OpenAI non sarà più No Profit? La nuova struttura aziendale per aiutare gli investitori

Per facilitare l'enorme investimento di Apple e Nvidia, OpenAI potrebbe cambiare la sua struttura No Profit

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 1 Settembre 2024 20:00

OpenAI, una delle più importanti aziende al mondo nel settore dell’intelligenza artificiale, potrebbe presto cambiare assetto societario. L’attuale conformazione della compagnia, in parte No Profit, rende difficile per gli investitori versare enormi somme di denaro necessarie per lo sviluppo delle nuove tecnologie all’interno di OpenAI.

Nei prossimi giorni dovrebbe finalizzarsi proprio uno di questi grandi investimenti, con Apple e Nvidia pronte a mettere a disposizione di OpenAI diversi miliardi di dollari. In molti però, tra cui anche Elon Musk, che era tra i fondatori originali della società, si stanno opponendo a questa decisione che porterebbe l’azienda a non lavorare più “Per il bene dell’Umanità“.

OpenAI cambia assetto societario in vista del nuovo grande investimento di Apple e Nvidia

Gli amministratori di OpenAI starebbero pensando a un cambiamento di assetto societario per l’azienda che ha creato ChatGPT. La decisione, come riportato dal Financial Times, potrebbe arrivare dopo le notizie sempre più insistenti di un grande investimento guidato da Apple e Nvidia e supportato da Microsoft all’interno della compagnia, che potrebbe portare la sua valutazione di mercato a oltre 100 miliardi di dollari.

OpenAI ha una struttura molto particolare. L’azienda è nata come No Profit e il suo board, il suo consiglio di amministrazione, rimane secondo l’atto di fondazione al “Servizio del bene dell’Umanità“. Una dicitura che ha però in passato creato diversi problemi per quanto riguarda la raccolta di fondi. Per questo la società ha creato una sussidiaria che non è classificata come No Profit e che può quindi agire più liberamente, raccogliendo gli investimenti di chiunque voglia scommettere nel successo di OpenAI.

Questo sistema è però piuttosto contorto e soprattutto non permette all’azienda di mostrare progetti industriali che possano convincere gli investitori che ci sia più del semplice “Bene dell’Umanità” da guadagnare in caso si investa in OpenAI. Per questa ragione i creatori di ChatGPT stanno ragionando sull’abbandonare la struttura No Profit, ma non tutti sono d’accordo.

L’opposizione di Elon Musk al cambio di assetto di OpenAI

Già alla creazione della sussidiaria “For Profit” OpenAI aveva ricevuto numerose critiche. Nonostante l’azienda abbia chiare possibilità di diventare una delle StartUp dalla valutazione più significativa della storia, diverse parti del suo consiglio di amministrazione sono ancora molto legate alla missione No Profit per la quale l’azienda è stata fondata.

Anche alcuni imprenditori coinvolti nella fondazione dell’azienda e poi fuoriusciti non sono d’accordo con questa mossa. Su tutti la voce più rumorosa è quella di Elon Musk. Il miliardario sudafricano proprietario di Tesla, SpaceX e del social network X, un tempo Twitter, è arrivato a fare causa alla sua ex società per aver abbandonato la sua missione di beneficiare l’umanità con la sua ricerca sull’intelligenza artificiale.

Alla notizia della possibilità di un cambiamento di assetto aziendale di OpenAI, Musk ha rincarato la dose su X, dichiarando: “O trasformare un’organizzazione No Profit in una For Profit è legale e dovrebbero farlo tutti oppure è illegale e OpenAI è soltanto un castello di carte”. Elon Musk ha fondato nel 2023 xAI, concorrente di OpenAI che ha sviluppato l’intelligenza artificiale Grok e che è un’azienda privata For Profit.