La salvaguardia dei diritti dei lavoratori riveste un ruolo cruciale, motivo per cui sono presenti varie forme di rappresentanza sindacale nel contesto del lavoro dipendente, come le RSA (Rappresentanze Sindacali Aziendali) e le RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie). Le RSA agiscono all’interno di un’azienda in difesa degli interessi dei lavoratori affiliati a un particolare sindacato, senza partecipare direttamente alla contrattazione aziendale. Diversamente, le RSU coinvolgono tutti i lavoratori dell’azienda, indipendentemente dall’adesione sindacale, e si occupano di rappresentarli in modo unitario. Questo articolo esplica dettagliatamente le differenze tra le due forme di rappresentanza sindacale e il loro ruolo concreto nel contesto lavorativo.
RSA e RSU: cosa sono?
Le RSA (Rappresentanze Sindacali Aziendali) e le RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) costituiscono organi di rappresentanza dei lavoratori, entrambi finalizzati alla tutela dei loro diritti nel contesto aziendale.
Le RSU, introdotte negli anni ’90, hanno in molti casi sostituito le RSA. Si tratta di lavoratori incaricati di rappresentare i colleghi all’interno dell’azienda.
Le RSA, invece, sono state istituite con la legge 300/1970 che consente ai lavoratori di creare organi sindacali aziendali in unità produttive con almeno 15 dipendenti.
Sebbene le RSU abbiano largamente soppiantato le RSA, queste ultime non sono state abolite e i sindacati hanno la facoltà di non partecipare alle RSU, optando per la costituzione di RSA. Entrambe le forme di rappresentanza, RSA e RSU, sono elette tramite elezioni e sono presenti in tutti i luoghi di lavoro, sia nel settore pubblico che in quello privato, per assicurare la tutela delle esigenze dei lavoratori.
Qual è la differenza tra RSA e RSU?
Sebbene gli obiettivi possano talvolta sovrapporsi, le distinzioni tra RSA e RSU rivestono una notevole importanza. Le RSU, elette attraverso un processo di elezione, coinvolgono tutti i dipendenti dell’azienda, indipendentemente dall’appartenenza sindacale, consentendo loro di votare o candidarsi. Questi organi si dedicano alla rappresentanza generale dei lavoratori e partecipano attivamente alla negoziazione dei contratti aziendali.
Coloro che sono eletti nelle RSU non agiscono come rappresentanti sindacali a tempo pieno, non sono professionisti sindacali. Il loro scopo principale è la protezione collettiva dei lavoratori, monitorando l’applicazione dei contratti aziendali. Se sorgono conflitti tra lavoratori e datore di lavoro, la RSU può intervenire per risolverli e, solo se persistono, può coinvolgere i sindacati o i legali. Il mandato di un membro della RSU dura generalmente 3 anni.
Le RSA sono elette esclusivamente dai membri di un sindacato specifico e hanno il compito di proteggere solo i lavoratori iscritti a quel sindacato, senza partecipare alla negoziazione dei contratti aziendali. Queste rappresentanze sindacali sono attive dagli anni ’70, ma nel corso del tempo sono state in gran parte sostituite dalle RSU, sebbene non siano state completamente eliminate. A differenza delle RSU, le RSA non richiedono un processo di voto per l’elezione dei rappresentanti (come previsto per le RSU, dove deve votare almeno il 50% + 1 degli elettori), e non sono soggette alle norme elettorali per gli accordi aziendali.
In conclusione, sia le RSA che le RSU svolgono un ruolo fondamentale nella tutela dei lavoratori, anche se con approcci e funzioni diverse. Entrambe le forme di rappresentanza sindacale, infatti, sono state sviluppate per garantire che i diritti e gli interessi dei lavoratori siano tutelati, contribuendo così a creare un ambiente lavorativo equo e rispettoso.