Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alle nuove regole in materia di intelligenza artificiale nel rinominato Ddl IA. Secondo quanto si apprende da una nota di palazzo Chigi, le norme intervengono in 5 ambiti: dalla strategia nazionale alle sanzioni penali. Sono state previste anche soluzioni di agevolazioni fiscali per chi ha studiato o svolto attività di ricerca in ambito delle tecnologie IA ed è disposto a rimpatriare.
Il Ddl IA comprende anche un aspetto penale che riconosce il “reato per mezzo IA”, come nel caso di diffusione di immagini o video che cagionano danno. Cambia l’approccio del governo all’IA, che ora è disposto a investire circa 1 miliardo di euro, in vista del G7.
Ddl IA: fino a 5 anni per reati a mezzo intelligenza artificiale
Il disegno di legge sul’IA, che ora dovrà passare al vaglio di Camera e Senato, prevede aggravanti per l’uso dell’IA in alcuni reati. Emerge infatti la necessità di tutelare il diritto d’autore, ma anche di lottare contro i deepfake. Non solo. Il ministro della Giustizia Nordio ha spiegando che l’uso insidioso dell’IA costituisce aggravante specifica per tutta una serie di reati, come sostituzione di persona, rialzo e ribasso fraudolento dei prezzi, truffa, frode informatica, riciclaggio, aggiotaggio. “Per questi reati l’uso della IA costituisce una aggravante perché è un mezzo dannatamente insidioso e purtroppo efficace. Nessuno si illude che la norma penale costituisca un deterrente assoluto ma colma un vuoto di tutela”, ha detto. Confermata anche la reclusione da 1 a 5 anni per chi diffonde senza il consenso video o immagini alterate con l’IA.
Nel testo viene confermato l’impianto di gestione delle responsabilità, con Agid (Agenzia per l’Italia digitale) che dovrà sovrintendere lo sviluppo dell’AI, l’applicazione negli enti pubblici e la certificazione e l’accreditamento di chi sviluppa algoritmi; e Acn (Agenzia per la cybersicurezza nazionale) che si occuperà invece dell’ispezione e sanzione in caso di illeciti.
L’aggravante per AI riguarda anche il diritto d’autore. Il ddl infatti obbliga tv, radio e piattaforme streaming ha inserire un bollino per identificare i contenuti realizzati o anche solo modificati con IA. Viene richiesto ai social di fornire sistemi di identificazione dei contenuti generati con IA.
L’impatto sul mercato del lavoro: come usare l’IA
Il disegno di legge introduce nuove regole sull’utilizzo dell’IA nel mondo del lavoro. Gli articoli 10, 11 e 12 prevedono proprio l’impatto sul mercato del lavoro e puntano a un utilizzo sicuro, affidabile e trasparente. L’idea è quella di non entrare in contrasto con la dignità umana, né di violare la riservatezza dei dati personali.
Per chi ha introdotto o introdurrà l’IA nel lavoro si dovrà seguire la regola del rispetto dei diritti dei lavoratori, facendo attenzione a non provocare discriminazioni. A questo scopo il ministero del Lavoro istituirà un osservatorio speciale per il monitoraggio degli impatti dell’IA sul lavoro, ma anche per garantire a tutti accesso alle informazioni necessarie per l’utilizzo delle nuove tecnologie con corsi di informazione adeguati al settore.
Anche per i liberi professionisti potrebbe cambiare qualcosa. Infatti è richiesto di informare i clienti in caso di utilizzo di IA, ma non è chiaro come potrà essere monitorato tale utilizzo.
Agevolazioni per chi ha competenze in IA e torna in Italia
L’articolo 20 del Ddl IA prevede di agevolare il rientro di chi ha studiato e lavorato in ambiti di intelligenza artificiale all’estero e così facendo investe sulle competenze (Meloni ha annunciato fino a 1 miliardo di euro per l’IA). Previsti anche corsi di formazione per i giovani e un aumento generale di studi sull’IA. Il ddl infatti presenta nuovi percorsi di formazione già a partire dalle superiori e istituti tecnici-superiori, ma anche nelle università e nelle Its Academy.