Fringe benefit, aumenta la soglia per queste categorie

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato l'obiettivo di alzare la soglia dei premi esentasse concessi ai dipendenti dai datori di lavoro

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Più fringe benefit ai dipendenti con figli: è uno dei prossimi obiettivi sul lavoro dichiarati dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, secondo cui il governo “destinerà con un prossimo provvedimento di urgenza i margini di bilancio disponibili per finanziare, per l’anno in corso, un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi e un innalzamento del limite dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli”. Il decreto nel quale la misura potrebbe trovare spazio potrebbe essere lo stesso Dl Lavoro atteso per l’approvazione sul tavolo del Consiglio dei ministri il primo maggio. L’intervento da 3,4 miliardi di euro di maggior deficit programmatico previsto dal Def nel 2023 non si dovrebbe limitare dunque soltanto al taglio del cuneo, ma anche ad alzare il limite dei premi esentasse concessi dalle aziende ai lavoratori.

Fringe benefit, aumenta la soglia: l’annuncio di Giorgetti

Il tetto dei fringe benefit è tornato quest’anno a 258,23 dopo essere stato portato fino a 3mila euro nel corso del 2022. Adesso il valore complessivo di questi bonus aziendali potrebbe essere raddoppiato. “Vediamo” ha detto il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, rispondendo a chi ha prospettato questa ipotesi, confermando che “sicuramente ha un senso elevarlo”.

Durante l’intervento al question time alla Camera, il ministro Giorgetti ha spiegato che con queste misure l’esecutivo intende perseguire “il duplice scopo di incrementare i redditi reali delle famiglie e al contempo limitare la rincorsa salari-prezzi, che renderebbe la vampata inflazionistica causata dai prezzi energetici e alimentari più sostenuta nel tempo, trasformandola in strutturale”.

Il responsabile del Mef ha dichiarato inoltre che il Governo, “anche nell’ambito dei lavori della delega fiscale, valuterà tutti gli interventi a sostegno delle famiglie, tenendo a riferimento il reddito disponibile delle stesse, consapevole dell’importanza di dare slancio alla natalità nel nostro Paese”.

“Come si evince anche dal Programma nazionale delle riforme – ha aggiunto Giorgetti – la strategia complessiva del governo in tema di politiche per la natalità non intende limitarsi agli incentivi fiscali, ma punta anche a supportare le famiglie con un ampio ventaglio di strumenti”.

Cosa comprendono i fringe benefit

Lo scorso anno la soglia dei cosiddetti fringe benefit era stata alzata a 3mila euro nel Dl Aiuti quater, come avevamo spiegato qui, dopo essere già elevata a 600 euro, rispetto agli ordinari 258,23 euro, nel Dl Aiuti bis, con il quale erano state aumentate anche le voci ammesse all’agevolazione, tra cui le bollette.

Come abbiamo spiegato in questo approfondimento di QuiFinanza, i cosiddetti fringe benefit rappresentano un’integrazione al reddito dei lavoratori, in forma di bonus erogati attraverso un determinato bene o un particolare servizio, e non sono necessariamente dei corrispettivi in denaro (qui avevamo spiegato cosa sono i fringe benefit e perché piacciono).

A stabilire direttamente come debbano essere trattati fiscalmente questi premi concessi dalle imprese è l’articolo 52 del DPR n. 917/86. Gli strumenti di welfare aziendale che i datori di lavoro possono prevedere nella contrattazione, vanno dai buoni spesa ai buoni benzina, e possono includere:

  • auto aziendale;
  • telefono cellulare, computer e tablet aziendali;
  • corsi di aggiornamento professionale;
  • prestiti agevolati;
  • servizio di mensa aziendale;
  • buoni pasto e buoni regalo;
  • rimborsi per spese sostenute dal dipendente;
  • polizze di previdenza complementare;
  • case in locazione;
  • sconti e convenzioni con negozi, palestre, centri benessere, ecc.;
  • borse di studio per incentivare l’accesso all’istruzione dei figli dei dipendenti;
  • stock options.