La ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone ha ribadito con fermezza la sua contrarietà all’introduzione del salario minimo a 9 euro l’ora, una misura fortemente sostenuta dall’opposizione e rilanciata da Elly Schlein.
La proposta viene giudicata “inadeguata” perché, sostiene la ministra, andrebbe a irrigidire la dinamica salariale e ridurre il valore della contrattazione collettiva.
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Calderone boccia il salario minimo
Calderone ha parlato dal palco del Festival di Open a Parma, lo stesso dal quale si era espressa il giorno prima la leader del PD.
Secondo la responsabile del Lavoro, fissare una soglia rigida avrebbe l’effetto paradossale di appiattire le retribuzioni.
Così si è espressa la ministra sul salario minimo:
È assolutamente inadeguata come risposta. Se dovessimo porre come indicatore i 9 euro l’ora come importo minimo da contratto, il rischio sarebbe notevole. Andremmo a ingessare la dinamica salariale, che oggi si fonda sulla possibilità delle parti sociali di rinnovare i contratti e intervenire su tutti i livelli contrattuali. Il pericolo è che accada l’opposto: che vengano disdettati i contratti e che i datori di lavoro, sapendo che esiste una soglia minima fissata per legge, si limitino ad applicare i 9 euro.
E ancora: la ministra Calderone ha ricordato come, secondo il suo punto di vista,
il valore del contratto collettivo non si esaurisce nella sola retribuzione oraria, ma include istituti aggiuntivi, garanzie, fondi integrativi e previdenza complementare.
La ministra ha invece puntato l’accento sull’importanza di investire nei rinnovi contrattuali, molti dei quali attesi da tempo, e sull’efficacia della contrattazione come strumento per migliorare le condizioni dei lavoratori.
Pensioni, occupazione e Manovra economica
Non solo salario minimo: Calderone ha toccato anche i temi caldi della prossima Legge di Bilancio. Tra le ipotesi allo studio figura la possibilità di un anticipo pensionistico a 64 anni per chi svolge lavori usuranti, con un rafforzamento della previdenza complementare già a partire dai più giovani.
C’è prudenza però sulle scelte:
dobbiamo essere consapevoli del fatto che la vita si allunga, e quindi le persone possono restare attive per un periodo più prolungato. […] Si potranno fare delle cose, ma bisogna capire quali sono le priorità.
Sull’occupazione giovanile, la ministra ha riconosciuto la necessità di interventi mirati ed ha inoltre evidenziato la crescita dei contratti di prossimità:
Nel primo semestre ne sono stati registrati al ministero 150.000, che coinvolgono 5 milioni di lavoratori. Questo significa salario integrativo e miglioramento delle condizioni contrattuali.
Dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione
Un passaggio non poteva mancare sul Reddito di cittadinanza, sostituito dall’Assegno di inclusione con l’attuale Governo:
Aver fatto la scelta coraggiosa di eliminarlo, è stata la prima mossa che ha dato una scossa al ministero del Lavoro. L’assistenza non deve mai essere fine a sé stessa. Ma deve rappresentare un percorso di accompagnamento. Siamo convinti che ogni persona abbia un talento: per questo non si può dire a qualcuno, già in partenza, di rinunciare alla propria possibilità di contribuire e realizzarsi.
A tal proposito, Calderone ha fatto sapere che nei prossimi mesi serviranno 1,5 milioni di persone al lavoro.
Sicurezza sul lavoro
Infine, un focus su uno dei temi più delicati: la sicurezza nei luoghi di lavoro. Calderone ha ricordato come il suo ministero abbia rafforzato l’organico dell’Ispettorato del Lavoro, con il più alto numero di assunzioni dal 2015.