Promozioni nella Pa, il ministro Zangrillo annuncia la rivoluzione con lo stop al concorso

Promozioni per merito o grazie al concorso? Il ministro della Pa Paolo Zangrillo riflette sul da farsi aprendo alla rivoluzione per attrarre più giovani

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Le promozioni nella Pa potrebbero presto subire una piccola rivoluzione, con il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo che ha svelato un nuovo meccanismo che porterebbe a mettere da parte il concorso. Il classico step di carriera tramite la selezione interna, infatti, non sarà l’unico modo per progredire negli uffici in quanto, a detta della guida del dicastero, il nuovo requisito fondamentale sarà il merito con l’obiettivo di rendere più attrattivo il lavoro nel pubblico alle giovani generazioni. Giovani che, i numeri non mentono, si sono particolarmente disaffezionati puntando a carriere diverse e lasciando, di fatto, il pubblico in balia di un turnover mancato che ha mandato tutti in crisi.

Promozioni per meritocrazia in Pa? Cosa cambia

A cambiare, nello specifico, sarà quindi il modo in cui verranno decise le promozioni nel pubblico impiego. Se prima serviva partecipare ai concorsi per poter sperare di conquistare la posizione più alta, presto potrebbe entrare in gioco un altro requisito da sempre fondamentale, ma quasi mai centrale negli step di carriera. Parliamo della meritocrazia, in quanto il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo vorrebbe metterla davanti a tutti gli altri requisiti per le promozioni.

Lo ha detto nel corso di un’intervista rilasciata a Il Messaggero in cui, sottolineando che ancora nulla può essere dato per ufficiale perché il progetto deve ancora ricevere l’approvazione a livello politico, ha presentato un’idea chiara di quello che potrebbe essere il cammino all’interno del pubblico nel futuro prossimo.

Una piccola rivoluzione“, ha detto il ministro senza portafoglio del governo presieduto dalla premier Giorgia Meloni, spiegando che al momento nella pubblica amministrazione c’è una scarsa sensibilità al merito. Un problema non di poco conto, che Zangrillo vuole risolvere a modo suo: “Chi deve decidere deve avere un’adeguata sensibilità nel considerare la leva del merito strategica, a partire dall’assegnazione di obiettivi sfidanti, capaci di tradursi nella soddisfazione di famiglie, cittadini e imprese”.

La leva del merito rende appetibile una organizzazione” ha detto, aprendo alle promozioni come percorso di crescita del personale non solo confinato ai concorsi, ma anche considerando il valore dei lavoratori. “Vogliamo fare in modo che chi merita possa progredire nella pubblica amministrazione” ha spiegato Zangrillo.

I numeri della crisi della Pa

Una decisione, quella che prossimamente potrebbe passare al vaglio delle forze politiche, che ha l’obiettivo di attrarre più giovani a lavorare nel pubblico. Giovani che, purtroppo, di recente mettono da parte sempre più i concorsi per cercare vie alternative e più sicure per trovare lavoro.

Ed è nei numeri che si traduce la crisi della Pa, in quanto dal 2009 al 2020 la Pubblica amministrazione ha perso 300mila dipendenti e ha aumentato l’età media da 42 a 50 anni. Il 2022, ha spiegato il ministro, è stato invece un anno importante, con la forza lavoro aumentata di 30mila unità.

“Nel 2023 abbiamo inserito più di 170mila persone, e contiamo di ottenere gli stessi risultati anche negli anni a venire. Abbiamo un piano molto ambizioso. Ci sarà anche una discesa dell’età media, ma non è un processo immediato” ha detto Zangrillo che si augura presto di vedere nuove forze in arrivo nel pubblico.