Morto Peter Greene, il patrimonio dell’attore di Pulp Fiction e I soliti sospetti

L’attore statunitense, iconico cattivo degli anni ’90, è stato trovato morto nella sua casa. Negli ultimi anni si era allontanato dal cinema

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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È morto l’attore statunitense Peter Greene, noto soprattutto per le sue parti da cattivo in diversi film che sono diventati cult degli anni ’90, da Pulp Fiction di Quentin Tarantino a I soliti sospetti di Bryan Singer. La notizia della sua morte è arrivata dal manager, che ha riferito come l’attore sia stato ritrovato morto nella sua casa di New York. Non sono state specificate le cause della morte.

Peter Greene aveva 60 anni e una lunga carriera alle spalle. Ha iniziato a recitare negli anni ’90, ma ottenne presto ruoli memorabili e ancora oggi riconducibili a lui: in Pulp Fiction era la guardia giurata di Zed, ne I soliti sospetti il contrabbandiere di gioielli Redfoot e molti altri. Nel tempo però l’attore ha incontrato diversi ostacoli nella sua carriera, primi fra tutti i problemi di dipendenza dalle droghe, che lo hanno portato ad allontanarsi da ruoli importanti.

Morto Peter Greene

Peter Greene è stato trovato senza vita nella sua abitazione di New York. La notizia della sua morte è stata data dal manager storico che lo seguiva. Il nome di Greene oggi forse è poco conosciuto, perché da diversi anni si era allontanato dal cinema, ma negli anni ’90 non c’era un film che non avesse il suo volto.

Iconico nei suoi ruoli da cattivo, come in The Mask o Pulp Fiction. Di recente stava per tornare a lavorare per il cinema: a gennaio 2026 sarebbero iniziate le riprese di un thriller indipendente con Mickey Rourke intitolato Mascots.

Le indagini

L’attore è stato trovato privo di sensi nel suo appartamento di New York, a Clinton Street. Secondo la polizia non si sospetta alcun episodio doloso e la causa del decesso sarà stabilita dal medico legale.

Il manager Gregg Edwards, che lo conosceva ormai da oltre un decennio, ha dichiarato che era “un ragazzo fantastico”.

30 anni di carriera

Peter Greene ha all’attivo circa 95 film. Da quando scappò di casa a 15 anni e visse per le strade della Grande Mela, ai successi degli anni ’90, è stato descritto tanto difficile da gestire sul set, quanto anche un “bravo ragazzo”.

Greene ha recitato anche in Laws of Gravity, Clean, Shaven, Blue Streak e Training Day.

A quanto ammonta il suo patrimonio

L’attore non ha mai divulgato i suoi guadagni ed è difficile calcolare quanto abbia messo da parte negli ultimi anni di carriera, sempre più lontano dal cinema. Non ci sono cifre ufficiali e non ha mai comunicato i suoi guadagni, ma secondo diverse fonti statunitensi il suo patrimonio netto si aggirava intorno a 1,5 milioni di dollari, grazie alle molteplici apparizioni in film che hanno fatto la storia del cinema o che sono diventati cult molto rivisti degli anni ’90.

Certamente era un periodo in cui c’erano ancora pochi sponsor e la sua assenza dalle scene non gli ha permesso di far crescere ulteriormente i propri guadagni. Non è chiaro neanche se il suo appartamento di New York sia calcolato all’interno del patrimonio.

Quali sono i film più importanti

Una lista dei film più importanti di Peter Greene:

  • Laws of Gravity, regìa di Nick Gomez (1992);
  • Clean, Shaven, regia di Lodge Kerrigan (1993);
  • Cuba libre – La notte del giudizio (Judgement Night), regia di Stephen Hopkins (1993);
  • Pulp Fiction, regia di Quentin Tarantino (1994);
  • The Mask, regia di Chuck Russell (1994);
  • I soliti sospetti (The Usual Suspects), regia di Bryan Singer (1995);
  • Bang, regìa di Ash (1995);
  • Trappola sulle Montagne Rocciose (Under Siege 2: Dark Territory), regia di Geoff Murphy (1995);
  • La moglie di un uomo ricco (The Rich Man’s Wife), regia di Amy Holden Jones (1996);
  • Da ladro a poliziotto (Blue Streak), regia di Les Mayfield (1999);
  • Ticker – Esplosione finale (Ticker), regia di Albert Pyun (2001);
  • Training Day, regia di Antoine Fuqua (2001);
  • Confession, regia di Jonathan Meyers (2005);
  • War of the Worlds – L’invasione (H.G. Wells’ War of the Worlds), regìa di David Michael Latt (2005);
  • End Game, regia di Andy Cheng (2006);
  • Il cacciatore di ex (The Bounty Hunter), regia di Andy Tennant (2010);
  • Oltre la legge (Once Fallen), regìa di Ash Adams (2010);
  • The Child, regìa di Zsolt Bács (2012);
  • City of Lies – L’ora della verità (City of Lies), regia di Brad Furman (2018);
  • Exit 0, regìa di E. B. Hughes (2019).