Mutui seconde case in crescita e tutti vogliono il tasso fisso

Nel 2024 i mutui per seconde case hanno raggiunto il 1,96% del totale, con più richieste al Sud. Crescono domanda turistica e investimenti, ma anche i prezzi

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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Nel 2024 i mutui destinati all’acquisto di una seconda casa hanno rappresentato l’1,96% del totale. Lo affermano i dati di Tecnocasa. Un dato in lieve aumento rispetto al 2023, quando si attestava all’1,61%, segnale di un interesse crescente verso questo tipo di investimento, spesso legato a esigenze di vacanza, rendita o diversificazione patrimoniale.

Chi compra una seconda casa

L’acquisto di una seconda abitazione è solitamente appannaggio di famiglie o individui con una solidità economica superiore alla media. Rispetto a chi acquista la prima casa, questi acquirenti tendono a:

  • richiedere finanziamenti più contenuti in proporzione al valore dell’immobile;
  • utilizzare una quota maggiore di capitale proprio;
  • ridurre la dipendenza dal mutuo, mantenendo così un livello di esposizione più basso.

Proprio per questo motivo, l’importo medio erogato per i mutui seconda casa si ferma a 109.543 euro, contro i 118.551 euro registrati in media per l’acquisto della prima casa.

Differenze tra Nord e Sud

Lo spaccato geografico evidenzia alcune differenze interessanti:

  • al Nord Italia, i mutui per la seconda casa incidono per l’1,92% del totale;
  • al Centro si scende all’1,69%;
  • mentre Sud e Isole registrano la quota più alta, pari al 2,30%.

Questi dati confermano una maggiore propensione all’investimento in seconde abitazioni nelle regioni meridionali e insulari, dove il legame con le case vacanza e le rendite turistiche è particolarmente forte.

Fisso o variabile, cosa scelgono gli italiani

Anche nel 2024 prevale nettamente il tasso fisso: lo sceglie il 96,3% di chi acquista una seconda abitazione e il 95% di chi compra la prima. Il tasso variabile resta residuale, vicino allo zero per la seconda casa e all’1,2% per la prima.

Dal punto di vista degli istituti di credito, i mutui per la seconda casa comportano un rischio maggiore. In caso di difficoltà economiche, infatti, è più probabile che il debitore scelga di sospendere i pagamenti relativi all’abitazione non principale.
Questo si traduce in criteri di accesso più severi, con tassi d’interesse leggermente più alti e finanziamenti spesso limitati a importi inferiori rispetto a quelli concessi per la prima casa.

Seconde case e turismo

Se da un lato il mercato delle seconde case si conferma dinamico, dall’altro emergono crescenti criticità sociali. In numerose località turistiche l’ingresso di famiglie benestanti e investitori ha contribuito a far salire i prezzi, rendendo sempre più difficile per i residenti trovare abitazioni accessibili.

Il caso di Barcellona è diventato simbolo di questo squilibrio: dal 2025 la città ha vietato gli affitti brevi turistici e dal 2028 non rinnoverà più le licenze già esistenti. Anche la Francia ha introdotto misure restrittive in alcune aree caratterizzate da forte tensione abitativa, con l’obiettivo di contenere il numero di seconde case e preservare l’offerta per i residenti.

L’Italia tra turismo e investimenti

Il mercato italiano riflette pienamente queste dinamiche. Nelle zone a forte vocazione turistica i dati raccolti da Tecnocasa confermano una domanda vivace, nonostante un contesto economico complesso. A trainare il settore sono soprattutto famiglie con redditi medio-alti e investitori interessati a generare rendite tramite affitti stagionali o brevi.

Le conseguenze sui prezzi sono evidenti: in molte località marittime e montane i valori hanno resistito o addirittura registrato aumenti, sostenuti da un’offerta limitata e dalla costante attrattiva delle case vacanza.