Mutui, scendono i tassi e il 2025 è l’anno giusto per comprare casa in Italia

Nel primo semestre 2025 i mutui tornano ai livelli pre-crisi dei tassi, sostenuti da crescita economica moderata, inflazione in calo e migliori condizioni del mercato del lavoro

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Il mercato dei mutui in Italia continua a mostrare segnali di ripresa robusta. Dopo il miglioramento registrato nella seconda metà del 2024, anche il primo semestre del 2025 conferma una crescita significativa del credito alle famiglie.

Per l’acquisto dell’abitazione, i nuclei italiani hanno ricevuto finanziamenti pari a 14.787 milioni di euro (quasi 14,8 miliardi) nel secondo trimestre 2025. Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, l’aumento delle erogazioni è stato del +31,4%, per un controvalore di oltre 3.531 milioni di euro, come riportato da Tecnocasa.

Aumentano i mutui nel 2025

“Il settore ha beneficiato di un contesto macroeconomico più favorevole, caratterizzato da una crescita contenuta ma stabile, da un mercato del lavoro in espansione e da una graduale attenuazione delle pressioni inflazionistiche caratterizzato da crescita stabile, mercato del lavoro in espansione e minori pressioni inflazionistiche”, ha dichiarato Oscar Cosentini, presidente Kìron Partner SpA.

Complessivamente, nel primo semestre si arriva a 27,8 miliardi di euro erogati, in aumento del +40,5% su base annua.

In forte progresso le operazioni di:

  • acquisto immobili +21,3%;
  • surroga e sostituzione +66,6% per recupero degli errori di timing commessi nei mesi di rialzo dei tassi.

Queste ultime rappresentano ormai il 12,2% del totale erogato nel trimestre.

Secondo l’analisi Kìron dei dati Banca d’Italia, lo stock complessivo dei mutui attivi alle famiglie è salito a 387,873 miliardi di euro, con una crescita del +1,15% trimestrale e del +3,2% annuo.

L’ultima rilevazione di Banca d’Italia (datata luglio 2025) certifica un tasso medio del 3,61%, in contrazione rispetto ai mesi precedenti.

Per quanto riguarda le scelte degli italiani, il tasso fisso continua a dominare. Il suo appeal è dato dalla sicurezza garantita, e percepita dagli utenti, in contesti di incertezza economica. Questa la suddivisione del mercato:

  • 94% tasso fisso;
  • 1% tasso variabile semplice;
  • 1% variabile con Cap;
  • 5% tasso misto.

Chi chiede un mutuo oggi in Italia

Vengono poi svelati dettagli riguardanti il mutuo medio chiesto in Italia nel 2025:

  • importo medio 127.234 euro;
  • durata media 26,8 anni.

Il report Kìron Partner SpA per Tecnocasa mostra che segmentando per fasce di durata, l’82,3% dei mutui ha una durata compresa tra 21 e 30 anni (81,4% nel 2024) e il 17,7% si colloca nella fascia 10-20 anni (18,6% nel 2024), mentre i prestiti ipotecari di durata inferiore a 10 non raggiungono l’1%.

Mutuatari più giovani:

  • 18-34 anni: 39,4% (su dal 33,5%);
  • 35-44 anni: 33% (giù dal 35,7%);
  • età media: 38,9 anni.

Per quanto riguarda le finalità relative alla richiesta di mutui in Italia, l’acquisto della prima casa continua a farla da padrone:

  • acquisto prima casa 91,1%;
  • seconda casa 1,9%;
  • Surroga e sostituzione 5,4%;
  • ristrutturazione e costruzione 0,7%;
  • liquidità e consolidamento 0,8%.

Quali prospettive per il mercato dei mutui in Italia

Guardando al futuro, gli italiani mostrano un atteggiamento improntato a un ottimismo prudente. Una situazione geopolitica instabile (in particolare in Medio Oriente e nell’Est Europa), le tensioni energetiche e l’evoluzione della politica monetaria della Bce restano i fattori di rischio principali. Tuttavia ci sono anche segnali di distensione, come i tassi in calo costante che potrebbero portare a un ulteriore taglio dello 0,25% entro fine 2025.

E grazie alle garanzie statali e regionali (come il Fondo di garanzia prima casa), le banche risultano più aperte verso i giovani nuclei familiari. Le previsioni indicano volumi erogati a fine 2025 tra 52 e 54 miliardi di euro, in sensibile miglioramento sul 2024.