Cosa fare se la badante ruba dei soldi: clamoroso caso in Puglia

Le cronache leccesi raccontano di una battaglia incrociata tra padre e figlia, scaturita dalla sparizione di ben 700mila euro. La vicenda, il ruolo della badante e gli strumenti di tutela

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

I rapporti familiari non sempre sono caratterizzati da trasparenza, lealtà e limpidezza, come non di rado si palesa nei fatti di cronaca. E specialmente quando di mezzo c’è il denaro o l’interesse ad accaparrarsi una grossa eredità, i rischi di atti e comportamenti che oltrepassano i limiti della legalità, aumentano sensibilmente.

In questi giorni è circolata la notizia riguardante un medico pugliese in pensione, ex stimato primario di neurochirurgia, che ha denunciato la figlia alle forze dell’ordine perché – a suo dire – responsabile della sottrazione di un ingente quantitativo di ricchezze, tramite un artificio a cui la donna sarebbe ricorsa con la complicità della collaboratrice domestica.

Di seguito vedremo in sintesi la sconcertante storia, invero alle prime battute in tribunale, cogliendo poi l’occasione per considerare quali rimedi sono disponibili per il datore di lavoro domestico, che assume una colf o badante e vuole evitare rischi di illeciti come i furti nell’abitazione durante l’orario di lavoro. Ecco una panoramica su questi temi.

Un padre accusa la figlia di furto di ben 700mila euro, la vicenda

Le parole apparse sui quotidiani pugliesi in questi ultimi giorni sono inequivocabili: “Mi ha stordito con i farmaci e mi ha rubato i risparmi di una vita“, ossia denaro, gioielli di famiglia e altri beni. Da qui la denuncia di un medico leccese nei confronti della figlia che, mostrando un comportamento nient’affatto riconoscente nei suoi confronti, avrebbe costretto l’anziano genitore ad apporre la propria firma su un testamento pubblico (una delle sue tipologie), per appropriarsi di centinaia di migliaia di euro. Una vicenda che, per l’entità della somma, ricorda peraltro quella di cui abbiamo parlato pochi giorni fa, avente ad oggetto una ricca eredità.

Un inganno o raggiro, a detta dell’uomo, attentamente orchestrato dalla figlia denunciata – e indagata per circonvenzione di incapace, truffa e furto aggravato – e dalla badante, che sarebbe stata sua complice nel piano criminoso, organizzato – secondo il medico – dopo che la figlia aveva saputo di una donazione in denaro eseguita dal genitore a favore dell’altra sorella. Secondo l’ipotesi accusatoria, il fatto non era stato digerito dalla persona denunciata, tanto che tale versamento avrebbe determinato la rabbia e la gelosia della donna, portandola a mettere in atto il piano criminoso.

Da alcuni controlli in banca sarebbe inoltre emerso che la figlia aveva approfittato di questi atti illeciti tramite assegni circolari. Nel conto corrente del medico oggi non c’è quasi più nulla, con soltanto un saldo di poche centinaia di euro in banca utile a poche spese e null’altro. Nell’abitazione, poi, una serie di furti: sparita tutta la documentazione bancaria e dei beni finanziari e immobiliari, a cui si è abbinata la denuncia dell’impossessamento, da parte delle figlia, della carta di credito e delle credenziali del genitore.

I possibili sviluppi e la seconda denuncia

Per il momento non ci sono sviluppi positivi per l’anziano genitore: secondo la Procura di Lecce, infatti, non sussisterebbero prove sufficienti o elementi tali da incastrare la figlia, sulla scorta degli accertamenti bancari eseguiti in questi mesi. Tanto che è seguita la richiesta di archiviazione del procedimento giudiziario. L’uomo però non ci sta e con il suo avvocato ha fatto opposizione, nella volontà di proseguire la disputa e veder riconosciute le sue doglianze. Il prossimo novembre il giudice designato valuterà se proseguire – accogliendo l’opposizione del genitore – oppure disporre effettivamente l’archiviazione.

Non solo. Come indicato dalle cronache locali, appena saputo della denuncia la donna ha a sua volta accusato il padre di maltrattamenti nei suoi confronti e verso la madre. Insomma, una triste battaglia in famiglia da cui però non stanno emergendo molte informazioni chiare: le indagini al momento non hanno trovato riscontri oggettivi e – anche in riferimento alle accuse della figlia – il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione, con decisione del giudice fissata per il prossimo autunno.

La somministrazione di medicine e il ruolo della badante

Piuttosto interessante è l’aspetto della vicenda riguardante l’utilizzo di medicine – di cui però secondo il medico curante non c’era necessità – le quali avrebbero annebbiato la volontà dell’uomo, non rendendolo più perfettamente lucido e cosciente di ciò che faceva. La ricostruzione emerge da alcuni messaggi che la figlia aveva spedito a una delle badanti che si occupavano del padre e che, durante l’orario di lavoro, somministrava personalmente le medicine. A detta della donna, invece, questi medicinali erano stati prescritti in passato dal medico di famiglia.

L’uomo ha iniziato a soffrire di vuoti di memoria sempre più continui e – ad agosto dello scorso anno – a seguito di un controllo in banca, l’ex medico scoprì che la figlia aveva beneficiato di assegni circolari per circa 700mila euro, in forza di un testamento pubblico firmato innanzi ad un notaio – di cui però l’uomo non ricordava nulla.

Nella vicenda potrebbe quindi aver avuto un ruolo chiave anche una badante dell’uomo e proprio questo elemento è assai utile a ricordare le tutele previste contro i rischi di furto dei collaboratori domestici.

Come tutelarsi contro il rischio di furto compiuto da colf o badanti

Assicurarsi contro i furti compiuti da familiari conviventi, ad es. i figli come nel caso di cui sopra, è assai difficile nella generalità delle polizze assicurative standard. Queste ultime, infatti, tipicamente non coprono i danni o i furti causati da persone conviventi o familiari, considerando che il rapporto di fiducia tra le parti è visto come un elemento che esula dalla logica del rischio assicurabile.

Per quanto riguarda invece colf e badanti, invece, il discorso è ben diverso. Infatti è ben possibile assicurarsi contro i rischi di furto commessi dai collaboratori domestici, perché non poche polizze assicurative offrono estensioni o coperture ad hoc, per proteggersi da furti e danni compiuti da persone che hanno accesso all’abitazione – compresi coloro che lavorano nelle case altrui.

Questa copertura si trova di solito nelle polizze RC (Responsabilità Civile) Famiglia o polizze multirischio casa che possono disporre una specifica garanzia contro i danni da furto, anche compiuto dal personale del lavoro domestico. Attenzione però: è molto importante che ogni interessato legga attentamente le condizioni della propria polizza per controllare che la garanzia sia di fatto inclusa, poiché non tutte le polizze la prevedono automaticamente. Se non c’è, dopo aver chiesto alla propria compagnia sarà ben possibile aggiungere una clausola specifica o un’estensione alla polizza esistente, per tutelarsi anche contro questo rischio.