Via ai maxi licenziamenti in Hasbro: mercato dei giocattoli in crisi anche a Natale

L'azienda che ha dato al mondo Monopoly, RisiKo e Scarabeo avverte la crisi del momento: via ai licenziamenti, ecco il piano per il futuro del colosso dei giochi

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Pubblicato: 12 Dicembre 2023 20:00

Natale è da sempre stata vista come la festività dei grandi doni, per grandi e piccini che hanno sognato per mesi un gioco, le macchinine o una console all’ultimo grido. Regali che il più delle volte, in passato, sono arrivati sotto l’albero grazie alla mano generosa di Babbo Natale e ai denti stretti dei più grandi che hanno dovuto fare i conti con economie sempre più segnate dalla crisi che, nel 2023, ha toccato il suo massimo apice. E se a risentire della crisi, in primis, sono anche le grandi aziende dei giocattoli, il quadro si fa ancor più pesante e drammatico.

E questo è il caso del colosso Hasbro, tra le altre produttrice di giochi come RisiKo, Monopoly, Cluedo e Forza 4, che alla fine dell’anno sarà costretta a mandare a casa migliaia di lavoratori a causa di una crisi senza eguali nella vendita di giocattoli a livello globale.

Hasbro dà il via ai maxi licenziamenti

I numeri parlano chiaro e purtroppo i lavoratori messi alla porta dal colosso dei giocattoli sono migliaia. Ben 1.100, infatti, saranno lasciati a casa nei prossimi mesi, proseguendo con i tagli causati dalla grande crisi del mercato dell’ultimo periodo.

1.100 dipendenti di Hasbro, infatti, saranno licenziati per ridurre i costi elevati dell’azienda, per un taglio programmato per prevenire guai ben peggiori nel futuro prossimo. Per un colosso che vanta nel suo portfolio giochi da tavola dal successo mondiale come Monopoly, Scarabeo, RisiKo e chi più ne ha più ne mette, mettere la parola fine alla propria storia è infatti complicato.

Si è quindi deciso di passare alla via più difficile, ma al momento meno amara, dei licenziamenti, col 20% del personale tagliato per ridurre i costi di 300 milioni di dollari l’anno entro il 2025. Come molte aziende del settore, infatti, Hasbro sta assistendo a vendite inferiori rispetto al periodo della pandemia, quando molti genitori compravano giocattoli e giochi tradizionali per tenere impegnati i bambini chiusi in casa.

Ma ora il trend sembra tutt’altro, quasi un disinnamoramento verso il gioco che si traduce in minori vendite e maggiori problemi per chi, dalla felicità e dalla convivialità del giocare in compagnia ha sempre fatto il suo punto di forza. E la traduzione, purtroppo, è anche il pesante sgambetto subito in Borsa dall’azienda che negli anni Cinquanta esordì nel mercato dei giochi col “Signor Patata”, con un -5,7% che si fa preoccupante.

Le previsioni di Hasbro

Ma cosa succederà ora ad Hasbro e quali sono i piani dell’azienda che ha fatto la storia nel mondo dei giocattoli? Di certo tagliare parte del personale non è una scelta presa alla leggera, ma come detto è risultata necessaria per il bene del futuro del colosso americano che ora deve un po’ rivedere i propri piani.

Le vendite infatti sono scese di oltre il 10% rispetto agli anni passati e il Ceo Chris Cocks è stato chiaro: “I venti del mercato che avevamo previsto si sono rivelati più forti e persistenti di quanto pensavamo”. E ora? Il portfolio di giochi prodotti non si amplierà perché la poca domanda non permette all’azienda di rischiare nuovi investimenti, motivo per il quale da Hasbro fanno sapere che la strada da percorrere sarà sfruttare i grandi marchi, forti, già presenti (come i citati Monopoly, RisiKo e Scarabeo), per poi puntare anche su videogiochi e digitale che negli ultimi anni stanno andando bene.