Incidenti sul lavoro, quasi 1.150 morti nel 2023 ma il trend cala del -9,5%

Il rapporto Inail sugli incidenti sul lavoro mostra come nel 2023 sia diminuito il numero dei decessi, con un crollo verticale fra le donne (-31,9%). Riguardo alle morti sul lavoro il rapporto fra uomini e donne è di 11 a 1

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 14 Ottobre 2024 15:25

Gli infortuni sul lavoro in Italia, denunciati nel 2023 all’Inail, sono stati oltre 590.000. Si tratta di una flessione del -16,1% rispetto ai circa 704.000 incidenti denunciati nel 2022. 1.147 è il numero degli infortuni mortali sul lavoro: anche in questo caso si è registrato un calo, pari al -9,5% rispetto ai 1.268 del 2022. Quelli già accertati entro il 30 aprile 2024 sono stati 550, pari al 48% delle denunce, di cui oltre la metà (52,2%) “fuori dall’azienda”. Ogni 12 incidenti mortali sul lavoro, 11 casi riguardano gli uomini e 1 caso riguarda le donne. In Italia si muore ovunque meno sul lavoro, tranne che al Sud (+6,3%).

Perché il numero di incidenti sul lavoro è diminuito

Gl incidenti sul lavoro in Italia sono ancora moltissimi – quasi 600.000 solo nel 2023, ma meno. Sono i dati contenuti nell’ultima Relazione annuale Inail, relativa all’anno 2023, presentata il 16 ottobre dal presidente Fabrizio D’Ascenzo. Restano da definire ancora 29.000 casi in istruttoria. Successivi report e aggiornamenti aggiusteranno il tiro.

Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono provvisoriamente 375.578 (pari al 64% delle denunce). Di essi, il 18,1% è avvenuto “fuori dall’azienda”. Si tratta, cioè, di infortuni verificatisi “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”, ovvero nel tragitto casa-lavoro. Le denunce di malattie professionali sono state oltre 72.000, pari al +19,8% rispetto al 2022.

Il calo degli infortuni, viene spiegato, è stato determinato della pandemia da Covid-19, ancora presente nei contagi. La riduzione “reale”, al netto dell’effetto Covid, si attesta al -0,6%. Rispetto al 2019, anno che precede la pandemia, si assiste, sempre al netto dei contagi, a una riduzione di circa il -9%.

I lavori in cui si muore di più

Rispetto ai dati Inail sul 2022, il settore in cui si registra in maggior numero di morti sul lavoro (85,3%) è quello dell’Industria e dei servizi; segue l’Agricoltura con l’11,6% di decessi sul lavoro e il Conto Stato con il 3,1%; per quest’ultima categoria, delle 36 denunce mortali, 28 riguardano i dipendenti statali e 8 gli studenti delle scuole/università statali.

Il maggior decremento infortunistico si registra nella gestione Industria e servizi (-113), seguita da Agricoltura (-7) e Conto Stato (-1).

Per quanto riguarda il settore dell’Industria e servizi, un quarto degli infortuni verificatisi nel 2023 è concentrato nel comparto Manifatturiero, seguito da Sanità e Assistenza sociale (14%), Costruzioni (13%), Trasporti (12%) e Commercio (11%); quasi tutti i settori sono in calo rispetto al 2022, in particolare la Sanità e assistenza sociale che scende dai circa 135.000 casi del 2022 a quasi 44.000 del 2023 (-67,5%), dopo aver registrato il picco di 157.000 infortuni nel 2020 a causa dei contagi da Covid-19. All’epoca fu il settore più colpito in assoluto.

Al di là delle percentuali, per quanto riguarda i numeri assoluti dei morti sul lavoro le situazioni più gravi per l’anno 2023 riguardano questi settori:

  • costruzioni – 176 casi (+1 del 2022);
  • trasporto e magazzinaggio – 125 casi (-17 rispetto al 2022);
  • manifatturiero – 111 casi (-11 rispetto al 2022);
  • sanità e assistenza sociale – 14 casi (-29 rispetto al 2022).

Drastico calo fra le donne

Nel 2023 si registra un crollo di incidenti mortali fra le donne, rispetto all’anno precedente: da 135 a 92 casi pari al -31,9%. Il calo, più contenuto, riguarda anche gli uomini: da 1.133 a 1.055 casi pari al -6,9%.

L’età degli incidenti

Di seguito la distribuzione degli infortuni sul lavoro per classi di età:

nel complesso mortale
fino a 19 anni 14,1% 2,0%
da 20 a 34 anni 24,7% 14,3%
da 35 a 49 anni 28,4% 23,5%
da 50 a 64 anni 30,5% 49,9%
oltre 64 anni 2,3% 10,3%

I dati per territorio

Il Nord concentra il 61% degli infortuni, il Centro il 20% e il Meridione il 19%. Quattro regioni raccolgono oltre la metà delle denunce: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana.

Per i casi mortali, i dati parlano del 48% delle denunce al Nord e del 33% al Mezzogiorno. Il Centro si assesta attorno al 20% sia per il totale delle denunce che per le morti.

Mentre calano i morti al Centro (-18,7%), al Nord-Ovest (-13,6%) al Nord-Est (-11,3%) e nelle Isole (-9,3%), vanno aumentando al Sud (+6,3%).

Il governo Meloni punta a ridurre il numero dei morti sul lavoro grazie all’introduzione della patente a punti nell’edilizia.