Nuove super batterie, ecco come il sale cambierà la nostra tecnologia

La tecnologia delle batterie a ioni di litio è sempre più costosa, in termini sia economici sia ambientali. Il sodio prepara però una rivoluzione per smartphone, dispositivi e auto elettriche

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Pubblicato: 6 Novembre 2023 21:21

La transizione energetica ed ecologica passa anche dalle batterie. Si tratta di un settore “abituato” alle rivoluzioni: quella che anni fa scelse il litio come elemento principale per la realizzazione di batterie fece da traino per la conseguente rivoluzione di telefoni cellulari, dispositivi e computer portatili e automobili ibride ed elettriche.

All’orizzonte si prepara un nuovo sconvolgimento tecnologico che potrebbe deviare la rotta verso un’alternativa green, efficiente e più economica. E, sì, c’entra il sale.

Cosa sono le batterie agli ioni di sodio

Attualmente smartphone e veicoli elettrici sono alimentati da batterie a ioni di litio, ma sono sempre più numerose le società che intendono puntare su un altro elemento: il sodio. Quello presente nel sale da cucina, per intenderci. Il meccanismo di accumulo e rilascio di energia sarà identico, mentre il processo per realizzare le batterie sarà molto meno costoso. Innanzitutto perché il sodio è molto diffuso e facile da reperire, al contrario delle sempre più scarse materie prime rare (qui avevamo parlato nello specifico delle importantissime e strategiche terre rare). La prima generazione di batterie agli ioni di sodio, con una densità di 160 Wh/kg, fu annunciata e integrata sulle vetture della cinese Chery Automobile.

Come riporta il The Economist, sono sempre di più le industrie in Cina che realizzano batterie agli ioni di sodio. Anche negli Stati Uniti c’è chi punta su questa nuova tecnologia, come dimostra la costruzione di un nuovo grande stabilimento nel Michigan, che dovrebbe iniziare a produrre già nel 2024. Neanche l’Europa resta a guardare: l’azienda svedese Altris ha annunciato un materiale catodico chiamato “Prussian White”, destinato alla produzione di batterie agli ioni di sodio. Una strategia simile si osserva anche in Francia, dove la Tiamat Energy intende utilizzare un composto poli-ionico e il vanadio. Anche in Inghilterra, infine, una società (la Faradion, di proprietà dell’indiana Reliance) punta sullo sfruttamento di un sistema a strati di ossido di metallo che prescinde dal litio.

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La differenza tra batterie al sodio e batterie al litio

Oltre alle differenze di costo e reperibilità, un’altra differenza fondamentale riguarda l’efficienza. Secondo la Natron Energy di Santa Clara, società californiana che opera nel settore, le celle a ioni di sodio garantiscono 50mila cicli di caricamento e scaricamento, cioè tra le 10 e le 100 volte in più rispetto alla tecnologia a litio. Quest’ultima deve fare inoltre i conti con la crescente penuria di elementi chimici necessari alla produzione di batterie: non solo litio, ma anche cobalto e nichel. Si tratta di materiali difficili e onerosi da estrarre, oltre agli innegabili costi sociali e ambientali che la loro lavorazione comporta.

Numerosi analisti stimano che nel prossimo futuro si assisterà a una crescita della domanda di batterie al sodio e di quelle superveloci CATL (Contemporary Amperex Technology Co.). Già nel corso 2024 le prime automobili alimentate da batterie a ioni di sodio potrebbero scendere sulle strade della Cina.

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Quanto costano le nuove batterie?

Il prezzo delle nuove super batterie sarà dunque inferiore rispetto a quelle attuali. L’azienda cinese HiNa Battery ha quantificato questa differenza: le celle a sodio costeranno il 30% o il 40% in meno rispetto a quelle a litio. Nello specifico, è la voce di spesa dell’elemento principale a fare la differenza: dal 43% dei costi per il litio al 26% di quelli per il sodio.

Sulla convenienza e sul successo della nuova generazione di batterie, però, gli esperti ci vanno cauti. In primis perché si dovrà considerare l’andamento altalenante del mercato, e poi anche perché vanno necessariamente preventivati i costi e le tempistiche per ottimizzare i sistemi industriali esistenti. Uno scenario incerto confermato anche dalla Benchmark Mineral Intelligence, agenzia inglese che analizza prezzi e materiali nel settore tecnologico.