Come leggere i numeri sul guscio delle uova da acquistare

Acquistare uova in maniera consapevole è possibile. Ecco dunque una guida alle varie tipologie in vendita

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Le uova che vediamo al supermercato non sono tutte uguali. Che si tratti di provenienza o qualità, esistono delle differenze ben marcate, indicate dai numeri presenti sulla confezione o sul guscio. Ecco a cosa fanno riferimento le cifre che leggiamo:

  • 0: biologiche
  • 1: all’aperto
  • 2: a terra
  • 3: in gabbia

I prezzi

Tendenzialmente il costo maggiore è previsto per le uova biologiche, preferite da molti clienti per la loro qualità superiore, al netto di pochi centesimi in più rispetto alla media. L’obbligo al timbro è però previsto unicamente per quelle aziende con più di 50 galline. Timbro che prevede anche l’inserimento di una data di scadenza, alla quale occorre prestare particolare attenzione.

Sono tassativi i 28 giorni dalla data di deposizione. Occorre tener conto però dei tempi necessari per il trasporto dall’allevamento al supermercato, il che può richiedere, a volte, anche una settimana. È bene conoscere ciò che si acquista, sfruttando i dati forniti per legge per effettuare un acquisto consapevole.

Avranno dunque il numero 0, all’inizio del codice, le uova di galline allevate all’aperto, in maniera estensiva, con mangime biologico fino a 10 mq per gallina. Sono inoltre previste maggiori garanzie per la salute del consumatore e il benessere degli animali.

Il numero 1 indica invece quelle galline allevate all’aperto ma in maniera intensiva. Il numero 2 indica le galline allevate a terra, mentre il numero 3 quelle allevate in gabbia, o batteria. Minore stress per l’animale vuol dire uova di qualità superiore, sia a livello nutrizionale che organolettico. Per ottenere minor stress sono necessari maggior spazio e mangime, ottenendo come risultato una percentuale maggiore di acidi grassi omega 3 e omega 6.

In merito si è espresso Ferdinando Della Peruta, di cascina Losetta, che ha sottolineato di non utilizzare mangimi confezionati contenenti pannelli di girasole o soia, così come semi oleosi. Si utilizza siero di latte di capra, al fine di rendere l’uovo più cremoso e proteico. I cereali invece, dopo essere giunti integri, vengono frantumati nel mulino. Il tutto rientra in un sistema di rispetto dell’animale, che non sarà chiamato a produrre un uovo al giorno, bensì uno ogni due. In questo modo si otterranno galline da allevamento della durata di tre anni, invece dell’unico anno solitamente garantito dagli animali sfruttati fino all’osso.

Le uova biologiche

Non tutti sanno esattamente cosa si intenda per uova biologiche. D’istinto è facile capire perché si possa preferirle, ma ecco spiegato il senso di tale definizione.

In breve, le uova biologiche derivano da galline cresciute in allevamenti biologici, ovvero all’aperto. La loro alimentazione, inoltre, non prevede in alcun modo l’uso di pesticidi o concimi chimici.

Scendendo maggiormente nel dettaglio, derivano per definizione da galline cresciute in allevamenti che garantiscono a ogni animale uno spazio ritenuto adeguato. Ciò vuol dire fino a 10 mq. Ciò al fine di consentire alle creature di razzolare all’aperto senza eccessive e vincolanti costrizioni. Esistono dei recinti ma non delle gabbie.

I mangimi con i quali vengono nutrite le galline devono provenire inoltre unicamente da agricoltura biologica e non prevedere l’ausilio di ogm, antibiotici, pesticidi o concimi chimici. Questi infatti finirebbero inevitabilmente nel sangue e nel prodotto riproduttivo, dunque nelle uova.