Il paradosso del lavoro in Italia: più occupazione ma meno fiducia

Gli italiani vedono l'occupazione in crescita ma dubitano della qualità del lavoro e delle politiche del governo contro il caporalato.

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 6 Agosto 2024 23:06

Gli italiani hanno una crescente consapevolezza riguardo all’occupazione nel paese, ma hanno poca fiducia nel mondo del lavoro. Secondo l’indagine “Tableau de Bord, la Condizione dell’Occupazione e del Lavoro in Italia” condotta dall’Istituto Piepoli e riportata dal Sole24Ore, il 67% degli intervistati sa bene che il tasso di occupazione è in aumento. Questo dato, però, non riesce a mascherare il sottofondo di insoddisfazione che permea l’ambiente lavorativo.

Il quadro che emerge dall’indagine dell’Istituto Piepoli evidenzia una situazione complessa, in cui l’aumento dell’occupazione si scontra con preoccupazioni sulla qualità del lavoro e sulla fiducia nelle politiche del governo. La consapevolezza diffusa del caporalato e il sostegno alle iniziative di contrasto riflettono una società attenta e impegnata.

Il vero tema è la qualità del lavoro

Nonostante l’aumento del tasso di occupazione, la qualità del lavoro è un tema caldo che suscita reazioni contrastanti. Il 46% degli intervistati ha optato per un approccio neutrale, sostenendo che la situazione lavorativa non è né migliorata né peggiorata. Ma, un significativo 38% percepisce un deterioramento delle condizioni lavorative, una preoccupazione che si fa sentire soprattutto tra i lavoratori oltre i 54 anni e quelli di età compresa tra i 35 e i 45 anni. Questo malessere si concentra principalmente nel Nord Ovest, dove il 43% degli intervistati segnala un peggioramento.

Al contrario, il Nord Est si denota un cauto ottimismo: il 17% degli abitanti della zona riconosce un miglioramento della qualità del lavoro, con la speranza di una ripresa più solida e strutturale in futuro.

La fiducia delle politiche sul lavoro è ai minimi storici

Quando si tratta di valutare le politiche del lavoro del governo, gli italiani si mostrano scettici. Alla domanda sulla fiducia riposta nelle attuali misure per stimolare l’occupazione, il 35% degli intervistati esprime un livello di fiducia limitato, seguiti da un 29% che dichiara di non avere alcuna fiducia. Solo il 30% del campione vede le politiche governative in una luce più positiva, con il 27% che le considera “abbastanza” efficaci e un 3% che le giudica “molto” positive.

C’è anche la percezione delle opportunità lavorative nei diversi settori economici: il 56% degli intervistati non ha riscontrato un aumento delle opportunità di lavoro nel proprio ambito professionale, mentre il 35% ha notato segnali di ripresa.

Caporalato, una piaga purtroppo ben conosciuta

L’indagine dell’Istituto Piepoli rivela un elevato livello di consapevolezza riguardo al fenomeno del caporalato. Ben l’80% degli italiani è a conoscenza di questa piaga, con una maggiore incidenza tra gli uomini (85%) e gli over 54 anni (92%). Anche tra i giovani under 34 anni, il fenomeno è noto, con il 68% degli intervistati che ne è consapevole.

Le iniziative del governo per combattere il caporalato godono di ampio consenso: il 60% degli intervistati è informato sulle operazioni condotte a livello nazionale, e l’86% si dichiara favorevole alle misure adottate. In particolare, il 49% degli italiani supporta con convinzione le operazioni governative, mentre il 37% esprime un consenso moderato. Le misure di controllo a sorpresa sono viste come potenzialmente efficaci dal 68% del campione.

Il caporalato non è percepito come un problema distante: oltre la metà degli intervistati ritiene che il fenomeno sia diffuso nella propria area. Il 35% lo considera “abbastanza” presente, mentre il 16% lo percepisce come “molto” diffuso. Questa percezione è particolarmente accentuata nel Sud e nelle Isole, dove il 75% degli intervistati riconosce la diffusione del caporalato, rendendo evidente la necessità di interventi mirati. Tra i 35 e i 54 anni, il 55% degli italiani vede il caporalato come una realtà con cui fare i conti quotidianamente.