Si conclude positivamente dopo 12 anni la vicenda degli ex dipendenti Blutec di Termini Imerese, grazie alla firma di un accordo quadro tra i commissari straordinari, l’Inps, il gruppo Pelligra, le organizzazioni sindacali e la Regione Sicilia, che tutela tutti i 540 lavoratori. “Una svolta storica per la Sicilia, la conferma che siamo sulla strada giusta per la rinascita industriale del Paese”, ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Il destino dei 540 operai
Dei lavoratori rimasti senza impiego dopo il fallimento di Blutec, che doveva reindustrializzare l’impianto, 350 saranno formati e riqualificati per essere reintegrati nel progetto industriale del gruppo Pelligra, che ha vinto il bando con un piano di riqualificazione dell’area. Gli altri 190 lavoratori, rimanendo sotto l’amministrazione straordinaria, beneficeranno dell’isopensione, uno scivolo retributivo a carico dell’azienda, per un massimo di 7 anni fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici. Fiom e Uilm definiscono questa giornata come cruciale per i lavoratori, con una soluzione “inseguita per oltre 12 anni”.
Nel 2022, la Regione Sicilia aveva stanziato 30 milioni di euro specificamente per le politiche attive e passive a favore dei lavoratori ex Termini Imerese. Recentemente, queste risorse sono state assegnate all’amministrazione straordinaria per coprire il costo dell’isopensione.
La Fiom continuerà a lavorare per assicurare che il piano industriale di Pelligra sia sostenibile nel lungo periodo e possa coinvolgere ulteriormente lavoratori, rispondendo alle esigenze occupazionali del territorio, inclusi i quasi 200 ex lavoratori dell’indotto. A tal fine, la Fiom solleciterà una proroga dell’Area di Crisi, aprendo alla possibilità di proseguire con gli ammortizzatori sociali per questi lavoratori e favorirne la rioccupazione.
“Una svolta storica per la Sicilia, la conferma che siamo sulla strada giusta per la rinascita industriale del Paese”. È quanto afferma il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, commentando l’accordo quadro. Urso ringrazia le forze sindacali “di aver creduto nella azione del governo” e assicura che “nessuno resterà indietro. Termini Imerese sarà un modello di quel che insieme faremo in questa legislatura per riaffermare il ruolo dell’impresa e del lavoro italiano”.
La storia dello stabilimento
Si chiude così una delle vertenze più lunghe e complesse nella storia delle crisi aziendali, situata in una delle aree industriali più problematiche del Paese.
La vicenda parte nel 2011, dopo che Sergio Marchionne decise di chiudere lo stabilimento Fiat di Termini Imerese; al tempo vennero avanzate diverse proposte per il rilancio del polo industriale siciliano e tra queste c’era la prospettiva di una nuova società che intendeva produrre batterie per veicoli elettrici e minicar elettriche, appunto la Blutec.
Per il rilancio dello stabilimento, lo Stato aveva dato nel 2016 a Blutec 21 milioni di euro, destinati allo scopo del programma di sviluppo finalizzato alla riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese e portando così alla riapertura dei cancelli. Ma di questi, solo 5 ne vennero usati, mentre gli altri 16 sparirono nel nulla. Per questo, nel settembre 2019 vennero messi ai domiciliari il presidente e l’amministratore delegato dello stabilimento, bloccando loro beni per 16,5 milioni.
I progetti di Pelligra
Per l’ennesimo rilancio dello stabilimento un tempo Fiat di Termini Imerese si prova così la via italo-australiana. Pelligra Italia Holding Srl è infatti una partecipata italiana del gruppo australiano Pelligra Australia, fondato nel 1960 e specializzato nello sviluppo immobiliare commerciale, industriale e residenziale. La società australiana è rinomata per la riconversione e riqualificazione di aree industriali, anche dismesse, trasformandole in parchi industriali.
L’offerta di Pelligra Italia Holding Srl si è distinta tra le cinque proposte ricevute per il rilancio di Termini Imerese, risultando l’unica completamente conforme ai requisiti di gara. La proposta comprendeva un’offerta di 8 milioni di euro e l’assunzione di almeno 350 ex dipendenti di Blutec attualmente in cassa integrazione, con un impegno di lavoro garantito per i prossimi 24 mesi.
Il ministro Urso ha annunciato che, grazie a questa scelta, verrà avviato un progetto di vasta portata per il rilancio dell’intera area industriale di Termini Imerese. Il piano prevede la trasformazione dell’area in un importante porto commerciale e logistico della Sicilia occidentale, con la creazione di un interporto che faciliterà la combinazione di diversi modi di trasporto (strada, ferrovia e mare). A partire da novembre, il porto di Termini Imerese diventerà il principale porto commerciale della Sicilia occidentale, accogliendo le attività di Msc (Aponte) trasferite da Palermo.