Aumento di stipendio e settimana corta per circa 195mila lavoratori della pubblica amministrazione. Dopo il via libera della Corte dei Conti è stato firmato il Ccnl per i dipendenti delle Funzioni centrali della Pa, gli impiegati di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici, come Inps e Inail.
L’accordo è stato raggiunto con i sindacati Fp-Cisl, Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp, che rappresentano oltre il 54% degli statali, ma non è stata sottoscritto dalle sigle di categoria di Cgil, Uil e Usb. Diverse le novità nel rinnovo di contratto per il triennio 2022-24, dai 165 euro medi in più in busta paga all’introduzione della settimana corta, fino a uno smart working più agile.
L’aumento di stipendio
Tra i punti centrali stabiliti nell’intesa c’è l’incremento del 6% sugli stipendi, pari a una media di 165,85 euro lordi al mese per tredici mensilità, con importi differenti in relazione al ruolo.
Gli aumenti vanno dai 121,4 euro del grado più basso in tabella, riconosciuto agli operatori, ai 127,7 euro per gli assistenti, 155,1 euro per i funzionari e 193,9 euro per le elevate professionalità. Ma nel conto devono entrare anche il nuovo ritocco al rialzo (dello 0,22%) dei tetti di spesa per il fondo accessorio e l’attribuzione del buono pasto anche per i giorni in lavoro agile.
Indennità alzate da 2.600 euro fino a 3.500 euro l’anno per gli incarichi di posizione organizzativa, con maggiori compiti e responsabilità ma senza promozioni, e diritto all’incarico riconosciuto ai funzionari con più di 8 anni di servizio.
Il rinnovo del Ccnl
La firma è arrivata all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza delle pubbliche amministrazioni, secondo i criteri stabiliti nel precedente incontro del 6 novembre 2024. Ribadita la contrarietà da parte delle federazioni dei dipendenti pubblici di Cgil, Uil e Usb, che hanno la maggioranza di voti e deleghe nella Sanità, Scuola ed enti locali.
Come dichiarato da Uilpa, le tre sigle hanno “confermato il giudizio negativo su un contratto che, per la prima volta, non recupera con gli aumenti stipendiali il maggiore peso dell’inflazione registrato nel triennio di rifermento” sottolineando come questo contratto segni “l’abbandono del Ccnl quale strumento utile a determinare la crescita delle retribuzioni per tutti i lavoratori”.
Soddisfazione, invece, da parte dei sindacati firmatari e del ministro della Pa, Paolo Zangrillo, per il quale il rinnovo del primo contratto del triennio 2022-2024 “rappresenta un importante passo avanti nel percorso di miglioramento della Pubblica Amministrazione che si affianca a quello in itinere per il comparto Difesa-Sicurezza”.
La settimana corta
Novità del nuovo Ccnl è l’introduzione, in via sperimentale e su base volontaria, della settimana corta, con la possibilità di riprogrammare le 36 ore di lavoro su quattro giorni, con turni da nove ore oltre la pausa.
“Una misura subordinata alla decisione del datore di lavoro che mira a migliorare l’equilibrio tra vita lavorativa e privata, mantenendo inalterata l’efficienza dei servizi pubblici” ha spiegato il ministro Zangrillo.
Lo smart working
Con il rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici delle Funzioni centrali, inoltre, si allentano le regole dello smart working, per concedere maggiore flessibilità all’adozione di più giornate in lavoro agile e garantirne l’accesso ai dipendenti che assistono familiari con disabilità, ma anche con particolari esigenze di salute e a chi beneficia per legge di tutele della genitorialità.
Secondo il sindacato Flp, i nuovi paletti porteranno a un aumento di lavoratori statali in questa modalità del 30% all’anno.
Una norma stabilisce infine l’erogazione dei buoni pasto anche per chi è in smart working, annullando le disparità tra dipendenti di diverse amministrazioni pubbliche.