Auto a idrogeno, la rivoluzione di Toyota: il pieno si fa con una cartuccia

Toyota ha sviluppato un prototipo di cartucce portatili di idrogeno, che permettono di percorrere distanze comprese tra 550 e 650 km. E non servono solo per il rifornimento delle auto

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Pubblicato: 8 Novembre 2024 10:24

Toyota, tramite la sua controllata Woven Planet Holdings, ha sviluppato un prototipo di una cartuccia di idrogeno portatile. Il Japan Mobility Show, tenutosi a Tokyo, ha permesso alla casa automobilistica nipponica di condividere questo progetto avviato nel 2014, che potrebbe consentire a Toyota di offrire sul mercato una alternativa molto valida per chi vuole puntare sull’idrogeno.
La possibile alternativa di rifornimento è stata legata al restyling della Mirai, modello di punta dell’ecosistema Toyota, che ha lavorato a due tipologie di motorizzazioni alimentate dalla stessa tecnologia: una elettrica e una termica.

L’alimentazione a idrogeno

È passato circa un decennio da quando Toyota presentò al Salone di Los Angeles la sua prima berlina caratterizzata dall’alimentazione a idrogeno ideata per il mercato internazionale. La strada dell’alimentazione ad idrogeno è stata costellata da un andamento altalenante, tale da far propendere, in un primo momento, ad approdare nel campo dell’elettrico tralasciando questa strada per via degli alti costi di produzione, stoccaggio dell’idrogeno, rischi di infiammabilità.
Nonostante ciò, negli ultimi anni Toyota, ma anche BMW, Honda e Hyundai, hanno proseguito con attività di ricerca che hanno condotto ad una soluzione definitiva per la commercializzazione di vetture a idrogeno.

Come funzionano le cartucce di idrogeno (non solo per le auto)

Sono delle vere e proprie cartucce contenenti una specifica quantità di idrogeno pressurizzato, capace di fornire energia chimica, che viene poi trasformata dai dispositivi e dalle vetture in energia meccanica pronta all’uso, stoccate a una pressione specifica di 525 bar.

Toyota, stipulando accordi con molteplici e diversificate realtà imprenditoriali, ha come obiettivo quello di dar vita a un sistema universale basato totalmente sulle proprie cartucce, espandendo al massimo le forniture su scala globale e rendendone possibile la vendita al pubblico per tutti gli utilizzi.

Queste cartucce, infatti, oltre a garantire un rifornimento veloce e sicuro per le vetture che lo supportano, come dichiara Toyota, possono essere una alternativa di rifornimento energetico per diversi dispositivi, anche per le abitazioni.

Lo scopo principale è la semplificazione del rifornimento. Una volta esaurita, va sostituita, prelevandola da un distributore. Quest’ultimo passaggio apre, tuttavia, il problema di apposite infrastrutture di distribuzione.

Credere nell’idrogeno come carburante alternativo

Toyota è la casa che crede maggiormente nell’idrogeno come carburante alternativo, ritenendo che l’idrogeno possa essere la giusta soluzione per azzerare le emissioni di scarico e allo stesso tempo effettuare una ricarica in tempi opportuni.

Se finora l’idrogeno era contenuto in serbatoi grandi e difficili da trasportare, con il nuovo formato proposto dalle immagini condivise da Toyota, le dimensioni e il peso dei serbatoi si riducono, fino alla possibilità di poterli trasportare in uno zaino. In questo modo, secondo la casa giapponese, l’idrogeno può diventare una fonte di energia familiare e sicura, utilizzabile in diverse situazioni quotidiane, compresa quella automobilistica.
La prima applicazione che mette in pratica quest’idea è una cucina alimentata a idrogeno sviluppata con Rinnai Corporation, esposta durante il Japan Mobility Show Bizweek 2024.

Il Consiglio europeo spinge per un idrogeno pulito

Il Consiglio ha adottato recentemente le conclusioni sulla relazione speciale della Corte dei conti sulla politica industriale dell’Ue in materia di idrogeno rinnovabile. Le conclusioni:

  • accolgono favorevolmente la relazione, mettendo in evidenza la necessità di una rapida attuazione del quadro normativo dell’Ue
  • incoraggiano lo sviluppo di una rete di trasporto interconnessa
  • invitano la Commissione ad adottare misure che sostengano sia la competitività dell’industria dell’Ue che la sicurezza degli investimenti.

La relazione valuta l’efficacia della Commissione nel creare le giuste condizioni per i mercati emergenti dell’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio e valuta le comunicazioni politiche dell’Ue e le proposte legislative, ossia:

  • la strategia per l’idrogeno dell’Ue
  • il piano REPowerEU
  • la direttiva sulle energie rinnovabili (RED III)
  • il regolamento aereo ReFuelEU
  • il regolamento marittimo FuelEU
  • la legge sull’industria Net Zero
  • il pacchetto sul gas
  • i programmi di finanziamento volti a sviluppare la catena del valore dell’idrogeno.

Il Consiglio e il Parlamento hanno già adottato importanti proposte legislative, ovvero il pacchetto Gas e idrogeno e la legge sull’industria Net-Zero, che aiuteranno l’Ue a raggiungere i suoi obiettivi energetici e climatici e a rafforzare la competitività dell’industria strategica dell’Ue.
Tuttavia, perché questi atti legislativi contribuiscano all’emergere dell’ecosistema europeo dell’idrogeno è importante che il quadro giuridico esistente sia attuato rapidamente.

Le conclusioni attribuiscono particolare importanza ai piani nazionali per l’energia e il clima degli Stati membri nell’esaminare gli obiettivi a livello dell’Ue per la produzione e l’importazione di idrogeno. Secondo le conclusioni adottate, l’interconnessione delle reti europee sarà di grande importanza per facilitare il trasporto e lo stoccaggio transfrontaliero dell’idrogeno e per il collegamento di produttori e acquirenti.

Le conclusioni esortano la Commissione a esaminare le raccomandazioni della relazione della Corte dei conti europea e a dare seguito ad azioni coerenti, nel trovare, al contempo, il giusto equilibrio tra garantire un vantaggio competitivo per l’industria europea da un lato e la sicurezza degli investitori dall’altro.