Microsoft, Amazon e Google puntano sulla tecnologia dei reattori modulari per i propri data center. Negli Usa, le tre aziende hanno individuato nell’energia nucleare la soluzione per provare a raggiungere gli ambiziosi obiettivi ecologici che si sono imposte, senza rinunciare al settore dell’intelligenza artificiale, che richiede un enorme consumo di energia.
Gli SMR, small modular reactor, sono gli stessi reattori nucleari che il Governo italiano vorrebbe utilizzare per il ritorno all’energia dell’atomo, bloccata in Italia dal referendum abrogativo approvato dopo il disastro di Chernobyl. Se la strategia dovesse combaciare con quella delle grandi aziende tecnologiche, questo renderebbe il nostro Paese più appetibile per la costruzione di data center.
Google, Microsoft e Amazon puntano sul nucleare
Negli ultimi mesi molte grandi aziende tecnologiche hanno mostrato interesse per l’energia nucleare. Microsoft, Google e Amazon stanno portando avanti progetti sia di ricerca e sviluppo che di effettiva costruzione o riattivazione di reattori principalmente nel territorio degli Usa.
La ragione per cui le grandi aziende tecnologiche hanno deciso di investire in questa tecnologia, da decenni secondaria nel panorama dell’energia soprattutto negli Usa, è l’intelligenza artificiale. I data center, che permettono a questi software di funzionare e soprattutto di addestrarsi, richiedono un enorme dispendio di energia elettrica per far funzionare i sistemi di raffreddamento dei chip.
Questo presenta un problema duplice: un altissimo consumo di energia che non può venire da fonti fossili, per gli impegni presi da queste aziende, e un estremo stress per la rete elettrica che comporta rischi di blackout. Per questo una delle tecnologie a cui Microsoft, Amazon e Google sono interessate maggiormente è quella dei piccoli reattori modulari o small modular reactors (SMR):
- Amazon prevede di lavorare con Energy Northwest per costruire quattro SMR da 320 megawatt;
- Google ha investito in Kairos Power con l’obiettivo di produrre energia entro il 2030.
L’Italia e gli small modular reactor
Gli SMR sono una tecnologia di cui si è recentemente parlato anche in Italia. Il Governo di Giorgia Meloni ha infatti accennato alla possibilità di utilizzarli per un nuovo tentativo di riavviare il programma nucleare civile italiano. Alcune aziende del nostro Paese, come Ansaldo Nucleare, hanno già esperienza in questo ambito.
“[Gli SMR] avranno un grande impatto perché ci sono aziende italiane alla guida dei principali e più avanzati progetti di ricerca, attivi nel mondo nel campo della fissione avanzata e dell’energia da fusione. E poi perché saremo in grado di garantire energia al nostro sistema industriale a un costo concorrenziale: non possiamo più andare avanti con l’energia che costa il doppio rispetto al resto d’Europa” ha dichiarato in un’intervista al quotidiano La Stampa il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
La data a cui il Governo punta per la produzione di energia con gli SMR è il 2030, la stessa prevista da Google. L’implementazione di questa tecnologia potrebbe rendere l’Italia una meta più appetibile per queste grandi aziende e per i loro data center, anche se Microsoft di recente ha già annunciato la creazione di una struttura di questo tipo. Sarà un investimento da 4,3 miliardi di euro e sorgerà a Milano.