonoma.

Come funziona la proposta di Azione

L’emendamento presentato da Fratelli d’Italia fa eco a una norma che Azione aveva già proposto, sempre come modifica alla Legge di Bilancio. Il partito di Carlo Calenda ha però preferito un approccio più orientato sugli incentivi alla previdenza integrativa, piuttosto che a un fondo statale.

Ci sarebbe quindi un contributo di 300 euro nel primo anno di vita e di 200 per i successivi quattro, a fronte di un contributo minimo di 100 euro all’anno da parte dei genitori. I costi delle due operazioni sono però molto diversi:

  • la proposta di Fratelli d’Italia costerebbe 18 milioni all’anno;
  • la proposta di Azione costerebbe 500 milioni il primo anno e 250 milioni a regime.

Entrambi gli emendamenti avrebbero superato la fase di scrematura e passeranno ora al dibattito in Parlamento. Quello della maggioranza ha maggiori possibilità di essere approvato.

La previdenza complementare in Italia

In Italia soltanto circa 10 milioni di persone sono iscritte alla previdenza complementare. L’osservatorio pensioni 2025 di Moneyfarm ha rilevato che solo il 38,8% dei dipendenti e il 23,7% degli autonomi ha ricorso a un fondo pensione. Le percentuali si abbassano molto se si considerano i giovani e le donne come fasce demografiche.

Si tratta di un problema significativo, perché il sistema pensionistico italiano non garantirà in futuro lo stesso tipo di benefici che sta erogando in questi anni ai lavoratori che stanno raggiungendo l’età pensionabile.

Gli assegni saranno più bassi e arriveranno sempre più tardi. Per questa ragione la pensione integrativa diventerà sempre più importante per garantire agli anziani un tenore di vita di buon livello.