Disturbo della quiete pubblica, cosa succede in condominio? Quando i rumori molesti diventano reato

Il tuo vicino suona la batteria alle due di notte, o il cane del piano di sopra abbaia senza sosta? Se il rumore ti sta togliendo il sonno, sappi che esistono norme e strumenti per tutelarti

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Giorgia Dumitrascu

Avvocato civilista

Avvocato civilista con passione per la scrittura, rende il diritto accessibile attraverso pubblicazioni mirate e consulenze chiare e personalizzate.

Pubblicato: 27 Marzo 2025 15:41

La convivenza tra vicini può incidere negativamente sulla qualità della vita, soprattutto quando rumori molesti, schiamazzi o comportamenti poco rispettosi generano fastidi e tensioni. Il rispetto degli orari di silenzio e delle regole previste dal regolamento condominiale è infatti alla base di una convivenza pacifica e armoniosa. Tuttavia, non sempre queste norme vengono conosciute o rispettate, dando origine a conflitti che possono sfociare in controversie civili o addirittura in responsabilità penali.

Quali sono le differenze tra illecito civile e reato penale in caso di rumori molesti?

Si parla di disturbo della quiete:

quando determinati comportamenti provocano rumori o immissioni acustiche che superano la soglia di tollerabilità comunemente accettata, interferendo così con il riposo, la salute e le normali attività quotidiane dei condomini.”

Tali contegni possono assumere la connotazione dell’illecito civile o quella di reato. Nel primo caso, l’art. 844 c.c., stabilisce che le immissioni sonore (rumori) non debbano superare la cosiddetta “normale tollerabilità”, concetto determinato caso per caso tenendo conto anche della condizione dei luoghi e delle abitudini locali.

La soglia della tollerabilità non è definita in termini numerici, ma è rimessa al giudizio del giudice, anche sulla base di eventuali perizie fonometriche. Non è necessario che il rumore disturbi più persone: è sufficiente che anche un solo condomino sia turbato nella propria quiete e abbia un interesse concreto alla cessazione del disturbo. Chi subisce un’immissione intollerabile può agire in giudizio per ottenere l’inibitoria, cioè la cessazione del comportamento lesivo e, se ne ricorrono i presupposti, anche un risarcimento del danno per il pregiudizio subito. In questi casi si è nell’alveo della responsabilità extracontrattuale (art. 2043 c.c.).

Quando i rumori molesti diventano reato?

I rumori molesti assumono rilevanza penale quando integrano la fattispecie del “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” (art. 659 c.p.). Ciò accade quando il rumore, oltre ad essere continuativo e particolarmente intenso, è in grado di disturbare un numero indeterminato di persone (ad esempio più abitanti dell’edificio o addirittura dell’intero quartiere). In questi casi, l’autore del rumore rischia l’arresto fino a 3 mesi e l’ammenda fino a 309 euro.

La giurisprudenza ha chiarito che non è necessario che il disturbo venga effettivamente percepito da più persone, ma che sia potenzialmente percepibile da un numero indefinito di soggetti (Cass. pen. n. 1394/1999). Invece, se il rumore non ha un’effettiva rilevanza per la collettività, si esclude la rilevanza penale e il caso resta circoscritto al piano civile. Viceversa, quando l’intensità e la diffusione del rumore sono tali da coinvolgere una pluralità di abitazioni o ambienti, può scattare la responsabilità penale.

In alcuni casi particolari può essere integrata anche la contravvenzione di atti molesti o petulanti prevista dall’art. 660 c.p., quando il comportamento è diretto specificamente verso una o più persone con modalità insistente e fastidiosa.

Quali sono gli orari di silenzio da rispettare in condominio?

In ogni condominio, rispettare determinati orari di silenzio è la prima regola per prevenire il disturbo della quiete pubblica.

Gli orari di silenzio solitamente sono definiti dal regolamento condominiale o da apposite ordinanze comunali. Infatti, tali orari pur essendo comunemente adottati, possono variare leggermente in base alla località e alle regole interne di ogni edificio. In ogni caso, gli orari nei quali è obbligatorio limitare al massimo ogni forma di rumore molesto sono:

  • Orario notturno: dalle ore 22:00 alle 8:00 del mattino.
  • Orario di riposo pomeridiano: solitamente compreso tra le 13:00 e le 16:00.

Durante questi periodi di tempo è necessario evitare ogni attività rumorosa che possa arrecare disturbo ai vicini, come l’utilizzo di elettrodomestici particolarmente rumorosi (ad esempio lavatrici, aspirapolvere, o strumenti da cucina ad alta rumorosità), lavori di manutenzione domestica, musica ad alto volume e riunioni festose che superino i limiti della normale tollerabilità.

