Col passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, potrebbe essere utile ricorrere a quegli strumenti che aiutano ad incrementare il montante contributivo così da aumentare l’importo della pensione futura. Le soluzioni migliori vanno verso due direzioni:
- versare più contributi
- valorizzare il più possibile quelli già versati.
Potrebbe essere utile in tal senso ricorrere alla ricongiunzione dei contributi, quello strumento con il quale si possono riunire i contributi accreditati in gestioni previdenziali differenti sotto un’unica gestione.
Il cumulo
C’è poi il cumulo gratuito dei contributi; si tratta di uno strumento simile alla ricongiunzione, visto che permette di riunire i contributi versati sotto un’unica gestione previdenziale, ma a differenza di quest’ultima è meno conveniente perché dal momento che ogni gestione paga la propria quota in maniera indipendente non è possibile percepire un assegno più elevato. Resta comunque il vantaggio che grazie al cumulo si possono valorizzare quei contributi che altrimenti sarebbero andati persi perché insufficienti per dar luogo ad una pensione (neppure supplementare).
Il riscatto
Un altro modo per aumentare montante contributivo – e di conseguenza l’assegno di pensione – è quello di riscattare i contributi per quei periodi in cui non sono stati versati. Con la nuova pace contributiva, ad esempio, si possono riscattare i periodi non lavorati (fino ad un massimo di 5 anni) o anche la laurea a condizioni più favorevoli. Per aumentare il montante contributivo potete anche chiedere all’Inps l’accredito – gratuito – dei contributi figurativi per quei periodi – come il servizio militare, la malattia, o la disoccupazione – non coperti da contribuzione figurativa.
Non si dimentichi poi cla possibilità di ricorrere ad una pensione complementare, ad esempio destinando l’intero importo del TFR ad un fondo pensione.
In collaborazione con Adnkronos