Via al ricambio generazionale in Unicredit. Il colosso bancario italiano ha trovato l’intesa con i sindacati per l’uscita volontaria di mille dipendenti con la contestuale assunzione di 500 giovani lavoratori, più altri 250 ingressi previsti dal turn over. L’accordo firmato con Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin comprende un piano di riqualificazione delle risorse del gruppo, con programmi di occupazione e formazione.
L’accordo tra Unicredit e i sindacati
L’intesa raggiunta definisce tra Unicredit e sindacati un piano di esodi volontari e incentivati di 1.000 lavoratori, con finestra pensionistica fino al 1° gennaio 2031, con un processo di ricambio generazionale che prevede almeno 750 assunzioni, cui potrebbero aggiungersi quelle che si dovessero verificare in caso di ulteriori dimissioni.
Nello specifico, come spiegato dal sindacato degli autonomi della Fabi, la “procedura di efficientamento” è stata ridimensionata del 38% rispetto ai 1.600 dipendenti previsti all’inizio della trattativa sul piano di esodi, con il punto di caduta raggiunto a mille uscite volontarie e incentivate, delle quali 270 richieste ereditate dal precedente accordo, con 600 lavoratori inseriti in percorsi di formazione finanziata (Fba), erogati dall’Academy del gruppo Unicredit. Di questi ultimi, 200 “saranno ricollocati in rete, rafforzando l’organico delle filiali” già a partire dal 2025, come specifica il sindacato.
A fronte delle uscite, l’accordo stabilisce 500 nuovi ingressi tra il personale “cui si aggiungono 250 assunzioni per il cosiddetto turn over, che unitamente ai percorsi di riqualificazione e formazione del personale, costituiscono la risposta positiva per affrontare le future sfide legate alla trasformazione digitale del settore bancario e all’emergere di nuovi modelli di business”.
Questi i punti principali in sintesi:
- uscite volontarie
- assunzioni
- riconversioni professionali
- rafforzamento della rete filiali
- trattamenti migliorativi per lavoratrici e lavoratori
“L’importante investimento di personale nelle filiali risponde alla richiesta di evitare, a quanti in servizio, situazioni di forte disagio dovute a eccessivi carichi di lavoro. L’accordo, infatti, favorisce la valorizzazione della conciliazione dei tempi di vita e lavoro e del benessere lavorativo, in linea con quanto stabilito nel rinnovo del Contratto Nazionale del Credito e dalla volontà del Sindacato di esercitare una contrattazione collettiva permanente che consenta di gestire tempo per tempo i cambiamenti in essere con ascolto reciproco e grande senso di responsabilità, raggiungendo soluzioni innovative e competitive di cui il settore e le persone occupate hanno bisogno”, spiega il segretario nazionale Uilca Giuseppe Bilanzuoli.
“L’accordo raggiunto costituisce un importante risultato per la centralità strategica della formazione, elemento che di fatto consente la piena occupabilità sterilizzando pertanto l’insorgere di potenziali nuovi esuberi”, ha dichiarato il coordinatore della Fabi nel gruppo Unicredit, Stefano Cefaloni.
“Un accordo intergenerazionale per la piena e buona occupazione rilevante e innovativo. Con l’intesa raggiunta arriviamo sul fronte dell’occupazione a un tasso di sostituzione complessivo di almeno il 75%, oltre il 67% dei precedenti accordi nel gruppo bancario, così come abbiamo tolto il tetto sulla possibilità di nuove assunzioni, dunque senza limiti al turn over, in caso di ulteriori abbandoni” è stato il commento del segretario nazionale della Fisac Cgil, Riccardo Sanna.
“Un risultato unitario importante quello raggiunto con l’azienda – prosegue il segretario nazionale della Fisac Cgil – che riverbera effetti su diversi fronti, che vanno dai carichi di lavoro al contrasto al processo di desertificazione. Non solo: è strategica la centralità data alla formazione, attraverso i processi di riqualificazione e riconversione, che contribuiscono a non ridurre i posti di lavoro e, anzi, a valorizzare le competenze”.
L’aspetto più importante dell’accordo, segnala il coordinatore Fisac Cgil Gruppo UniCredit, Francesco D’Agostino, “è l’aver avviato dei percorsi chiari di riconversione professionale in grado di garantire gli attuali posti di lavoro senza creare tensioni occupazionali che si possono già intravedere nelle pieghe delle innovazioni digitali, come ad esempio l’intelligenza artificiale, in un settore in continua evoluzione come il nostro. Il tutto migliorando contestualmente le condizioni di tutti gli colleghi che hanno permesso i risultati straordinari degli ultimi anni”, conclude.
Una soddisfazione condivisa dal segretario responsabile Uilca Gruppo Unicredit, Rosario Mingoia: “L’ottimo rapporto concordato tra assunzioni stabili e uscite di dipendenti in modo volontario garantisce un ricambio generazionale di valore, che continuerà a rafforzare la rete commerciale: la quasi totalità sarà destinata alle filiali. Inoltre, nel 2025, nelle filiali saranno destinate 200 persone per effetto delle riconversioni professionali”.
Il welfare nell’accordo
Nell’accordo tra Unicredit e sindacati sono stati raggiunti anche diversi obiettivi sul miglioramento dei trattamenti welfare rivolti ai dipendenti, tra i quali:
- l’aumento del ticket pasto a 8 euro a regime
- la conferma dell’aumento del contributo pro-capite alla Cassa Sanitaria
- la polizza temporanea caso morte (Tcm) sui mutui
- l’ampliamento delle figure inquadrate
- l’aumento delle giornate dello smart learning per i colleghi di Rete
- i permessi per l’assistenza genitori disabili
- staffetta generazionale
“A conferma dell’importanza delle trattative in Unicredit, oltre all’aspetto occupazionale, abbiamo raggiunto importanti risultati economici e di welfare per i dipendenti”, ha dichiarato ancora Mingoia.
“Questo risultato – è stato il commento del gruppo affidato alla responsabile People & Culture Italia di Unicredit, Ilaria Dalla Riva – conferma che il continuo e costruttivo percorso di confronto con le Organizzazioni Sindacali degli ultimi tre anni ha contribuito al positivo esito dell’accordo, che si fonda sui nostri valori, la cultura e sulla cura delle persone, garantendo il ricambio generazionale e sostenendo la crescita delle competenze di colleghi in linea con l’evoluzione del settore e la strategia della banca”.