Quali sono i rumori molesti più comuni in ambito condominiale?

La valutazione della normale tollerabilità dei rumori molesti dipende da vari fattori, tra cui l’intensità, la durata, la frequenza e l’orario in cui si verificano. È importante chiarire che non tutti i rumori fastidiosi rientrano automaticamente nella fattispecie del disturbo della quiete pubblica: affinché si possa parlare di illecito, il disturbo deve essere oggettivamente significativo, non occasionale, e deve produrre una reale interferenza con la vita quotidiana di chi lo subisce.

Il cane che abbaia può essere considerato un disturbo della quiete pubblica?

L’abbaiare persistente di un cane può essere fonte di disagio per i condomini. Il proprietario che non impedisce gli strepiti del proprio animale, causando disturbo al riposo o alle occupazioni delle persone, può essere sanzionato con l’arresto fino a tre mesi o con un’ammenda fino a 309 euro (art. 659 c.p.). Tuttavia, non ogni abbaiare configura automaticamente un reato. Perché si possa parlare di disturbo della quiete pubblica, è necessario che il rumore sia continuo, di elevata intensità e percepibile da un numero indeterminato di persone. In tali casi, è consigliabile che il proprietario intervenga per comprendere le cause del comportamento dell’animale e adottare misure correttive.

L’uso di elettrodomestici rumorosi durante le ore notturne è permesso?

L’uso di elettrodomestici come lavatrici, aspirapolvere o lavastoviglie è parte integrante delle attività domestiche quotidiane. Tuttavia, il loro impiego durante le ore di riposo, generalmente stabilite dai regolamenti condominiali o dalle ordinanze comunali, può arrecare disturbo ai vicini. Superare di 5 decibel i rumori di fondo durante il giorno o di 3 decibel durante la notte è considerato intollerabile . Pertanto, è opportuno programmare l’uso di elettrodomestici rumorosi al di fuori di queste fasce orarie per evitare conflitti e possibili sanzioni.

Le feste in appartamento possono violare le norme sul disturbo della quiete pubblica?

Se una festa o riunione in casa si protrae fino a tarda notte o genera rumori eccessivi, è configurabile il reato già citato ex art. 659 c.p. È importante considerare che, oltre alle disposizioni di legge, molti regolamenti condominiali prevedono specifiche restrizioni riguardo agli orari e ai livelli di rumore consentiti.​ Per evitare conflitti condominiali è consigliabile limitare il volume della musica, specie durante gli orari di riposo. Insomma, adottando delle precauzioni di buon senso, è possibile conciliare il desiderio di socializzare con il rispetto del diritto al riposo degli altri condomini.

Quali sono le responsabilità dell’amministratore di condominio?

L’amministratore di condominio non può restare inerte, se un condomino segnala un comportamento molesto. Egli deve innanzitutto accertare l’esistenza del disturbo e verificare se il comportamento denunciato viola il regolamento condominiale o le norme di legge.

In caso positivo, i suoi poteri includono:

  • Inviare una diffida al condomino responsabile, invitandolo al rispetto del regolamento e delle norme sulla convivenza civile. Tale comunicazione, redatta in forma scritta, può avere efficacia preventiva e dissuasiva, evitando il ricorso alle vie legali.
  • Convocare l’assemblea condominiale, affinché i condomini deliberino sull’eventuale autorizzazione ad agire in giudizio. L’amministratore non può autonomamente promuovere un’azione legale senza il mandato assembleare, salvo i casi urgenti (art. 1131 c.c.).
  • Segnalare situazioni gravi o reiterate agli organi competenti, come la polizia municipale, nei casi in cui si ipotizzi la commissione di un illecito penale.

L’amministratore può essere anche chiamato a riferire in giudizio, come testimone o parte in rappresentanza del condominio, qualora si avvii una causa per cessazione di immissioni rumorose o per danni.

Limiti e responsabilità dell’amministratore

È bene precisare che l’amministratore non è investito di poteri coercitivi diretti verso i singoli condomini: non può comminare sanzioni personali, né procedere con iniziative giudiziarie di propria iniziativa, se non nei limiti della gestione ordinaria o in casi urgenti. In assenza di un’autorizzazione assembleare, le sue azioni devono limitarsi a quanto espressamente previsto dalla legge. Tuttavia, la mancata attivazione dell’amministratore, in presenza di segnalazioni documentate e reiterate, può configurare una responsabilità per omissione, con conseguente possibile revoca dell’incarico e, in casi residuali richiesta di risarcimento da parte del condominio per violazione dei doveri fiduciari e gestionali.