Lavoro 2024, quali sono le competenze che rischiano di sparire

Istat ha pubblicato i dati relativi alle skill più richieste nel mondo del lavoro. Emergono le competenze a rischio scomparsa

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Nel panorama attuale del mercato del lavoro, le competenze richieste sono in continua evoluzione. L’avvento della tecnologia, l’automazione e la digitalizzazione hanno reso alcune abilità tradizionali meno rilevanti o del tutto obsolete. Secondo un’analisi dei dati Istat, ecco quali competenze stanno perdendo di importanza e rischiano di scomparire nel breve futuro.

I dati evidenziano come il mercato del lavoro si stia evolvendo verso il digitale, che richiede nuove competenze, verso le cosiddette skill digitali e cognitive e allontanandosi sempre di più dalle abilità manuali e fisiche più “tradizionali”. Capire quali sono le skill più richieste e le competenze a rischio è fondamentale per un mondo del lavoro che muta rapidamente.

Quali competenze non servono più? Lato tecnico

Oltre alle già note soft skills, ci sono competenze più o meno richieste nel mondo del lavoro nel 2024. L’uso di competenze matematiche complesse , per esempio, è diventato marginale per la maggior parte delle professioni. Il fenomeno è particolarmente evidente tra i lavoratori con bassi livelli di istruzione, che raramente utilizzano calcoli complessi nel loro lavoro quotidiano e che in Italia rappresentano ancora una grande fetta di lavoratori rispetto alla media Ue. La diffusione di software avanzati e strumenti di calcolo automatizzati inoltre ha ridotto la necessità di queste competenze, rendendole quasi superflue in molti settori.

La lettura di manuali e documentazione tecnica è, secondo i dati Istat, ormai un’attività poco comune, soprattutto tra le professioni non qualificate e i lavoratori stranieri. Anche se tra le competenze più richieste, non trovano un bacino di lavoratori che si stanno formando in proposito. Sempre più spesso vengono affidate alle tecnologie.

Anche nel settore del commercio e dei servizi, dove una volta era essenziale comprendere manuali operativi e guide tecniche, tale abilità è sempre meno richiesta. La semplificazione delle tecnologie e l’intuitività delle nuove interfacce utente infine contribuiscono a questa tendenza.

Competenza fisica sì, ma non ovunque: verso l’abbandono del manuale

Con l’automazione e la meccanizzazione della produzione, l’uso della forza fisica (competenza fisica-motoria) sta diventando sempre meno necessario. I lavori che richiedevano uno sforzo fisico significativo sono stati automatizzati, riducendo la domanda di questa competenza. L’introduzione di robot e macchinari avanzati, ora così come nel futuro, sta trasformando molte mansioni fisiche, rendendo la forza manuale una competenza sempre meno valorizzata. Al contrario cresce la richiesta di specialisti dell’automazione, come anche controllori e tecnici.

Anche le abilità che richiedono destrezza manuale sono in declino a causa della diffusione delle tecnologie digitali e dell’automazione. Le attività che un tempo necessitavano di abilità manuali precise sono ora svolte da macchinari o software, pensiamo all’artigianato sempre meno diffuso in favore di una maggiore produzione e un minor costo. Questo cambiamento è particolarmente evidente nelle industrie manifatturiere e artigianali, dove l’adozione di tecnologie avanzate ha ridotto la necessità di competenze manuali tradizionali.

I compiti ripetitivi inoltre sono tra i primi a essere automatizzati. Le tecnologie moderne permettono infatti di delegare attività monotone e routinarie a macchine e algoritmi, riducendo la necessità di personale umano per svolgere questi lavori. Tale trend è visibile in settori come la produzione in serie, la logistica e il data entry, dove l’automazione ha preso il sopravvento.