Si apre una settimana cruciale per la politica monetaria delle maggiori banche centrali, pronte a nuovi interventi restrittivi per calmierare l’inflazione che corre. Si inizierà con la Fed, pronta a quello che potrebbe essere il penultimo ritocco all’insù, per proseguire con la BCE, convinta che il percorso di aggiustamento non sia ancora giunto al termine, e con la Bank of Japan, che invece appare più restia a rimuovere la sua politica accomodante, soprattutto la politica del controllo della curva dei rendimenti (YCC).
Ma come sta reagendo il mercato dei mutui? E quali saranno gli effetti di questi nuovi aumenti dei tassi di interesse su famiglie ed imprese? Si parla di “aumenti insostenibili” per le famiglie, già penalizzate dall’aumento del costo dell’energia e dal caro spesa, e proibitivi per le imprese, che dovranno affrontare un rincaro del costo dei finanziamenti.
L'ABI ha recentemente pubblicato alcuni consigli per abbassare la rata dei mutui. Qui vi sono altre strategie per ridurre l'impatto degli aumenti dei tassi.
Si parte oggi con la Fed
La Federal Reserve dovrebbe annunciare domani sera un aumento dei tassi di interesse di 25 punti base, anticipato qualche tempo fa, portando il livello dei tassi di riferimento al 5,5%. Un rialzo che potrebbe essere preceduto da un altro aumento di 25 punti, prima della svolta attesa nel 2024.
BCE vicina alla quota di crociera
La Banca Centrale Europea, dopo l'aumento di giugno, dovrebbe seguire la Fed ed aumentare i tassi di riferimento di 25 punti base, portando il tasso di riferimento al 4,25% e quello sui depositi al 3,75%. Anche in questo caso si prevede che, dopo l'aumento di luglio, vi siano altri aggiustamenti nell'ordine di 20 punti, prima della possibile svolta attesa nel primo trimestre 2024.
Ma cosa sta accadendo ai mutui?
Nel frattempo, non si arresta il rincaro delle rate dei mutui, specie per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile, che ha registrato aumenti di oltre duecento euro nell'arco di un solo anno. In base all'Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che da anni monitora i costi dei mutui a tasso variabile ed a tasso fisso, vi sono "preoccupanti tendenze al rialzo, che hanno messo in ginocchio molte famiglie". La rata per un mutuo a tasso variabile di 115.000 euro a 25 anni, nell'ultimo anno, avrebbe registrato un aggravio pari a +212,43 euro al mese (+2.549,16 euro annui) con un aumento medio del 44% rispetto al 2022 e del 64% rispetto al 2021.
Non va meglio sul fronte dei mutui a tasso fisso, ma in questo caso l’aggravio rispetto al 2022 è solo ipotetico, in quanto considera la stipula effettuata a diverse condizioni contrattuali in momenti diversi. Nel dettaglio, stipulando un mutuo a tasso fisso oggi, si avrebbe una rata più onerosa mediamente del 6% rispetto a quella di un mutuo a tasso fisso stipulato nel 2022, ma ancor più impressionante è il divario con la rata del 2021, che segna un +31%. Ciò si tradurrebbe in un mutuo più alto di quasi 10mila euro rispetto al 2022 e di oltre 42mila rispetto al 2021.
Esplode la spesa per interessi delle imprese
Anche per le imprese non andrà meglio. Dall’analisi di Studio Temporary Manager, società specializzata nei servizi di temporary manager, le recenti comunicazioni poco "tranquillizzanti" della Presidente Lagarde si traducono per le imprese italiane in quasi 50 miliardi di interessi al 2024, quasi 30 miliardi in più rispetto al 2022, a cui vanno aggiunti gli interessi sulle locazioni finanziarie.
Le regioni più penalizzate da questo aumento dei tassi saranno quelle dove sono maggiormente concentrate le attività produttive che si avvalgono dell’aiuto degli istituti di credito, vale a dire la Lombardia (interessi totali per 13,8 miliardi, +8 miliardi sul 2022), il Lazio (+2,9 miliardi sul 2022), l’Emilia-Romagna (+2,9 miliardi), il Veneto (+2,8 miliardi), il Piemonte (+2 miliardi).
“Questa politica rialzista della BCE porterà con molta probabilità ad una contrazione economica rilevante, se non ad una vera e propria recessione", afferma Roberto La Caria, Socio e Amministratore Delegato di Studio Temporary Manager, che cita gli effetti sulla sostenibilità finanziaria delle imprese.