Ex Ilva, Bedrock punta a tenere 3mila lavoratori ma ne verranno tagliati 7.500

Il piano di Bedrock per l’ex Ilva prevede il salvataggio di 3mila posti ma anche il taglio di 7.500 lavoratori. I sindacati: "è smantellamento, pronti allo sciopero"

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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La proposta di Bedrock Industries per l’ex Ilva prevede il mantenimento di 3000 posti di lavoro: 2000 a Taranto e altri 1000 tra gli stabilimenti di Novi Ligure, Cornigliano e le attività logistico-commerciali in Italia. Il rovescio della medaglia, però, è un pesantissimo taglio del personale. Il piano di ristrutturazione comporterebbe l’uscita di un numero di dipendenti compreso tra 7000 e 7500 unità.

Sarebbero questi i piani di Bedrock, una delle aziende più vicine ad acquistare l’acciaieria di Taranto assieme a Flacks Industries. Quello che accomuna le due aziende è l’offerta che hanno fatto: entrambe di un euro.

Fim-Cisl: “Un piano che taglia 7.500 lavoratori è smantellamento”

La notizia dei presunti esuberi ha già allarmato i sindacati. Il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, ha bollato come “pura follia” l’ipotesi, affermando che:

Un piano che taglia fuori oltre 7.500 lavoratori non è rilancio industriale: è smantellamento. È un progetto di pura dismissione che genererebbe un dramma sociale senza precedenti. A questo si aggiungerebbe un impatto devastante sull’indotto, con tagli stimabili attorno al 70%.

Inoltre, si chiede allo Stato di “assumere un ruolo diretto”, considerata l’unica strada percorribile per rilanciare davvero il gruppo ex Ilva, concludendo che i sindacati sono pronti a iniziative di sciopero.

La nuova gara

La palla passa ora ai protagonisti della vicenda, a partire dal Governo Meloni. La situazione è complessa: Arcelor Mittal, il precedente proprietario, ha citato in giudizio lo Stato italiano chiedendo oltre 2,5 miliardi di risarcimento. I commissari governativi, finora, non hanno intrapreso azioni legali contro di loro.

Dopo una prima gara, dove l’unica offerta era stata del consorzio aziero Baku Steel, il governo ha riscritto il piano industriale, imponendo un modello “verde al 100%”: niente più altoforno, solo forni elettrici. Un progetto che, secondo le critiche, manca di un dettagliato piano finanziario e di adeguata copertura. Anche la necessaria nave rigassificatrice per il porto di Taranto non ha trovato il sostegno del sindaco Bitetti e del presidente della Regione Puglia Emiliano.

Indetta una nuova gara, nessun grande operatore internazionale si è fatto avanti: né Baku Steel, né la famiglia indiana Jindal, che ha preferito investire in Germania.

La sfida tra due fondi Usa

Con il ritiro dell’indiana Jindal, la partita per l’ex Ilva si restringe a due principali contendenti, entrambi fondi di investimento americani specializzati nel salvare aziende in crisi. Ecco chi sono.

A scendere in campo è Flacks Group, fondato da Michael Flacks. Il fondo è un operatore globale di primo piano negli investimenti in “attività in difficoltà” (distressed assets) e in “situazioni speciali”. Il suo modello di business è chiaro: individuare aziende bisognose di una svolta radicale, rilevarle, ristrutturarle e rilanciarle per renderle di nuovo redditizie. La loro offerta è simbolica, pari a 1 euro, con l’obiettivo dichiarato di risanare l’impresa e salvaguardare i livelli occupazionali.

Dall’altro lato c’è Bedrock Industries, guidato da Alan Kestenbaum, un nome con una solida esperienza nel settore dei metalli e delle risorse naturali. Bedrock non è un nuovo arrivato nella vicenda, avendo già partecipato a una precedente gara.

La sua filosofia operativa, come annunciato dall’azienda stessa, non si focalizza sulla gestione quotidiana degli impianti. L’obiettivo primario è invece una profonda ristrutturazione finanziaria e la valorizzazione degli asset. In sintesi, il piano è acquisire l’acciaieria, risanarla, rimetterla in salute economica e, una volta raggiunto l’obiettivo, rivenderla per realizzare un profitto.